
Ripubblichiamo con piacere le note storiche riguardanti San Pantaleone Martire del progetto San Pantaleo e Caterina del 2007 ( a cura di N. Baronti).
Il dí di San Pantaleone é ricordato negli Statuti del Comune di Vinci fin dal 1418 (Rubrica 18) e ripreso in quella del 1564 (Rubrica 13) come feria ovvero festa riconosciuta di un popolo del Comune, collocandola nel calendario al 27 luglio ( il dies natalis, secondo le coordinate agiografiche), per cui nei due giorni prima e dopo la festa il popolo di San Pantaleo aveva la possibilitá di macellare oppure consumare il vino con il pagamento di una minore “gabella” al Comune di Firenze. In tale periodo erano sospese per il popolo di San Pantaleo le attivitá giurisdizionali del Podestá. Tutto ció a significare l’importanza della ricorrenza, molto probabilmente un’occasione per il ritorno alla casa di origine dei familiari che per varie vicissitudini erano andati a vivere altrove.
In effetti il popolo di San Pantaleo, secondo anche lo storico Repetti, era uno dei piú consistenti del Comune di Vinci, per numero di residenti censiti ( 274) il terzo nel 1551 ( dopo Vinci e Vitolini) il quarto (398) nel 1745, seppure quasi identico come consistenza a Vinci (575), Spicchio (572), Vitolini ( 411), crescendo come unitá fino al 1842 (546), con una dimensione pressappoco simile a quella di Vitolini.
Fra le famiglie di San Pantaleo presenti al tempo di Leonardo e ancora oggi residenti nel popolo si deve ricordare la famiglia “Cipolini”, come giá evidenziato da Renzo Cianchi nei suoi studi, un cognome nato dall’uso di “vocare” o meglio soprannominare le persone del posto, di cui recentemente è stato sicuramente rinvenuto presso alcuni documenti conservati nell’Archivio di Stato di Pistoia il nome del capostipite in un certo “Andrea d’Antonio di Giovansimone decto Cipolino”, vissuto nella metá del XV secolo, proveniente dal popolo di Sant'Amato.
Della famiglia si ricorda anche un Prete Benedetto di Piero Cipollini da Vinci vissuto alla fine del XVI secolo (1580).
Una nota finale di colore: per una coincidenza inevitabile con l’ottocentesca fiera comunale, la festa patronale probabilmente veniva anticipata alla prima settimana di maggio e fatta coincidere con un periodo dell’anno, in cui la zona di San Pantaleo era ricca ed abbondante di carciofi. Ancora oggi, la popolazione la ricorda volgarmente come la festa dei carciofi che, di solito, accompagnavano il lauto desinare per festeggiare il ritorno dei vecchi abitanti o familiari per vari motivi emigrati altrove.