martedì 14 agosto 2012

LA PASSEGGIATA DI SANTA MARIA, TRA VINCI E ORBIGNANO MILLE ANNI DI STORIA E TANTI RICORDI VINCIANI.


La madonna donatelliana - Chiesa S. Maria Assunta in Orbignano

FERRAGOSTO 2012
LA PASSEGGIATA DI SANTA MARIA
UN INEDITO PERCORSO DA VINCI AD ORBIGNANO
MILLE ANNI DI STORIA E TANTI RICORDI LEONARDIANI

Per questo Ferragosto 2012, anno di una palese crisi economica e clima torrido, con tanta gente che rimane in città, si propone un nuovo percorso a piedi, inedito soltanto perché dimenticato (più o meno in modo consapevole) dalle guide turistiche locali, ma che per storia, tradizioni, bellezze del paesaggio e artistiche è uno dei più belli del Montalbano.
Il motivo di tale dimenticanza? Forse perchè attraversa due province, Firenze e Pistoia, seppure per poco tempo ormai, in considerazione dei recenti provvedimenti abrogativi, oppure perchè riapre una pagina interessante, piena di interrogativi, della biografia leonardiana, proprio tra Anchiano e San Pantaleo? In verità la famiglia Da Vinci, nel tempo, si divideva tra i popoli di Santa Croce (Vinci) Santa Lucia (Anchiano) e Santa Maria di Orbignano (Lamporecchio). Quel che è certo, ai tempi di Leonardo, sicuramente la famiglia Da Vinci aveva  possedimenti alla Colombaiola, Beccaccia e alla Costareccia, la cui casa aveva uno stemma dipinto della famiglia di Leonardo, al pari di quella di Anchiano; come ricordano l'Uzielli e il Signorini nel loro taccuino di viaggio del 1872. La cappellina di San Rocco, nei pressi della chiesa di Orbignano, veniva costruita nel 1469, diciassette anni dopo la nascita di Leonardo, sui terreni della famiglia Da Vinci, come hanno evidenziato ricerche di archivio di Renzo Cianchi poi pubblicate nel 1983 da Dino Salvo Salvi, a cura del Club Turistico Leonardo da Vinci, in Orbignano. Note e divagazioni storiche nel Millennio della sua fondazione. La Costareccia, che è una delle mete del percorso proposto, era ed è ancora oggi nel comune di Vinci, a scanso di equivoci nella continua diatriba campanilistica del luogo dove potrebbe essere nato Leonardo. La leggenda e la tradizione sui natali del Mito è un'altra, più a monte, ed è quella di Anchiano, che fino a prova contraria rimane tale, almeno nell'immaginario collettivo. Non v'è dubbio tuttavia che la Costareccia alla morte del padre di Leonardo nel 1504 venisse ereditata dal fratello Domenico, che qui contrasse matrimonio nel 1536 e fece testamento nel 1544, sempre ai rogiti dello stesso Notaio, Giovanni Stefani di Pier Paolo da San Miniato. Domenico da Vinci sposò una compaesana della nonna paterna, Lucia Zosi di Bacchereto, ovvero una certa Fioretta di Stefano Vittorj che veniva da quel posto, al di là delle pendici del Montalbano. Il matrimonio veniva celebrato nella Compagnia  di Santa Maria del Pruno (ancora oggi visitabile) alla presenza di Prete Giovanni da Prato, Cappellano-Curato di detta Chiesa. Qui sono vissuti i discendenti di Domenico, che nel Seicento costituivano due rami distinti, Lorenzo e Bartolomeo, che spiegano anche le due case della Costareccia.  Quindi i Da Vinci si sono inseriti per oltre due secoli nella comunità di Santa Maria del Pruno di Orbignano, dando il loro apporto e contributo alla coltivazione di queste terre. Anche su questo dato di fatto è calato un sospettoso silenzio, almeno dal secondo dopoguerra dello scorso secolo.
Il percorso a piedi, al di là delle suggestioni leonardiane, vale comunque la pena per i paesaggi, spesso assai diversi, i mulini, le "acque operose" dei torrenti, quello scrigno di bellezze artistiche che è Santa Maria del Pruno in Orbignano. Ma andiamo per ordine, con pazienza per chi vuole continuare a leggermi, essendo chi scrive per linea materna un po' di quelle parti e quindi un tantino preso dal racconto. 

In ogni caso, ricordarsi che il percorso non è segnalato. Per chi viene da fuori o non è accompagnato da gente del posto è opportuno che prenda le debite informazioni presso l'ufficio turistico o le associazioni escursionistiche locali. E' anche vero che il percorso è carrabile almeno fino alla Costareccia. Può essere fatto con l'autovettura per tre quarti, con le dovute accortezze: sono strade assai strette. Orbignano si può raggiungere dalla strada provinciale del San Baronto, prendendo la deviazione in località Fornello oppure dalla località Costareccia salendo per la strada asfaltata fino a Tigliano e, da qui, riprendere la suddetta strada provinciale fino al Fornello.

