giovedì 28 luglio 2011

LA FESTA DI SAN PANTALEONE MARTIRE, LA FESTA SMARRITA

San Pantaleone (opera di A. Papa), Vinci 2011




SAN PANTALEONE MARTIRE,


UN CULTO RITROVATO


(Apparita-San Pantaleo, 27 luglio 2011)


Nel giorno del cosiddetto fierino di Vinci, 27 luglio 2011, quando Cecco Santi torna a volare dalla millenaria torre, un’altra antica tradizione e culto risorge nella vicina Apparita- San Pantaleo, quello di San Pantaleone Martire. Padre Antonio Velotto, parroco di Lazzeretto-San Pantaleo dal 2007, è riuscito in questa particolare impresa nel giro di pochi anni. Ieri sera, Mons. Idilio Lazzari, Vicario del Vescovo di San Miniato, ha benedetto presso la Chiesa Parrocchiale di Apparita di Vinci la nuova statua processionale di San Pantaleone Martire, opera dell’artista leccese Antonio Papa, nel dì di San Pantaleone, ovvero dell'antica festa del contado di Vinci.


Nel contempo, un piccolo comitato sta già lavorando per il recupero ed il restauro dell’antica effige cinquecentesca del Santo di San Pantaleo, da poco riscoperta, dopo un oblio di qualche decennio a causa delle cattive condizioni. Il “nuovo” statuario San Pantaleone saluta il “vecchio” dipinto in un rinnovato sforzo della popolazione per la valorizzazione delle antiche tradizioni del Montalbano, dove di San Pantaleone se ne venerano due, uno al di qua e uno al di là del monte, nei dintorni di Pistoia: una vera e propria particolarità di questo territorio ( in Toscana, si ricorda solo il San Pantaleone di Pieve a Elici, in Massarosa).


San Pantaleo di Vinci ha avuto indubbiamente un rinnovato smalto grazie anche al progetto di valorizzazione e promozione culturale denominato San Pantaleo e Caterina, iniziato nel 2007.


Caterina era la madre di Leonardo, accasata ad Accattabriga dei Buti di Campo Zeppi, colle che si trova dinanzi alla chiesa e dove sono si trovano ancora le vestigia del ricordo leonardiano. A giorni ci saranno probabilmente ulteriori novità, sviluppi e riscoperte sia a livello storico che artistico legate proprio a Caterina e a San Pantaleo, non a caso definito il paesaggio materno del Genio Vinciano.
Ripubblichiamo con piacere le note storiche riguardanti San Pantaleone Martire del progetto San Pantaleo e Caterina del 2007 ( a cura di N. Baronti).



Le case dei Buti e della Caterina, San Pantaleo 2007


LA FESTA DI SAN PANTALEO


E GLI STATUTI DEL COMUNE DI VINCI (1418-1564)


