venerdì 31 dicembre 2010

BUON ANNO AGLI AMICI DELLA DAMA DI BACCO


L'AUGURIO DI UN NUOVO ANNO
PIENO DI SODDISFAZIONI
E TANTE BELLE COSE

... con una poesia tratta dalla piccola suite di Nicola Baronti dal titolo 46 Capodanni pubblicata su Arte e Pensiero 2011, a cura delle Edizioni Helicon di Arezzo

(L’età di Giano)
Il vecchio anno attende al suo ordine assoluto,
astrazione di stanze familiari, di cose tangibili
nella morbosa possessività per destini attesi,
finché il giorno non volta faccia, il dado si riposa
nell’entusiasmo vezzoso di contraddizioni,
come i giorni giovanili, pungenti ed alterni,
la divina follia che non sta in margini di foglio.
Dietro queste mie mura, che nascondono
mappe del cuore annodate da pugni fanciulli,
scaglio lontano giavellotti per nuovi amori
e una febbre altissima assale, allunga di luce
i pomeriggi, corrompe benigna,
anno dopo anno, quella voglia all’infinito
dell’essere per essere,
coerente.





AUGURI DALLA DAMA DI BACCO

lunedì 27 dicembre 2010

ANCORA SULLA FESTA DEI SANTI GIOVANNI

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LA FESTA DEI SANTI GIOVANNI,
LA FESTA SMARRITA
Vinci, 27 dicembre - San Giovanni Evangelista
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Il 27 dicembre, San Giovanni Evangelista, per Vinci era una festa importante, almeno fino ai primi anni del Novecento ovvero la festa del patrono del Comune di Vinci. Per maggiori approfondimenti si rimanda al post dello scorso anno. Questa volta ci soffermiamo sulle origini e natura della festa civile e cristiana.

I SANTI GIOVANNI E LE PORTE SOLSTIZIALI
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Le feste dei Santi Giovanni, che coincidono con i solstizi, evocano antichi riti agricolo-pastorali legati al nome di Giano, un’antica divinità bifronte degli Italici, identificato con il Sole nel ciclo giornaliero e annuale. Giano, re leggendario e divino, avrebbe dato inizio alla civiltà, istituendo i riti religiosi e promuovendo la civiltà. In suo onore le corporazioni degli artigiani romani celebravano le due feste solstiziali.
Giano era, in senso generale, il “custode delle porte” ed esercitava la sua influenza su ogni passaggio e su ogni inizio o principio. A lui erano consacrati il primo mese dell’anno, l’inizio di ogni mese, di ogni giorno e di ogni attività. In quanto divinità solare Giano aveva il controllo delle porte del Cielo, che il sole apre con l’alba e chiude con il tramonto, così come all’inizio e alla fine dell’anno solare.
Nel ciclo annuale Giano apre e chiude le Porte Solstiziali, attraverso le quali il sole dà inizio alle due metà, ascendenti e discendenti, del percorso annuale.
Il volto di Giano è bifronte (duplice). Da una parte è raffigurato con un volto maturo e barbuto, a simboleggiare - secondo una concezione platonica - l’attenzione rivolta alle cose del mondo, dall’altra con un volto giovane e gioioso a rappresentare invece l’aspetto divino dell’anima, attratta da Dio.
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Il nome di Giovanni, che nella tradizione cristiana, si viene a sovrapporre a quello di Giano, viene interpretato nel medioevo come “Grazia del Signore”, collegandola alla parola ebraica hanan, dal doppio senso di misericordia e di lode, per cui i due significati di “Misericordia di Dio” e di “Lode di Dio”, corrisponderebbero alle direzioni ascendenti e discendenti delle due metà del cielo annuale, in quanto la misericordia scende da Dio sugli uomini, mentre la lode sale verso la divinità. Altri studiosi invece intravedono nella radice ebraica Joni (giorno), legata al significato solare del termine, il collegamento fra il cristiano Giovanni e il pagano Giano.
I Santi Giovanni trovano pertanto un preciso riscontro nel simbolismo collegato al rapporto fra Cristo e San Giovanni Battista, come le due metà ascendente e discendente del ciclo solare. L’Evangelista muore il 24 giugno perché in quel giorno il Sole inizia a decrescere, ma la sua festa è celebrata il 7 dicembre, data della dedica della sua Chiesa ad Efeso, in quanto per la Chiesa significa la rinascita della luce e del verbo. Il Battista celebra la nascita al Solstizio d’estate, che l’Angelo del Signore annuncia come giorno di gioia in quanto, pur dando inizio alla fase oscura dell’anno, annuncia e prepara la via al prossimo avvento di luce.
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Secondo anche l’iconografia classica, nell’immagine giovane e imberbe dell’Evangelista emerge il volto bello e giocondo di Giano, simbolo del solstizio d’Inverno, mentre nella figura del Battista si ripropone la faccia barbuta ed accigliata del Dio, in rapporto al Solstizio d’Estate.
L’espressione popolare di San Giovanni che ride e San Giovanni che piange si riferisce ai due volti di Giano ed agli opposti significati attribuiti alle due Porte Solstiziali e alle due metà dell’anno, benefica e favorevole la prima, triste e malefica la seconda.
L’associazione ed il culto dei due Santi Giovanni sono comunque una tipica espressione del culto cristiano medievale. Si ricorda, a titolo di esempio, l’intitolazione della Basilica dei Santi Giovanni in Laterano (oggi impropriamente chiamata San Giovanni) attribuibile addirittura a San Gregorio Magno (590-604 d.c.), in virtù probabilmente della conservazione delle reliquie dei due santi nella suddetta basilica.
La Festa dei Santi Giovanni trova infine ancora oggi un riscontro nell’ambito dei riti esoterici collegati alla Massoneria. I Santi Giovanni erano patroni delle Gilde muratorie in Germania e in Inghilterra. Le Logge dei tre gradi simbolici sono ancora oggi dette di San Giovanni.