La Madonna dei Setti Dolori alla Costareccia
 Il Tabernacolo della Rivoluzione del 1848,
esempio delle Madonne dei campi o Madonne Po'ere

Raro cade chi ben cammina
Note per il bencamminatore

Si parte da Vinci. Punto ideale la fraschetta, sotto il castello, dove scorre il Fiume della Pace, oggi giustamente in secca per non consumare acqua, vista la penuria. Ci si dirige verso il Montalbano e Anchiano.


Passata la strettoia delle antiche case, prima della deviazione per la Via Verde, sulla sinistra una epigrafe ricorda il Molino della Doccia, disegnato e ricordato da Leonardo nel Codice Atlantico, perchè qui veniva a macinare i colori .


Superato il molino della Doccia proseguire sempre a diritto, per la strada asfaltata in salita, fino a raggiungere il Frantoio del Ferrale, moderno edificio posto sulla destra. Se ben guardate, a sinistra, prima che la strada asfaltata volga con direzione San Baronto e Pistoia, vi è una vecchia strada di terra battuta. E' il vecchio tratto della strada comunale che di lì a poco si riconduce alla nuova, asfaltata. La strada inizia a scendere fino ad arrivare al ponticino sul rio di Balenaia, s'intravedono i vecchi mulini ed un tabernacolo ...



Corteggio queste note domestiche
come la pagine di una terra antica,
ricamate dall'azzurro sfumato sulla fitta vegetazione,
dove superstite una gora di pietre indica
il vecchio mulino e un cantuccio piccolo piccolo
dove fanciullo giocavo dietro ai gatti e ai sogni assoluti

N. Baronti, da La Via di Caterina, La Versiliana 2009


UN PEZZO DI CIELO CADUTO IN TERRA
Salvate il tabernacolo di Beccaccia

Sono ormai trascorsi quasi tre anni e il vecchio tabernacolo posto all'incrocio della via d'acqua, rappresentata dal rio di Balenaia, e di terra, la vecchia comunale, è stato abbattuto, confidiamo in modo accidentale. In seguito alle denunce di appassionati storici del paese, di una pagina di facebook aperta da Matteo Cioni, sembrava che la cosa venisse sistemata a breve. 
I resti del vecchio tabernacolo sono invece ancora là. 
Ed è triste quel pezzo d'intonaco colorato di celeste, tra le macerie, rivolto in alto quasi ad invocare il cielo. E' un tabernacolo importante per la tradizione, proprio perchè posto sul rio, all'incrocio della strada, molto antico, sulle terre che furono dei Da Vinci. Si pubblica una foto del tabernacolo realizzata dal FotoCineClub Leonardo nel 1998, anche per ricordare l'opera di questo sodalizio locale e, in primis, di Renzo Lupi che lo ha presieduto per anni. La speranza è che questa foto e questo post possano servire da modello e da incoraggiamento per ricostruire una "piccola" memoria del nostro territorio: il tabernacolo di Beccaccia,
Chissà se poi uno dei tanti artisti del Montalbano non offra la sua Arte per donare un'icona speciale ad un monumento campestre delle terre leonardiane. Si chiede troppo ?   

 Il tabernacolo di Beccaccia, 1998 ( da FotoCineClub Leonardo)

LA VIA DEI MULINI

Se ormai Valle Buia, detta anche la via dei mulini, sopra Anchiano, è conosciuta; altrettanto interessante è questo ulteriore tratto, una piccola deviazione che consigliamo di fare. Arrivati sul ponticino del rio di Balenaia, alla destra una strada sterrata invita a questo percorso dentro una fitta vegetazione, attraverso la quale possiamo vedere i resti delle vecchie gore, due vecchi mulini pressochè integri ( quello di Beccaccia e sopra di Balenaia), una bella cascata e un'antica sorgente d'acqua dove dissetarvi. Siamo veramente in un paesaggio dell'anima di Leonardo che studiava e amava queste acque "operose".

Capitoli d'intrecci e nodi infiniti di questo mio cosmo
riscattato da nuova vita e inevaso dagli uomini
convinti da cieli stellati, seppur senza luna per la forra
che s'intuisce dall'indaco notturno di un riflesso
lontano.
 Qui, un giorno, decisi di nascere.