San Pantaleone Martire, patrono del popolo di San Pantaleo, sarebbe morto nel 303. Secondo la passio (legata soprattutto alla leggenda) era un cristiano, medico personale del Cesare Galerio, ed avrebbe subito il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano: patrono dei medici (insieme ai santi Cosma e Damiano condivide il modello martoriale e taumaturgico di santi medici “anargiri”) e delle ostetriche. E’ ricordato per avere dato tutti i suoi averi ai servi ed aver esercitato la medicina nel nome di Dio in modo gratuito, suscitando l’invidia della venale medicina pagana. Il suo emblema è la palma. L’etimologia del nome deriva dal greco (Pantaleémon) e significa “interamente leone, forte in tutto”, anche se la leggenda del santo narra che nel momento della sua condanna a morte, mentre i carnefici chiedono perdono, una voce dall’alto cambia il nome del giovane “ Non ti chiamerai piú Pantoleon, ma il tuo nome sará Pantaleémon, perché avrai compassione di molti: tu infatti sarai porto per quelli sballottati dalla tempesta, rifugio degli afflitti, protettore degli oppressi, medico dei malati e persecutore dei demoni”. Colpito a morte, continua la storia, dalla sua ferita esce sangue misto a latte, mentre l’albero al quale Pantaleone venne legato si carica di frutti.
Il dí di San Pantaleone é ricordato negli Statuti del Comune di Vinci fin dal 1418 (Rubrica 18) e ripreso in quella del 1564 (Rubrica 13) come feria ovvero festa riconosciuta di un popolo del Comune, collocandola nel calendario al 27 luglio ( il dies natalis, secondo le coordinate agiografiche), per cui nei due giorni prima e dopo la festa il popolo di San Pantaleo aveva la possibilitá di macellare oppure consumare il vino con il pagamento di una minore “gabella” al Comune di Firenze. In tale periodo erano sospese per il popolo di San Pantaleo le attivitá giurisdizionali del Podestá. Tutto ció a significare l’importanza della ricorrenza, molto probabilmente un’occasione per il ritorno alla casa di origine dei familiari che per varie vicissitudini erano andati a vivere altrove.
In effetti il popolo di San Pantaleo, secondo anche lo storico Repetti, era uno dei piú consistenti del Comune di Vinci, per numero di residenti censiti ( 274) il terzo nel 1551 ( dopo Vinci e Vitolini) il quarto (398) nel 1745, seppure quasi identico come consistenza a Vinci (575), Spicchio (572), Vitolini ( 411), crescendo come unitá fino al 1842 (546), con una dimensione pressappoco simile a quella di Vitolini.
Fra le famiglie di San Pantaleo presenti al tempo di Leonardo e ancora oggi residenti nel popolo si deve ricordare la famiglia “Cipolini”, come giá evidenziato da Renzo Cianchi nei suoi studi, un cognome nato dall’uso di “vocare” o meglio soprannominare le persone del posto, di cui recentemente è stato sicuramente rinvenuto presso alcuni documenti conservati nell’Archivio di Stato di Pistoia il nome del capostipite in un certo “Andrea d’Antonio di Giovansimone decto Cipolino”, vissuto nella metá del XV secolo, proveniente dal popolo di Sant'Amato.
Della famiglia si ricorda anche un Prete Benedetto di Piero Cipollini da Vinci vissuto alla fine del XVI secolo (1580).
Una nota finale di colore: per una coincidenza inevitabile con l’ottocentesca fiera comunale, la festa patronale probabilmente veniva anticipata alla prima settimana di maggio e fatta coincidere con un periodo dell’anno, in cui la zona di San Pantaleo era ricca ed abbondante di carciofi. Ancora oggi, la popolazione la ricorda volgarmente come la festa dei carciofi che, di solito, accompagnavano il lauto desinare per festeggiare il ritorno dei vecchi abitanti o familiari per vari motivi emigrati altrove.
Il Vincio, San Pantaleo 2007


Antonio Papa e San Pantaleone


La nuova statua di San Pantaleone Martire è opera dell'artista leccese, Antonio Papa, nato a Surano (LE) dove vive e lavora nel suo laboratorio d'arte, ormai conosciuto a livello nazionale. Sin da piccolo rivelava doti artistiche. Dopo la scuola media, nel 1978, frequentava l'ISTITUTO D'ARTE Di Poggiardo, nel 1979 veniva ammesso nel CONSERVATORIO di musica "TITO SCHIPA" di Lecce nella classe di organo e composizione organistica, nello stesso anno iniziava a frequentare uno dei più prestigiosi e antichi laboratori di CARTAPESTA: "FRATELLI MALECORE". I Maestri Antonio e Ugo Malecore, capirono subito le potenzialità artistiche e lo incoraggiarono a lavorare sulle grandi STATUE processionali; inizia così una collaborazione basata sulla stima reciproca, che continua tutt'ora. Intanto conclude gli altri studi facendosi apprezzare sia come musicista che come scultore.



Festa a San Pantaleo, 2008

domenica 24 luglio 2011

LA FESTA DELL'UNICORNO, Vinci 23 - 24 luglio 2011

Il riposo degli elfi, Vinci 2011


LA FESTA DELL'UNICORNO 2011

... per grandi e piccini !!!