Nota didascalica a cura di N. Baronti per la mostra
Natale a San Pantaleo. Tradizione e cultura della festa, 2007 per la Dama di Bacco
Ogni diritto è riservato. Si prega, se del caso, di citare la fonte

SUL LEONARDO DI BECCOROSSO


C'E' QUALCOSA CHE NON TORNA.....
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Un ulteriore aggiornamento sul busto leonardiano: come evidenzia Francesco Cianchi il confronto fra la cartolina del 1921 e il busto leonardiano di Beccorosso evidenzia profili, abbigliamenti e materiali diversi, quello ottocentesco in terracotta e quello di campagna in pietra. C'è una certa somiglianza fra la mano dell'autore del Leonardo di Beccorosso e quella del Garibaldi sulla Via Roma, molto diversa invece da quella del busto raffigurato nella cartolina pubblicata. Il mistero continua .....u

domenica 26 dicembre 2010

A PROPOSITO DI BUSTI LEONARDIANI.....


Monumento a Leonardo, Vinci 1921
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SUL MONUMENTO OTTOCENTESCO DI LEONARDO
Una interessante segnalazione ed alcune riflessioni
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La pubblicazione delle Befanate Vinciaresi sta suscitando interesse e riscoprendo la passione, l'amore e la dedizione per il paese da parte di molti vinciaresi. Come Dama di Bacco non può che fare piacere. Per tale motivo evidenziamo il commento lasciato da un lettore che probabilmente spiega la fine del monumento ottocentesco a Leonardo, che abbelliva l'omonima piazza, con la successiva nota del curatore dell'antologia (Dama di Bacco).

Dal commento al post della Dama di Bacco del 23 dicembre 2010:
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Salve, sono Matteo Cioni di Vinci, lavoro presso la Misericordia di Vinci, volevo fare i complimenti per il simpatico libro molto interessante, inoltre volevo precisare che il busto di Leonardo che compare nella cartolina non è andato perduto ma si trova adagiato sul muro di una abitazione in località Beccorosso di Vinci. Sono un collezionista di cartoline di Vinci, ho notato quelle nel libro, di cui ne possiedo alcune anche io e nel mio piccolo ho fatto delle ricerche. Magari un giorno ne parleremo di persona! Complimenti a presto.

