sabato 24 aprile 2010

25 APRILE, FESTA DELLA LIBERTA'

L'eccidio del Padule di Fucecchio (G. Terreni),
Castelmartini - Larciano

+25 APRILE,

FESTA DELLA LIBERTA’


Sui quaderni di scolaro
Sui miei banchi e gli alberi
Su la sabbia su la neve
Scrivo il tuo nome….
Su ogni pagina che ho letto
Su ogni pagina che è bianca
Sasso sangue carta o cenere
Scrivo il tuo nome …
Su l’assenza che non chiede
Su la nuda solitudine
Sui giardini della morte
Scrivo il tuo nome …..
Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Su l’immemore speranza
Scrivo il tuo nome…
E in virtù d’una parola
Ricomincia la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti
Libertà.

-Paul Eluard


Paul Éluard, pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel ( 1895- 1952) è stato un poeta francese, tra i maggiori esponenti del movimento surrealista. Ha fatto parte della resistenza francese, contrassegnando il suo contributo con edizioni di libri, di versi, di giornali alla macchia e trasmissioni radiofoniche clandestine. La poesia Liberté è stata scritta nel 1942.

domenica 11 aprile 2010

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VINCI, CELEBRAZIONI LEONARDIANE

15 aprile 2010

Ricordo di RENZO CIANCHI
(Poggio a Caiano, 1901 – 1985)


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Renzo Cianchi, cittadino di Vinci, seppure nato a Poggio a Caiano, ha avuto un ruolo determinante, dal 1928, nell’ istituzione della Biblioteca Leonardiana del Comune di Vinci, ancora oggi uno dei maggiori centri di studi e di documentazione su Leonardo, di cui è stato il primo Direttore.
Numerose sono state le sue pubblicazioni, fondamentali per gli studi vinciani: dal contributo in I disegni geografici di Leonardo, Roma, La Libreria dello Stato, 1941 a Vinci Leonardo e la sua famiglia, ,Milano, Comitato Nazionale, 1953; da Ricerche e documenti sulla madre di Leonardo, Firenze Giunti-Barbera, 1975, a Giovanni da Vinci, fratello di Leonardo, Vinci, Strumenti-memoria del territorio, 1977 e Sul testamento di Francesco da Vinci a favore di Leonardo, Nouvelles del la republique des Lettres, 1984.
Renzo Cianchi per molti anni ha sovrinteso alla vita culturale del paese e all’opera di valorizzazione dei luoghi vinciani, dal castello alla presunta casa natale di Anchiano al Battistero, con grande rigore scientifico, senza farsi prendere la mano dalla passione e l’amore per il paese. E’ stato parte attiva del grande Comitato dei festeggiamenti per i 500 anni dalla nascita di Leonardo. Ideatore delle Letture Vinciane.
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Renzo Cianchi con il Comitato Cittadino per la Festa di Leonardo, Anchiano anni 1950-60


La Dama di Bacco vuol ricordare soprattutto la figura del grande studioso e appassionato di Vinci e dei suoi abitanti. Non si può certo nascondere che alle opere e ricerche archivistiche di Renzo Cianchi abbiano attinto e stiano attingendo ancora tutti coloro che di Leonardo vogliono studiare le origini vinciaresi. Non a caso, anche la riscoperta della figura materna di Leonardo, Caterina, e dei luoghi dove abitava, Campo Zeppi e San Pantaleo, si deve alla sua perspicacia e attenzione, fin dagli anni cinquanta dell’ultimo secolo, motivo per il quale gli veniva dedicato l’evento San Pantaleo e Caterina del 9.9.2007. Nel 2008, il figlio Francesco riprendendo le ultime ricerche pubblicava La madre di Leonardo era una schiava ? Ipotesi di studio con documenti inediti , con introduzione di Carlo Pedretti, in Quaderni di studi e ricerche a cura di Agnese e Alessandro Vezzosi.


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LA MUSA DI RENZO CIANCHI
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Nello spirito della Dama di Bacco infine si vuole svelare un aspetto ancora inedito della poliedrica personalità di Renzo Cianchi, quello di poeta. Il verso più nascosto e forse più sensibile dell’uomo, attraverso il quale giungere a quel Vero, ai più sempre sconosciuto, a cui anelava il giovane ventottenne Renzo.
Su gentile concessione e autorizzazione della famiglia Cianchi, ripubblichiamo a distanza di ottanta anni (1929) una lirica del futuro Direttore della Leonardiana. Un’ultima curiosità: nella parte finale il giovane poeta sembra quasi richiamare nella metafora al celebre disegno della Pointing Lady di Leonardo.