Una fiumana di gente ha invaso Vinci in questi due giorni dedicati all'Unicorno! Al di là dei problemi logistici legati proprio alla regolamentazione di un così enorme flusso di gente, non sono venuti meno il piacere ed il divertimento, sia per grandi che piccini, per la grande festa di mezza estate. Talvolta viene da pensare a chi sia venuto per primo questa geniale idea e come le idee, soprattutto se originali e genuine, possono effettivamente sconvolgere anche il sonnolento tram tram di un piccolo paese, con le sue abitudini, i suoi girini, la solita gente, come quello del villaggio vinciarese. E mentre si evoca il medioevo fantasy, le mura medievali del piccolo borgo sono come d'incanto cadute dinanzi all'assalto pacifico degli appassionati e dei semplici curiosi. Bravo a chi ha avuto la geniale idea e a chi ormai la sta realizzando, anno dopo anno, con crescente successo.

Se mi arrabbio ... , Vinci 2011
La fiumana di gente, Vinci 2011
La farfalla, Vinci 2011

L'Omo nero, Vinci 2011



Fantasy coppia, Vinci






domenica 26 giugno 2011

PER UNA STORIA CONDIVISA, 100 ANNI CON VINCI NEL CUORE



Parrocchia di S. Croce - Vinci
Progetto per la valorizzazione religiosa, storica e artistica
del Santuario in occasione dei

Centenari della SS.Annunziata
1 ottobre 2011 – 16 maggio 2012


Vinci, 1911 – Il nuovo campanile
100 anni con Vinci nel cuore
Raccolta di immagini (cartoline e fotografie) del paese
fra Ottocento e primo Novecento


Se possiedi fotografie o cartoline con l’ immagine di Vinci e della sua gente (luoghi, scene di vita quotidiana, feste popolari, manifestazioni religiose e civili, eventi che hanno segnato la storia del paese) del periodo fino agli anni 1960/1970 e desideri farle conoscere o soltanto ricordare le puoi portare in Parrocchia. Le più belle e significative verranno ristampate ed esposte a cura del comitato per le celebrazioni in occasione del « primo » centenario del campanile dell’Annunziata: 1 ottobre 1911-1 ottobre 2011. Aspettiamo il generoso contributo di tutti coloro che portano Vinci nel cuore per festeggiare insieme un secolo appena trascorso all’ombra del campanile dell’Annunziata. Gli originali delle cartoline e fotografie verranno restituite ai legittimi possessori nel più breve termine possibile.
Per la consegna del materiale o ulteriori informazioni rivolgersi a Don Renato.


Fonte: Parrocchia S. Croce Vinci

sabato 18 giugno 2011

E' uscito EX-LIBRIS di Nicola Baronti, Premio CASENTINO 201O per la poesia



E' USCITO EX-LIBRIS

di NICOLA BARONTI

Premio Casentino 2010 per la Poesia

Edizioni Helicon Arezzo

In contemporanea con la proclamazione del vincitore del Premio Casentino per la Poesia 2011, Rodolfo Vettorello, è uscito per le edizioni Helicon di Arezzo il testo vincitore della passata edizione, Ex-Libris , raccolta poetica di Nicola Baronti, vinciarese o vinciano che dir si voglia, fra le varie cose curatore del blog della Dama di Bacco. Dall'introduzione di Rodolfo Tommasi e dalla motivazione del Premio Letterario Casentino si trascrive:

" Nicola Baronti è un poeta autentico: catalizzatore dei più pressati e significativi umori novecenteschi, li sa offrire a un continuo rinnovarsi dell’idea della modernità, nel lessico quanto nello snodamento delle immagini, la cui sostanza persuade, allarma conduce il codice poetico a nuove formule di irradiazione semantica e dialettica. Quel tanto di distacco dal tema e dal postulato sostanziale, quella venatura ironica che solca la sotterranea vibrazione dell’amarezza, quei semitoni profondamente lirici che vengono ad illuminare improvvisi testo e contesto: sono queste le caratteristiche della scrittura poetica di Baronti, sono i suoi accenti stilistici di nuovo conio e timbro inconfondibile, dove può essere ancora respirabile persino l’ombra dell’Ariosto, così come possono essere rintracciate, e rivissute in termini inediti, le orme di Vittorio Sereni e Giorgio Caproni " .