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Ringrazio Matteo per la segnalazione. Spero ardentemente che sia lo stesso busto del monumento ottocentesco raffigurato nella cartolina pubblicata. In ogni caso, sarebbe interessante sapere per quale motivo dalla piazza principale del borgo prima, dal Museo Leonardiano poi, dove si trovava inizialmente conservato secondo alcune testimonianze, sia finito - ammesso che si tratti effettivamente dello stesso - nella casa di Beccorosso. Alessandro Vezzosi nel libro "I ritratti di Leonardo", edito nel 2009, pubblica una foto e nella didascalia parla di un busto "dimenticato" nella campagna vinciana. Personalmente, non desidero entrare nel merito della vicenda storica. Nel recente libretto sulle tradizioni popolari ho preferito riportare esclusivamente i fatti, usando il condizionale sull'attuale destinazione del busto, per non ingenerare subito delle polemiche inutili. Non spetta a me risolvere la complessa storia. Non ho i titoli, nè gli strumenti per farlo. La mia speranza era quella di provocare - con spirito costruttivo - gli animi vinciaresi e, magari, invogliare qualche storico locale a ricercare e scrivere sull'annosa vicenda del monumento a Leonardo, che peraltro s'intravede in altre cartoline. Non è vero, quindi, che "a Vinci si dorme sempre", come annotava il funzionario cinquecentesco della Podesteria di Vinci!
Per la ricerca storica sulle tradizioni popolari ed il contenuto del libretto, in verità, mi interessava molto di più l'epigrafe dedicata a Leonardo, che Francesco Cianchi peraltro ricavava da alcune fotografie dell'epoca, non tanto dalla cartolina dove risultava illeggibile. Come si può evincere da chi avrà la possibilità di sfogliare il quaderno, si tratta di una iscrizione che ricalca la forma latina, indizio di una mano molto preparata. Per tale motivo, Renzo e Francesco Cianchi pensavano ad un compositore fiorentino, peraltro invitato a Vinci in occasione dell'inaugurazione del monumento nel 1875. Io propenderei per un poeta, per mera partigianeria ! In ogni caso - come si sottolinea nel libro delle befanate - i Vinciaresi non sono riusciti a festeggiare il centenario del monumento, anche perchè nel 1975, cento anni dopo, il monumento non c'era più, il busto era probabilmente smarrito nella campagna di Vinci, come hai segnalato; della storica epigrafe non v'era più traccia, se non il ricordo orale degli anziani.
Caro Matteo, mi congratulo per la tua passione di collezionista attento e preparato. Le cartoline pubblicate purtroppo non sono di mia proprietà, nè degli altri autori. Fanno parte di una bellissima collezione privata il cui proprietario mi ha chiesto di non rivelare il nome per motivi personali. Tuttavia sulla cartolina del monumento di Leonardo, che ho avuto il piacere di visionare e detenere per un giorno, ci sono delle ulteriori novità. Quando il libro era ormai in stampa, mi è stato riferito di una identica cartolina in possesso ad altro vinciarese, spedita addirittura nel 1921. Dovrebbe far parte di una mini serie di tre cartoline pubblicate da una casa editrice veneziana, così mi dicono. Ti auguro di trovarle al più presto, magari tutte quante! Si potrebbero pubblicare su di una prossima edizione delle Befanate o su altro quaderno di storia locale, con le opportune correzioni.
Colgo l'occasione, per ricordare che i proventi di questa prima edizione delle Befanate verranno destinati per opere di beneficenza. L'intenzione dei vari autori è quella di contribuire al restauro di una opera d'arte del nostro territorio. Il ricavato non sarà molto, per il numero limitato di copie e probabilmente di lettori. Il gesto tuttavia vuole essere il modo più diretto per testimoniare come, nel segno della tradizione popolare, sia ancora possibile per quei vecchi vinciaresi, evocati nella rima poetica toscana, raffigurati in vecchie cartoline, condividere assieme ai giovani di oggi l'amore, la cura e l'attenzione per il paese, collaborare nel segno della continuità storica alla comune opera per la tutela e la salvaguardia artistica e ambientale del nostro territorio (compreso il monumento ottocentesco di Leonardo). Grazie ancora Matteo, perchè con il tuo prezioso contributo confermi che vi è ancora la possibilità di far rivivere lo spirito e l'anima del luogo ..... alla faccia magari di chi parla male dei vinciaresi!