ALLA MUSA


Oh! Dolce, sul tuo sen piegar la testa,
porger l’orecchio all’anima che sogna,
quando d’intorno a noi più nulla resta,
che la menzogna !
Abbandonarsi all’estasi sublime
in cui trasporta il tuo fecondo amplesso,
e poi trasfonder nelle ardenti rime,
tutto se stesso !
Così talor la tua visione mi appare,
come di ardente e capricciosa amante,
che invita e fugge, e poi si sa donare,
in un istante.
Ed io t’invoco che più lontano
trasvolerà, più in alto, il mio pensiero,
se ancor mi additerai con la tua mano
le vie del Vero.

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Renzo Cianchi

13 gennaio 1929


ANCORA UNA RIFLESSIONE SUL TABERNACOLO DI PIAZZA DEL MERCATALE A VINCI

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RIFLESSIONI SUL TABERNACOLO
DELL’ANNUNZIATA DI VINCI
Un ricordo di Silvia Zampieri
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Riceviamo con piacere la segnalazione di Lidia Cinelli, restauratrice e operatore culturale di Vinci, a cui peraltro si deve il restauro e la conservazione di tante opere e luoghi della Toscana, come ad esempio il suggestivo Oratorio del SS. Rosario di Castelvecchio di Pescia, oppure la salvaguardia di affreschi in San Maria a Ripa e nella Collegiata di Empoli e nel centro storico di Fucecchio.

" Ho letto l'articolo sul tabernacolo di Fabrizio Boschi; vorrei ricordare che il restauro della tavola è stato fatto da una mia cara collega Silvia Zampieri di Sansepolcro , circa 17 anni fa, grazie all'intervento di Alessandro e Agnese Vezzosi. In quella occasione fu restaurata anche una tela raffigurante, se non sbaglio, la natività della Vergine che si trova nella parete di destra della Chiesa di Santa Croce .
Purtroppo Silvia ci ha lasciato da circa quattro anni e sono contenta che il suo lavoro nel nostro territorio sia ancora apprezzato e che il degrado non abbia provocato la perdita totale della pittura .
Fabrizio Boschi dipinse inoltre una bellissima Ultima Cena in affresco per l'ospedale fiorentino; forse per evitare un viaggio a Vinci, che ai tempi era alquanto scomodo, preferì fare una pittura su tavola anziché un affresco, come di consuetudine si usava fare per i tabernacoli all'aperto ".



Ringraziamo ancora per la doverosa segnalazione. Il progetto che sta seguendo la Dama di Bacco riguarda infatti quelli che definiamo i confini vinciani, ovvero la riscoperta della storia di Vinci, con i suoi usi, costumi e tradizioni ingiustamente rimasta in questi anni all’ombra del Genio di Leonardo, che comunque è e resterà figlio di questa terra. La Dama di Bacco è dedicata ai vinciaresi, ai testimoni del tempo di Leonardo, ma anche ai loro figli, nipoti e pronipoti che con il lavoro quotidiano, la passione e cura hanno saputo conservare il paesaggio e gli scorci dell’anima vinciana fino ai nostri giorni.
Per tale motivo, Silvia Zampieri, deve restare giustamente nel ricordo del paese di Vinci per la sua opera, passione ed esempio.
Dispiace constatare purtroppo che il Tabernacolo della Piazza di Vinci sia stato di nuovo un po’ abbandonato negli anni, non illuminato, senza neppure una targa che ne ricordi la storia, le attribuzioni, i restauratori e le committenze, pur essendo sotto gli occhi di tutti, nel centro storico e politico del paese. E questa volta non riteniamo che siano di ostacolo le solite questioni economiche, in quanto ci vorrebbe ben poco per dare maggiore decoro all’opera e un degno ricordo a coloro che si sono adoperati per la salvaguardia e la conservazione delle cose che abbiamo di più care.
La memoria – come si dice da noi – è sempre troppo corta o, peggio, non vorremmo che gli interessi delle persone e delle associazioni del volontariato culturale di oggi siano ben altri.
Vinci non è solo Leonardo.
Grazie a Silvia e a tutti coloro che ci aiutano a vedere le cose belle della nostra terra, perché non siano dimenticate.
Gangalandi



domenica 4 aprile 2010

CATERINA E LEONARDO TORNANO IN VIA GHIBELLINA A FIRENZE, 15 APRILE 2010

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Associazione Novecento Poesia
Centro di Studi e Documentazione
Pianeta Poesia


FIRENZE, 15 APRILE 2010
nel 558° compleanno di Leonardo da Vinci

PALAZZO VIVARELLI COLONNA

Via Ghibellina, 30 – h. 16,30

Percorsi di terra, d’acqua
e di poesia nelle terre
di Leonardo
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Dalla Via di Caterina
al Governatore delle acque
di Nicola Baronti