Per ordinare e/o acquistare il libro : Edizioni Helicon - tel.0575 081001 oppure edizionihelicon@edizionihelicon.com

giovedì 2 giugno 2011

LA FESTA DEL 2 GIUGNO, NEL 150° ANNIVERSARIO DELL'UNITA' D'ITALIA


Torino, 2011 - Palazzo Carignano, sede del primo parlamento italiano


Un atto di amore per l'Italia, nel momento più doloroso della sua storia



ITALIA 1942

Ora m'accorgo d'amarti

Italia, di salutarti

Necessaria prigione.




Non per le vie dolenti, per le città

Rigate come visi umani

Non per la cenere di passione

Delle chiese, non per la voce

Dei tuoi libri lontani


Ma per queste parole

Tessute di plebi, che battono

A martello nella mente,

Per questa pena presente

Che in te m'avvolge straniero.



Per questa mia lingua che dico

A gravi uomini ardenti avvenire

Liberi in fermo dolore compagni.

Ora non basta nemmeno morire

Per quel tuo vano nome antico.


Franco Fortini (1917 - 1994)



Torino, 2011 Una ninna nanna blues per la nuova Italia

venerdì 27 maggio 2011

ANCHE LEONARDO E' STATO UN BAMBINO, RICORDI DALL'ALBUM DELLA VIA DI CATERINA

Vinci, 2009 - La Via di Caterina, Bucanuvole

QUANDO LEONARDO ERA PICCINO, ERA UN PO' BUCANUVOLE ?

(estratto dalle note di regia e testo teatrale)

Rifocillati nelle membra, sicuramente nell’udito, ascoltato Gangalandi, noto chiacchierone e pettegolo paesano, i camminatori proseguono per un’altra piccola altura. Ad un certo punto, una deviazione sulla destra indica una capezzana che scende giù nella valle. Davanti si apre un paesaggio immenso: il Montalbano con la valle del Vincio. A ben guardare, seppure da diversa angolazione, è lo stesso paesaggio che Leonardo raffigurò nel 1473 in un famoso disegno ancora conservato agli Uffizi di Firenze. In fondo valle, il torrente che vi scorre è il rio di Balenaia, che di lì a poco, confluendo con altri rii darà vita al Vincio. Le vigne assai rigogliose e il torrente sono accompagnate dai salici, che i contadini locali chiamano “ vinci”, i cui rami vengono utilizzati per legare le viti. Il loro colore, che cambia nelle stagioni, diventando rosso acceso nel pieno inverno, caratterizza il paesaggio. Dal Vincio e dai vinci deriva il nome del paese e della omonima famiglia. Per tale motivo, questa valle viene definita un po’ la culla naturale del Genio. Sopra di essa vigila, ancora oggi con ampi voli, il Nibbio che rappresenta il primo ricordo infantile di Leonardo. Su una piccola altura si erge il borgo pietroso di San Pantaleo con il secolare castagno selvatico, davanti Campo Zeppi con le case della Caterina.
Qui s’incontra uno stranissimo personaggio, un bambino mai cresciuto che lanciandosi per la capezzana in una corsa sfrenata invita tutti quanti a volare sulle ali della fantasia.
Il testo evoca altri personaggi reali dell’epoca, il Podestà e la Guarda dei Danni Dati, ovvero il “braccio armato”della legge, colui che sovrintendeva al tutela dei raccolti e delle varie colture
.

I' BUCANUVOLE

Ragazzo cresciutello, spiritoso quanto basta, ma ingegnoso.
Rappresenta la fantasia, come via di fuga di chi è costretto a vivere di poche cose.
Il riferimento storico è duplice: la norma del tempo per cui anche i fanciulli di sette anni erano sottoposti alle sanzioni del podestà e la figura del Campaio, ovvero come veniva soprannominata dalla gente la Guardia dei Danni Dati che doveva sorvegliare sulle colture, le vigne e i raccolti. E’ un monito anche per i bencamminatori che stanno inoltrandosi nelle vigne a non far raccolta senza autorizzazione….