Nicola Baronti

sabato 25 dicembre 2010

NATALE A VINCI 2010, NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE

Albero di Natale a Vinci, 2010
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NATALE A VINCI E SAN PANTALEO
fra tradizioni, ricordi e leggende
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La BEFANATA VINCIARESE, appena uscita, sta suscitando molta curiosità. La speranza è che la prima edizione si possa esaurire al più presto. I ricavi andranno per la tutela e la salvaguardia di un'opera artistica del nostro territorio (che sveleremo al momento opportuno). Per il momento il ringraziamento va a coloro che hanno offerto alla Dama di Bacco il loro contributo di memoria e di passione per la riscoperta e valorizzazione delle antiche usanze contadine. Un grazie anche a GONEWS, il quotidiano di informazione on line dell'Empolese Valdelsa, che per fare gli auguri ha scelto una foto di Vinci innevata inviatagli da questo blog paesano.
Nel solco tracciato, si completa così il percorso delle tradizioni natalizie legate al territorio, oggetto della mostra evento Natale a San Pantaleo. Tradizione e cultura della festa, che si è svolta nella chiesa di San Pantaleone Martire in San Pantaleo, appena riaperta nel dicembre 2007. Una manifestazione che oltre a raccogliere oltre mille visitatori nella sperduta campagna, al gelo della chiesa, ancora senza acqua e luce, riscaldata solo dall'entusiasmo degli organizzatori del Comitato San Pantaleo e degli intervenuti, continua ad essere lo spunto e la fonte di ispirazione per tante altre iniziative natalizie. Anche le vecchie befanate vinciaresi, di cui alla recente pubblicazione, furono riproposte a San Pantaleo per la Vigilia dell'Epifania 2008.
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Le dodici noci di sale, San Pantaleo 2007

NATALE A SAN PANTALEO
Cultura e Tradizione della festa a Vinci e sul Montalbano

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LE TRADIZIONI DELLA NOTTE DI NATALE

Il 25 dicembre veniva già festeggiato nell’antica Roma secondo i riti della religione mitraica, in occasione del solstizio invernale, ovvero il giorno di più corto dell’anno, e la nascita del “ sole invitto”, in coincidenza con l’inizio dell’allungamento delle “ore” di luce.
Secondo gli usi e le tradizioni della civiltà contadina, a Vinci e sul Montalbano, il Natale conserva pertanto ancora il carattere della festa inaugurale per l’inizio di un nuovo anno.
La notte di Natale, in particolare, è notte di prodigi, nella quale non si possono fare né fatture né incantesimi. Nel calendario dei contadini, la notte di Natale non conosce eguali, se non nella contrapposta notte di San Giovanni Battista, ovvero al solstizio d’estate, quando le tenebre purtroppo incominciano a riprendere il sopravvento ed i giorni a “ calare” le ore di luce
Nella tradizione del Montalbano è il momento in cui i “guaritori” insegnano o tramandano in segreto le formule per curare “magicamente” i vari malanni, le note “segnature” ad esempio contro le malattie della pelle, il cosiddetto “foco di S. Antonio”, oppure particolari malanni come i “bachi” dei bambini, gli orzaioli, le sciatiche, le verruche e così via. Una curiosità è quella legata anche al culto di San Pantaleone, considerato nella tradizione popolare, il protettore degli erniosi e per tale motivo spesso invocato dai guaritori.