Presentazione a cura di
GIOVANNA FOZZER


Introduce
MARIAGRAZIA CARRAROLI


Letture di
ANDREA GIUNTINI

Sarà presente l’autore

:
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LEONARDO DA VINCI E CATERINA
TORNANO A FIRENZE, DOPO 558 ANNI,
NEL GIORNO DEL COMPLEANNO
DEL GENIO VINCIANO
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15 APRILE 2010 H. 16,30
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FIRENZE, PALAZZO VIVARELLI COLONNA
VIA GHIBELLINA N. 30
Salone degli Specchi
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Solo la poesia avrebbe potuto evocare la magia dell’occasione che si viene a presentare il prossimo quindici aprile, a Firenze, nelle stanze di un vecchio palazzo di Via Ghibellina, per raccontare una storia antica e ancora misteriosa, quella del concepimento e della nascita di Leonardo, con gli occhi e la parola di un testimone conterraneo, uomo del proprio tempo, lontano dal mito Vinciano.
La Via di Caterina. Il mistero della madre di Leonardo, edita da La Versiliana Editrice di Fucecchio, nel 2009 e Il Governatore delle acque edito da Polistampa di Firenze, nel 2010, raccolte di esperienze artistiche e poetiche provenienti dalle terre di Leonardo, curate da Nicola Baronti, giungono a Firenze, nelle stanze del Palazzo Vivarelli Colonna, nell’ambito di una importante manifestazione della città di Firenze, il Pianeta Poesia: una rassegna pressoché unica nel panorama nazionale per l’opera di studio e di documentazione della poesia del novecento compiuta in questi anni dall’Associazione Novecento Poesia, diretta da Franco Manescalchi.
L’incontro intitolato Percorsi di terra, d’acqua e di poesia nelle terre di Leonardo è tuttavia eccezionale per due ordini di motivi.
La data, innanzi tutto : il 15 aprile è il giorno della nascita di Leonardo da Vinci, a cui i testi poetici sono ispirati, seppure questa volta non sia Leonardo a parlare della sua terra ma gli abitanti del luogo a recuperare e valorizzare quella comune dimensione naturale che ha consentito la nascita e la crescita di un genio toscano.
Il luogo pressoché unico e originale per la storia raccontata: in via Ghibellina abitava Ser Piero da Vinci, padre di Leonardo. Qui con molta probabilità, secondo gli ultimi studi pubblicati (*), nel 1451 conosceva Caterina, serva forse schiava dell’amico Vanni, con la quale concepiva Leonardo. Per nascondere o attenuare lo scandalo in quanto Ser Piero era già impegnato con una nobildonna fiorentina, Caterina veniva allontanata da Firenze e portata a Vinci, dai vecchi genitori, dove dava alla luce quello che verrà poi considerato uno dei massimi artisti dell’umanità. Partorito il figlio, la madre veniva accasata ad un balordo di paese, detto Accattabriga, ed esiliata nella vicina San Pantaleo, nella valle del Vincio, mentre Leonardo proseguiva la sua storia nelle case paterne di Vinci e di Firenze. Sulle ali della poesia, Leonardo e Caterina si ritroveranno a Firenze, in via Ghibellina, dove con molta probabilità iniziò la loro storia, nel giorno del compleanno del Genio Vinciano e Fiorentino.
L’io narrante di questi testi è comunque affidato alla figura di un ben camminatore (raro cade chi ben cammina), un personaggio ideale, testimone del nostro tempo che ripercorre le orme dei suoi padri, in un viaggio interiore, per giungere al segreto del Genio. Sopra di lui, un Governatore delle acque, una presenza vitale, essenza della natura circostante, che ordina le cose lasciando all’acqua, vetturale della natura secondo Leonardo, la convinzione di scavare e divellere in profondità delle verità sepolte, spesso senza successo, per poi confluire e abbandonarsi nel grande fiume Arno.
La presentazione Dalla Via di Caterina al Governatore delle acque sarà curata dal critico, Giovanna Fozzer, con l’introduzione della poetessa Mariagrazia Carraroli dell’Associazione Novecento Poesia. A dar voce al ben camminatore sarà l’attore Andrea Giuntini. E’ prevista la presenza dell’autore dei testi presentati, Nicola Baronti, e dei rappresentanti del Comitato Dama di Bacco di Vinci e della Libera Associazione dei Poeti e Scrittori di Fucecchio testimoni e patrocinatori di questa particolare esperienza poetica che ha avuto inizio proprio nelle campagne di Vinci, con un percorso teatrale fra le vigne e gli olivi del Montalbano patrocinato dal Comune, per giungere addirittura a New York, dove “ La Via di Caterina” veniva presentata in occasione del Columbus Day 2009.