N. Baronti, da Il Governatore delle acque,  Polistampa, 2010


TERRA DI VITI E OLIVI

Ritornati al ponte sul rio si prosegue il cammino in salita. Lo sguardo si perde negli incantevoli paesaggi dei vigneti (la foto è dello scorso anno) e delle antiche olivete, caratterizzate dai muri a secco, secondo gli usi del Montalbano. In questa zona, sono ancora visibili gli olivi centenari, che neppure la tragica gelata del 1985 è riuscita a danneggiare. Una terra particolarmente vocata a questa coltivazione. L'olio prodotto qui è senza dubbio uno dei migliori del Montalbano, come dimostrano i premi e i riconoscimenti ottenuti dai proprietari di queste storiche piante. Magari la gita può essere l'occasione per andare a visitare qualche fattoria vicina.



Sono le antiche pietre, inedite
all'ignoranza del pensiero in corso,
il riserbo della vigna invadente
ragnatelosa sul limite boscoso.

N. Baronti, da Ex libris,  Edizioni Helicon, 2011


LA COSTARECCIA E LA CASA DEI DA VINCI

Passata la forra ed il rio di Balenaia la strada comincia a salire, seguire sempre la strada asfaltata e andare a destra alle prossime deviazioni. Poi si torna a scendere per attraversare un altro rio (che proviene dalla forra di Burrino). Le case sono vecchi mulini trasformati. Si torna a salire fino a raggiungere delle abitazioni, ormai trasformate con gusti moderni. Siamo alla Costareccia. Sono ben visibili i due volumi, che rappresentano le due discendenze di Domenico, il fratellastro di Leonardo. In queste case era conservato lo stemma affrescato dei Dai Vinci e alcune antiche terracotte, che furono vendute dall'allora proprietario nei primi del Novecento, probabilmente a qualche appassionato di Leonardo che in questo luogo si recava in cerca di vestigia del Genio, magari nell'illusione di trovare ancora un suo ricordo "personale".  Le case sono ben individuabili perchè dinanzi a loro, sulla destra, la strada presenta una deviazione quasi ad angolo retto che s'inerpica per una ripida salita fino a Tillianum, ovvero Tigliano, antica frazione del comune di Vinci, ricordata addirittura in documenti del XIII° secolo. Per andare a Santa Maria - invece - bisogna proseguire diritto, costeggiare le due case, una moderna rete metallica, finchè l'asfalto finisce ed un altro antichissimo tabernacolo, detto della Rivoluzione perchè del 1848 indica la strada per andare alla chiesa di Orbignano.

Le case della Costareccia, come appaiono al ritorno. 
Qui visse Domenico, il fratellastro a cui Leonardo scrive una famossisima lettera

Dalla lettera al fratellastro Domenico

Amantissimo mio fratello. Solo questa per avisarti come ne' dì passati io ricevetti una tua, la quale io intesi tu avere auto erete, della quale cosa io intendo come hai fatto strema allegrezza: il che stimando io tu essere prudente, al tutto son chiaro come i' sono tanto alieno da l'avere bono giudizio, quanto tu dalla prudenza ...

Leonardo, Codice Atlantico, 202 v.a.


Orbignano e il vecchio tabernacolo

A questo vecchio tabernacolo è legata una leggenda familiare, delimitando per secoli il confine di proprietà tra la famiglia Da Vinci e la famiglia Ciattini, originaria di Tigliano. Maria Maddalena di Luca Ciattini fu moglie di Pier Lorenzo di Matteo, discendente diretto di Domenico, fratello di Leonardo, anche loro sposi in Santa Maria del Pruno il 15.02.1703, una storia di amore non lunga visto che lui risulta iscritto nel libro dei morti nell'agosto dello stesso anni di anni 28 (senza indicazione della sepoltura) e lei lo raggiunge di lì a poco, all'età di 25 anni. Chissà che cosa possa essere successo? ... un amore fatale o qualche epidemia contagiosa?

Nota per il bencamminatore. Attenzione, arrivati al tabernacolo proseguire a diritto per la strada sterrata. Non è detto che la strada più comoda sia quella giusta ! In questo caso occorre seguire la strada sulla destra, anche se appare un viottolo trasandato, non lasciarsi indurre in tentazione dalla larga strada carrabile sulla sinistra. Bisogna scendere ancora sulla destra, raggiungere la forra detta del Sordo, attraversare il nuovo rio (peraltro qui era il confine catastale leopoldino con il comune di Serravalle Pistoiese) e la strada di nuovo incomincia a salire, sulla sinistra costeggiando un'abitazione in pietra. Arrivati in cima alla salita, vi trovate in un'aia, oggi di un piccolo poderino ammodernato con una casa ristrutturata, dove peraltro si vendono i prodotti della terra (vino, olio ...). Attraversare l'aia e girare intorno alla suddetta abitazione, per raggiungere una strada in salita posta sul retro. E' l'ultimo tratto che conduce alla Chiesa di Santa Maria del Pruno. La strada una volta era caratterizzata, in alcuni punti, da un acciottolato particolare che lasciava pensare ad un antico percorso di epoca romana. Il tragitto, a questo punto, è di una estrema facilità, seppure in ripida salita. Vi guida il campanile della millenaria chiesa. L'edificio che vi si addossa, assai colorato, è una "fattoria didattica" per bambini e giovani studenti.