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Alessandro Vezzosi spiega ai visitatori la piccola Epifania di Leonardo da Vinci, San Pantaleo 2007
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IL CEPPO
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La festa del Natale è conosciuta anche come il Ceppo, richiamandosi ad una vecchia usanza contadina. Il “capoccia” ovvero il capofamiglia, di solito la persona più anziana, nella vigilia di Natale sceglieva un “ceppo”, ovvero un grosso tronco di ulivo, da ardere nel focolare domestico, per riscaldare la casa in attesa dell’arrivo di Gesù Bambino. Ardeva quindi tutta la notte. Quello che restava veniva acceso per l’Epifania e l’Ascensione. Con le ceneri venivano benedetti i campi in segno di augurio per i nuovi raccolti oppure venivano preparati potenti talismani contro il male
La tradizione del Ceppo era l’occasione anche per trarre dalla fiamma auspici di vario genere secondo la quantità delle faville e la direzione che prendevano.
Il Ceppo era chiamato anche il “regalo” che i fidanzati facevano alle loro ragazze.
Oggi, il Ceppo è rimasto nel linguaggio comune ad indicare la tredicesima ovvero la cosiddetta “gratifica natalizia” oppure il “dono” che il datore di lavoro elargisce alle famiglie dei propri dipendenti e collaboratori in occasione della festa.
Molti sono i proverbi legati al Ceppo, come “ S’ha da mangiar tanto per Ceppo!”, espressione sarcastica se detta in tempo di carestia.
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Il presepe artistico di Giulio Calugi, San Pantaleo 2007

LE TRADIZIONI SMARRITE DELLA NOTTE SANTA

Un'altra tradizione, riferita dalla gente di San Pantaleo, era quella dell’Acqua zitta. Nella notte della Vigilia, il capoccia (capofamiglia) prendeva un paiolo di rame e riempito di acqua sorgiva lo metteva nel centro della tavola alla mezzanotte e lì stava fino al mattino, quando l’acqua “benedetta” dalla venuta di Gesù Bambino veniva aspersa nelle stanze della casa e nelle stalle degli animali.
Altri auspici, oltre alle faville del ceppo, venivano ricavati dalla gente del Montalbano dai “ dodici gusci di noce” (talvolta erano bicchieri), che colmi di sale venivano collocati sopra il focolare, dove bruciava il Ceppo. Alla mattina, i gusci che conservavano la maggiore quantità di sale indicavano i mesi più ricchi dell’anno, o secondo altre versioni, i mesi meno “bagnati” e quindi con una maggiore penuria di pioggia. Il giorno però dedicato dai contadini alla lettura dei simboli per pronosticare il futuro del nuovo anno era però quello del primo gennaio

La capannuccia della famiglia toscana, nel confessionale della vecchia chiesa. San Pantaleo, 2007

Un saluto, un ringraziamento ed un augurio speciale a tutti !

Gangalandi

Ogni diritto è riservato. In caso di riproduzione si chiede di citare la fonte.

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NATALE 2010
TANTI AUGURI DALLA DAMA DI BACCO

E' NATALE
E' Natale ogni volta che sorridi ad un fratello e gli tendi una mano.
E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro.
E' Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.
E' Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale.
E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.
E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.
Madre Teresa di Calcutta

giovedì 23 dicembre 2010

LA BEFANATA VINCIARESE, UNA SPOON RIVER TUTTA TOSCANA

T. Signorini, Vinci

NATALE A VINCI E SUL MONTALBANO.
CULTURA E TRADIZIONE DELLA FESTA
Dama di Bacco, 2010
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LA BEFANATA VINCIARESE
Una Spoon River tutta toscana
La Versiliana Editrice, 2010
RACCOLTA DI POESIE, PROSE POETICHE E STORNELLI
DELLA TRADIZIONE ORALE VINCIARESE
a cura di NICOLA BARONTI,
contributi di FRANCESCO CIANCHI
RAFFAELLO SANTINI e CRISTINA ANTONINI
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in compagnia dei personaggi vinciaresi, di ieri e di oggi,
da Benedetto Carlini (XVI secolo) al Nini del 2008.
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Edizione limitata e numerata per il Natale 2010
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I ricavi della vendita della prima edizione saranno devoluti
per opere di salvaguardia e tutela del patrimonio artistico di Vinci