Dai scappa, che ci pigliano, ci pigliano… ( corre in mezzo alle persone)
…. il Campaio !!!… Il Campaioo! Il Campaiooo …… è qui di dietro che sbuffa, non senti che alito, non senti che sogghigno, non senti vibra sotto il tuo passo. Se acchiappa ci massacra…. (si nasconde fra le persone)
ho portato via una ciocca d’uva oicché vvoi che sia, una raccolta sanza padrone… ma ‘un si pole, perché qui soggiogano anche i piccini. Il Podestà comanda anche sui fanciulli, dando l’ando a quel compare del Campaio che guarda i campi , le vigne e i frutti. Ha l’occhio di lince ma il corpo d’elefante. Senti … senti come sbuffa….. non portare via niente, non toccare uva o marrone - straniero stai attento, fa vedere le mani - se il Campaio ti acchiappa in difetto, ti massacra….. a me ha fatto l’orecchio di ciuco a portarmi anda e drio, su per il viottolo, insù fino al castello del Podestà.
Sia bene inteso, io, i podestà li ho conosciuti tutti!

Se in paese manca qualcosa sono subito imputato.
Chi ha preso il pollo ????… la faina….noooo !!! … la donnola …. Noooo !!!……la volpe noooo !!!….. allora o chi l’ha preso ?….. ma un lo sapete ? il Bucanuvole !!!!
( Il prosieguo alla prossima edizione della Via di Caterina)
Il Bucanuvole, interpretato dall'attore Andrea VAGNOLI, è apparso nell'affresco dei personaggi vinciaresi della "Via di Caterina, sulle orme di Leonardo fanciullo" soltanto nel 2008, riscuotendo da subito un grande successo fra i più piccoli.

Le foto dell'album sono state gentilmente concesse da Camilla Boldrini e Corrado Granata.

In molti, stanno richiedendo quando verrà fatta la prossima edizione della Via di Caterina. Speriamo presto. Tutto dipende dal contributo e dalla collaborazione di molte persone e, soprattutto, delle istituzioni. Per questi motivi, infatti, è saltata l'edizione del 2010.

Anche il libro scritto da Nicola Baronti, tratto dalle note storiche dello spettacolo teatrale ed un alternativo percorso di poesia "La Via di Caterina. Guida storica con note poetiche per turisti distratti" è ormai esaurito.

"La Via di Caterina, sulle orme di Leonardo fanciullo" è comunque un progetto e percorso enoteatrale ideato e scritto nel 2006 da Diletta Lavoratorini e Nicola Baronti, in collaborazione con gli attori-autori che si sono succeduti nelle varie edizioni. L'intenzione era quella di creare un piccolo "cammeo" fra le tante proposte ed invenzioni sulla figura di Leonardo. La misura del successo dell'iniziativa è data dal numero delle imitazioni che si sono succedute, mascherate in vari e diversi modi. Anche se nessuno avrà mai il coraggio di ammetterlo!



LA POESIA DELLA MARGHERITA GUIDACCI, FIRENZE 7 GIUGNO 2011



PIANETA POESIA 2011 Biblioteca delle Oblate
Via dell'oriuolo 26 firenze – martedì 7 giugno ore 17
Presentazione del libro
POESIA COME UN ALBERO
antologia di testi poetici
di MARGHERITA GUIDACCI
a cura di Giovanna Fozzer
(edizioni Marietti 2010)
Interventi di Laura Beconcini,
Margherita Pieracci Harwell
e della curatrice

Letture a cura di Andrea Giuntini
Segnaliamo una nuova presentazione fiorentina dell'antologia curata da Giovanna Fozzer sulla poesia di Margherita Pieracci, per una massiccia presenza di vinciaresi, come si chiamano nel nostro blog gli abitanti del comune di Vinci, secondo un vecchio uso locale. Margherita Pieracci Harwell, insegnante per molti anni presso le università statunitensi, originaria di Vitolini; Laura Beconcini e Andrea Giuntini, soviglianesi e quindi vincesi, in un italiano senza dubbio più corretto, animatori culturali in varie associazioni locali, sono alcune delle espressioni più interessanti di un territorio molto vivo nell'ambito culturale, anche in quei settori che qualcuno definisce ingiustamente di nicchia, soltanto perchè scoperti da chi non vive da queste parti. Chissà che Vinci, invece, non abbia i personaggi e la passione per diventare, a poco a poco, anche contro lo scetticismo degli stessi vinciaresi, la piccola Atene del Montalbano ?


Avanti tutta ... con Vinci, il Montalbano, i vinciaresi di ieri e di oggi nel cuore! Parola di Gangalandi.