La Chiesa di Orbignano è millenaria. Dal 1640 è una Prioria. Per secoli è stato uno scrigno di opere d'arte, alcune rimaste nascoste per molto tempo, come gli affreschi di scuola giottesca riscoperti negli anni Cinquanta del secolo scorso. Nella chiesa è conservata la veneratissima immagine della Madonna del Pruno, opera lignea oggetto di vari restauri  nel corso dei secoli che non permettono una precisa datazione, chi dice del Trecento, altri parlano del Quattrocento. Le cose più preziose sono comunque le due effigi che si trovano sopra i monumenti funebri delle pareti laterali. La Madonna con il Bambino, in marmo bianco, è stata attribuita alla cerchia di Donatello. E' servita per alcune riproduzioni in serie, copie fedeli esistono nei musei di Berlino, Londra e Parigi. Anche l'altra Madonna è un rilievo marmoreo del Settecento della scuola del Sogliani. Altre opere d'arte, qui una volta visibili, sono state trasferite per motivi di sicurezza. Gli antichi affreschi, comunque, donano un fascino del tutto particolare a questa chiesetta di campagna. Il problema? Trovarla aperta. Di sicuro lo è durante le funzioni religiose della domenica mattina, altrimenti bisogna sentire qualche volontario della parrocchia. La speranza è che instaurando un flusso turistico nuovo, magari partendo proprio da Vinci, il percorso del resto lo merita, si possano programmare degli orari di apertura. Ne vale certamente la pena.

Gli angeli musicanti (particolare di affresco)

Tra gli affreschi s'intravedono immagini di un presepio, di una grande crocifissione e di una gigantesca Madonna della Misericordia  - la storia più leggibile - che sotto il suo rosso mantello raccoglie i fedeli. Un famoso poeta pistoiese, molto presente anche da queste parti, così scriveva negli anni Ottanta

Orbignano; vetusta Prioria
la cui gente un antico dipintor
ritrasse, accolta in umile fervore,
nel manto della Vergine Maria,
celeste madre del Divino Amore

Bruno Bruni


   La Cappella di San Rocco del 1469,
costruita sulle terre dei Da Vinci


LA FESTA DI SANTA MARIA ASSUNTA AD ORBIGNANO

E' la festa patronale, che l'accomuna ad un altro popolo importante del Montalbano, Faltognano. Accanto alle funzioni religiose, alla processione, sono previste varie attività ricreative come la grande cena all'aperto con musica dal vivo, nello spirito delle antiche feste di campagna.
Un ferragosto più intimo, più fresco e genuino. Certamente diverso dalle assolate e affollate spiagge.


AVVERTENZE.
Il percorso raccontato non rientra tra quelli turistici e segnalati. In caso di dubbio, anche per sapere gli orari di apertura della Chiesa di Orbignano, si consiglia di rivolgersi agli uffici turistici locali, a Vinci davanti al Castello, oppure alle associazioni escursionistiche locali (come Montalbano Domani). Bisogna stare attenti, soprattutto laddove finisce la strada asfaltata. La lunghezza è di circa quattro chilometri (considerate che c'è anche il ritorno). La strada  è per tre quarti asfaltata, in piena campagna tuttavia. La deviazione sulla via dei mulini di Beccaccia e l'ultimo tratto sono in terra battuta, attraverso il bosco. I percorsi qui non sono segnalati. Occorrono certamente scarpe comode e riserva d' acqua. Il tragitto presenta un sali scendi continuo. Le quote più alte sono quelle della Costareccia (chiamata anche Zaccheria, per chia ha delle vecchie carte) a 116 metri s.l.m., mentre la chiesa di Orbignano si trova a 144 metri  s.l.m..

 Nota storica redatta da Nicola Baronti
per Dama di Bacco

mercoledì 1 agosto 2012

IL RICORDO DI RENZO LUPI, FOTOGRAFO A VINCI



DAI RICORDI DELLA DAMA DI BACCO
IL CARCIOFO D'ORO PER LA COMUNICAZIONE
A RENZO LUPI E AL FOTOCLUB LEONARDO DA VINCI
San Pantaleo di Vinci, 6 gennaio 2008