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Si ringraziano coloro che nel ricordo delle vecchie generazioni di vinciaresi contribuiranno alla tutela e valorizzazione del nostro patrimonio artistico. Come dice un protagonista di Spoon River, oggi sono tornato " per essere onorato e onorare " il mio paese. Con la poesia, anche popolare, i vecchi personaggi assieme ai nuovi vinciaresi condividono l'amore, la passione, la dedizione per la storia e la memoria del territorio, senza soluzione di continuità
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Il Parco della Rimembranza, Vinci 17.12.2010

Ebbene sì, le Befanate sono uscite proprio venerdì 17 dicembre, a Fucecchio, nel mezzo della bufera di neve che si abbatteva su tutta la zona. A loro suggello si propone la foto del Parco della Rimembranza innevato, come luogo simbolo di questa raccolta, il luogo dove si trovava il vecchio cimitero del paese, il luogo della Rimembranza.
Con il gioco poetico della befanata vengono infatti evocati nel verso e rima toscana i vecchi personaggi del paese, colti nelle loro piccole manie, difetti e virtù. Per tale motivo, il sottotitolo richiama i personaggi di Spoon River, la cittadina statunitense, a cui E.L Master dedicò una strabilante antologia poetica nel 1915.
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I vasi d'oro e d'argento - San Pantaleo, 2007
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La foto, raffigurante il vaso d'oro e d'argento, richiama la befanata lirica del Cinquecento da cui molto probabilmente trae origine la Befanata Vinciarese e del Montalbano, una befanata fatta dai poeti, nei solotti, nelle accademie, ma anche in luoghi impensabili, come i conventi. Il testo vuole illustrare le origini del gioco poetico di società ripreso nell'ambito della civiltà contadina, seppure con forme e modi sicuramente meno aulici di quelli dell'Accademia fiorentina. La foto è stata scattata in occasione della mostra-evento, Natale a San Pantaleo. Tradizione e cultura della festa a Vinci e sul Montalbano, svoltasi a San Pantaleo dal 23.12.2007 al 6.1.2008, con oltre 1000 visitatori, organizzata dalla Dama di Bacco, in collaborazione con la Parrocchia di San Pantaleone Martire in San Pantaleo.
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I libri si trovano presso le cartolerie di Vinci

domenica 19 dicembre 2010

LA NEVICATA DEL 2010, Vinci 17 -18 dicembre

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Di nuovo neve nel 2010 ... e tanta ! Si parla di oltre 20 centimentri di neve caduta nel giro di poche ore che ha imbiancato il paesaggio vinciano.
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La torre vinciana
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La strada dei polli (sulla Via di Caterina)
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Vigneti imbiancati
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Skyline vinciarese
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Cartoline
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Bianche viti

Via Lamporecchiana (18.12.2010)
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La nevicata del 17 dicembre, venerdì
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La Via di Caterina, fra androne Ciofi e la Quarconia
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Pallate sotto l'Omo di Vinci
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Il muro di Paladino
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Primo caos nel piano della Madonna
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Foto di Gangalandi

sabato 11 dicembre 2010

PERSONAGGI DELLA VIA DI CATERINA, MOIRA

Autunno a San Pantaleo ( p.g.c. foto di Corrado Granata)
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RICORDI DALLA VIA DI CATERINA, 2009
Percorso eno-teatrale da Vinci a San Pantaleo,
sulle orme di Leonardo fanciullo
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MOIRA
La triade divina, costituita miticamente da tre sorelle (Cloto, Lachesi, Atropo, figlie dell'Erebo e della Notte) che secondo gli antichi greci e romani presiedevano al corso della vita umana, di cui svolgevano e troncavano inelittabilmente la durata, con una forza irresistibile superiore alla volontà e al potere stesso degli dei.
Nella Via di Caterina le sorelle parlano con le stesse parole di Leonardo tratte dai suoi pensieri. Ad interpretarle sono state tre attrici della Compagnia dell'Unicorno di Toiano Le foto sono state gentilmente concesse da Camilla Boldrini.


MOIRA (LE ZINGARE)
( Tre donne – anche una all’occorrenza - vestite come madonne, su trampoli dal Vincio ai vinci rossi, immersi nella nebbia. E’ il tempo che fugge…..)