(*) Francesco Cianchi, La madre di Leonardo era una schiava ? Ipotesi di studio di Renzo Cianchi con documenti inediti, con introduzione di Carlo Pedretti, Museo Ideale, 2008
Redazione Dama di Bacco
Palazzo Vivarelli Colonna, Orfeo musicante

sabato 3 aprile 2010

PASQUA 2010

R. Guttuso, Crocifissione

PERSONAGGIO DI SFONDO
DI UNA CROCIFISSIONE
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Un po' avanti negli anni
non è l'amore, è il gioco che fa complici
e promuove gli accordi. E' qui che cerco
gli amici - e qui li trovo: battitori,
raccattapalle.
Questo è il mio posto ormai: non fra i miei pari
ma fra i vili e gli sguatteri, fioriti
intorno a me per chiudere le porte
che dimentico aperte, per finire
la quaglia che ho ferito,
per dare un'ultima volta le carte
se mi trema la mano o il cuore è stanco.
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Giovanni Raboni, Gesta Romanorum (1951-1954)

venerdì 2 aprile 2010

Il Sepolcro, Vinci 2010
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LA VECCIA DEL GIOVEDI' SANTO
Cultura e tradizione della festa
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Fra le tradizioni della Settimana Santa, ovvero l'ultima di quaresima, quest'anno piace ricordare quella del Sepolcro di Gesù, che si prepara nelle chiese per le cerimonie liturgiche del Giovedì Santo, quando le campane sono legate e non suonano.
Un tempo, il sepolcro veniva composto con le statue raffiguranti la Passione, il Cristo deposto e la Madonna piangente, ed ornato con piante. Secondo una vecchia usanza, i fedeli preparavano per l'occasione delle piante coltivate nei mesi precedenti al buio (per assimilarle a quelle che potevano nascere in un sepolcro naturale), cresciute bianche e filamentose. Da noi di solito erano le vecce ( o veccie).
Propriamente la veccia è il seme di una pianta erbacea appartenente al genere Vicia, comprendente molte specie che crescono anche spontaneamente. La veccia veniva una volta usata come foraggio e i semi come mangime per animali da cortile. In tempi più remoti, si ricorda la veccia anche come surrogato del grano per farne una farina per la panificazione, seppure una consumazione eccessiva potesse dare degli inconvenienti lassativi.
Qualche mese prima della Pasqua, di solito le donne provvedevano a seminare le vecce in appositi vasi, che teneveano e curavano al buio, spesso nelle cantine, per poi portarle il Giovedì Santo al sepolcro di Gesù nella chiesa più vicina. E' evidente che il buio dava ai germogli e alle piante erbacee un aspetto un po' tetro, molto filamentoso, ed un colore bianco, quasi albino, al punto che nel gergo comune quando si vede una persona molto pallida in volto ancora oggi si dice " Sei bianco come una veccia".
Il Sepolcro è ancora in uso nelle nostre chiese, forse con meno abbellimenti di una volta.
Restano tuttavia le vestigia di tali usanze nelle bellissime statue devozionali che adornano molte cappelle degli edifici sacri. Per esempio, molto particolari sono quelle della Chiesa di Santa Croce di Vinci, datate addirittura 1618, conservate ancora oggi nella Cappella del Crocifisso. Fra le donne è continuata la tradizione della coltivazione delle vecce o veccie, come dimostrano le immagini del Sepolcro realizzato a Vinci per quest'ultimo Giovedì Santo, ancora esposte.
Una curiosità sui Sepolcri: un tempo si diceva che con il giro delle sette chiese, visitando almeno sette sepolcri, si potevano ottenere indulgenze ed altri benefici. E' evidente che tale possibilità era consentita solo a chi abitava nei grandi centri. Per gli abitanti della campagna era assai difficile visitare sette chiese distanti, magari, anche decine di chilometri. Per cui i contadini di un tempo pensarono di sopperire all'esigenza e al debito scongiuro entrando ed uscendo sette volte dalla stessa Chiesa.
Un'ultima segnalazione, anche turistica: nella città di San Casciano da qualche anno, grazie alla passione di alcune persone, vengono realizzati nelle varie chiese del paese dei Sepolcri molto grandi, in luoghi artistici di particolare suggestione ( con opere di Lorenzetti, Bicci di Lorenzo, Masaccio). I Sepolcri restano aperti e visibili fino a tutta Pasquetta, occasione per una gita fuori porta e ricordare un'antica tradizione popolare.
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Il Sepolcro, Vinci 2010