Tempus fugit… tempus fugit… tempus fugit

O speculatore delle cose, non ti laudari di conoscere le cose, che ordinariamente, per sé medesima la natura, per sua ordini, naturalmente conduce; ma rallegrati di conoscere il fine di quelle cose, che son disegnate dalla mente tua

Non ci manchino modi nè vie di compartire e misurare questi nostri miseri giorni, i quali ci debban ancor piacere di non ispenderli e trapassargli indarno e sanza alcuna loda e sanza lasciare di sè alcuna memoria nelle mente de’ mortali.
Acciò che questo misero corso non trapassi indarno
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Tempus fugit… tempus fugit… tempus fugit

O tempo, consumatore delle cose, e o invidiosa antichità, tu distruggi tutte le cose! E consumate tutte le cose dai duri denti della vecchiezza, a poco a poco, con lenta morte!
Elena, quando si specchiava, vedendo le vizze grinze del suo viso, fatte per la vecchiezza, piagne e pensa seco,
perché fu rapita due volte.
O tempo consumatore delle cose, e o invidiosa antichità, per le quale tutte le (cose) sono consumate !

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Tempus fugit… tempus fugit… tempus fugit

( mostrando un fossile raccolto lungo il Vincio)
O tempo, veloce predatore delle create cose, quanti re, quanti popoli hai disfatti, e quante mutazioni di stati e vari casi sono seguiti, dopoché la meravigliosa forma di questo pesce qui morì per le cavernose e ritorte interiora… ora disfatto dal tempo, paziente giaci in questo chiuso loco, colle spolpate e ignude ossa hai fatto armadura e sostegno al sovrapposto monte ! ( indicando il Montalbano)

dalla Via di Caterina
(percorso teatrale itinerante a cura di N. Baronti e D. Lavoratorini, 2009)

sabato 4 dicembre 2010

LO STENTERELLO VINCIARESE SE NE VA A PISTOIA, 28 NOVEMBRE 2010

Federico Garcia Lorca, un genio ribelle
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IL G.A.D. CITTA' DI PISTOIA
CON IL GENIO RIBELLE
VINCE LA PRIMA EDIZIONE DEL
TEATRO DI QUARCONIA FESTIVAL
Vinci, ottobre - novembre 2010
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Domenica 28 novembre 2010 presso la Sala Incontri della Casa del Popolo di Vinci, alla presenza del Sindaco, Dario Parrini, e dell'Assessore alla Cultura, Alberto Casini, del Comune di Vinci, del Presidente dell'Assemblea del Circondario Empolese-Valdelsa, quali rappresentanti degli enti patrocinanti, si è conclusa la prima edizione della Rassegna di Teatro Amatoriale di Quarconia, con la cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori. La Giuria, composta da Silvana Santi; Armida Leporatti, Claudio Benelli, Raffaello Santini, Maria Polizzoto, Adelaide Faccenda, Paola Brogi, quale presidente dell'Associazione Casa del Popolo di Vinci, presieduta da Nicola Baronti, con l'ausilio di Luigi Palandri, presentatore della serata proclamava i vincitori, assegnando i seguenti riconoscimenti.
PREMIO ALLA MIGLIORE RAPPRESENTAZIONE TEATRALE alla Compagnia G.A.D. CITTA’ DI PISTOIA per lo spettacolo UN GENIO RIBELLE di Franco Checchi con la seguente motivazione:
Non è certo la rassegna teatrale di Quarconia a scoprire il G.A.D. Città di Pistoia, una compagnia di teatro amatoriale ormai conosciuta ed apprezzata in ambito regionale e nazionale. Come ogni anno, il G.A.D. CITTA’ DI PISTOIA ha presentato ancora una volta un testo teatrale inedito di Franco Checchi, bellissimo, dedicato alla vita ed ai vari aspetti della complessa ed articolata opera del fine artista andaluso dall’animo popolare, Federico Garcia Lorca. La rapida successione di quadri tratti dai vari testi teatrali, poetici e musicali, accuratamente selezionati, permettevano di valorizzare le qualità e le attitudini dei vari attori, affinate da una regia rigorosa, professionale, solo apparentemente distaccata. La riproposizione del pensiero di Garcia Lorca sul valore e l’importanza del teatro popolare costituiva infine una rinnovata dichiarazione di intenti da parte del G.A.D. Città di Pistoia per un teatro veramente libero, accessibile a tutti, senza distinzione di condizioni socio-economiche. Non v’è infatti un palcoscenico di città o provincia toscana che non abbia conosciuto il G.A.D. Città di Pistoia in quaranta anni di attività. L’amore e la passione per un teatro popolare, inteso anche come momento collettivo di conoscenza e di accrescimento culturale, traspariva in ogni scena della rappresentazione di Un genio ribelle che otteneva il massimo punteggio nelle varie categorie della rassegna, sia da parte della giuria che del pubblico.
Il trofeo rappresentante lo Stenterello Vinciarese, opera del giovane artista Emanuele Giraldi, va quindi ad arricchire la collezione di premi della compagnia pistoiese.
PREMIO ALLA MIGLIORE REGIA a CATERINA CASINI per la regia dello spettacolo “ …. C’ACECASSI SE NN’È VERO “ di Franca Neri presentato dalla Compagnia Teatro Popolare di Sansepolcro
PREMIO ALLA MIGLIORE SCENOGRAFIA
ad ALESSANDRO COLLU – MARIA MALISAN per la scenografia della commedia “MISSIONE DA I’ PARADISO” di A. Zucchini presentato dalla Compagnia I Soliti Ignoti da Vinci
PREMIO SPECIALE PER LA DIREZIONE MUSICALE, ADATTAMENTO DEI TESTI E VOCE SOLISTA a DANIELA DOLCE per lo spettacolo UN GENIO RIBELLE di F. Checchi presentato dal GAD CITTA’ DI PISTOIA
PREMIO SPECIALE ALLA CARRIERA a MARIA MALISAN BIANCONI per le numerose e svariate interpretazioni in cinquanta anni di teatro popolare a Vinci, dalla storica Filodrammatica Leonardo da Vinci alla Compagnia I Soliti Ignoti da Vinci.
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Caterina Boschi, la migliore interprete femminile
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PREMIO ALLA MIGLIORE INTERPRETAZIONE FEMMINILE a CATERINA BOSCHI per il ruolo di UNA DONNA SOLA (F. Rame) nello spettacolo VOLEVO SOLO PARLARE CON QUALCUNO presentato dalla Compagnia Teatrale Giardini dell’Arte di Firenze;
PREMIO ALLA MIGLIORE CARATTERISTA FEMMINILE (EX AEQUO) a SABRINA VADI per il ruolo di Rosa nella commedia UNA SQUILLO PE I’ PIZZICAGNOLO BEPPE di Marotta presentata dalla Compagnia Teatrale di Marcignana ed a DANIELA DE ROSA per il ruolo di Marta ovvero la contessa russa nella commedia COSE TURCHE di Fayad presentata dalla Compgania Mosaico di Scandicci.
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Alessandro Fedi, premio per il miglior attore maschile con la ZTL Bottegone
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PREMIO ALLA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE ad ALESSANDRO FEDI per il ruolo di Alexander nell’atto unico IO CHE BALLAVO PER SOLITUDINE di G. Golisano presentato dalla ZONA TEATRO LIBERO di Bottegone (PT)
PREMIO AL MIGLIORE CARATTERISTA MASCHILE a DIEGO BALDINI per il ruolo di Umberto Pandolfini nella commedia VACANZE FORZATE di A. Zucchini presentata dalla Filodrammatica Sanpierinese di San Pierino- Fucecchio

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Le autorità presenti, la giuria ed il numeroso pubblico presente ad ogni rappresentazione sottolineavano la riuscita della manifestazione, il buon livello delle compagnie presenti, trattandosi di una prima edizione, l’ottima organizzazione dell’Associazione Casa del Popolo con l’augurio sincero che possa essere per la nostra comunità, il nostro paese e comune, l’inizio di una nuova e proficua stagione di teatro popolare, non solo amatoriale, nel segno della continuità storica, del rispetto dei valori della tradizione, della passione della gente di Vinci che ha amato e ama ancora il Suo teatro.