sabato 18 gennaio 2014

LA "BEFANATA DEI POETI", UNA TRADIZIONE DEL MONTALBANO CHE SI RINNOVA CON I POETI DELL'OTTAVA RIMA. EPIFANIA 2014

 
 Gabriele Ara (pgc Simone Vaiani)

«LA BEFANATA DEI POETI»

 UNA TRADIZIONE CHE SI RINNOVA
 NELL’OTTAVA RIMA
Faltognano, 5 gennaio 2014 

Grande soddisfazione per gli organizzatori e i volontari della Casa del Popolo Circolo Arci di Faltognano per il ritorno dei poeti in ottava rima sulle colline del Montalbano. Tanta partecipazione e applausi del pubblico, in occasione di un giorno dedicato alla poesia satirica e goliardica secondo la tradizione della vigilia dell’Epifania. Potrebbe essere l’inizio di un nuovo progetto per la ricerca e la documentazione della cultura popolare e la riscoperta di spazi per la poesia nel territorio dell’Empolese-Valdelsa. Il tutto con inizio da Vinci, dove ormai da qualche anno, grazie ad alcuni appassionati, si sta svolgendo un lavoro di promozione e di valorizzazione delle tradizioni locali e, soprattutto, dell’importanza del linguaggio poetico,  nelle varie epoche storiche, attraverso la raccolta di materiali e di rime dei tanti poeti locali, da quelli accademici ai poeti contadini.

 Fabrizio Ganugi nell'ottava finale dedicata a concorrenti delle Primarie di Vinci

Nel ricordo della tradizione di Faltognano e del Montalbano, laddove cantavano gli ultimi poeti improvvisatori di Vinci, sono così tornati i poeti dell’ottava rima di oggi:  Gabriele Ara, pratese ma di origini vinciane, e il giovanissimo Fabrizio Ganugi. A sorpresa, anche un’altra giovane poetessa in ottava veniva invitata ad improvvisare, Angelica Filippini. Nonostante il tempo trascorso, la magia della festa e della tradizione locale funzionano ancora molto bene.  L’ottava rima dei giovani poeti presenti, in perfetta sinergia con il pubblico, ha attualizzato l’antica Befanata dei poeti, nobilitando il gioco di società delle veglie dell’Epifania, nelle ultime versioni degli anni Settanta assimilato esclusivamente alla goliardia.
Nell’occasione, la tradizione veniva ricordata con l’affissione di appositi cartelli dedicati alle befanate di Vinci del secolo scorso, in particolare a quella degli sposi e degli zitelli,  con un  ricordo anche ai tanti poeti di Vinci, animatori di questa usanza locale.  Seguendo infine lo schema del gioco cinquecentesco della Befanata, all’origine della tradizione popolare, con i nomi e i fatti relativi all’anno passato suggeriti dagli ospiti, trascritti su apposite schede, le « polizze » come un tempo venivano chiamate, sorteggiate di volta in volta, i poeti  venivano invitati ad improvvisare ottave su nomi e venture di personaggi e fatti dell’anno appena trascorso. Naturale anche il formarsi di una sorta di classifica. Non v’è dubbio che il fatto che abbia maggiormente colpito l’attenzione della gente, con tante segnalazioni, sia stato il passaggio dal Papa vecchio al Papa nuovo, sorteggiato ed eseguito con un bellissimo contrasto in ottava rima dai poeti. Seguono a ruota i personaggi politici nazionali, Renzi senza dubbio quello più indicato, ma anche  alcune signore della scienza che ci hanno lasciato nell’anno passato, Margherita Huck e Rita Levi Montalcini, oppure l’insolita proposta di uno storico incontro in “paradiso” dei cantanti con Jannacci, Califano e Little Tony. Inevitabile il ricordo nell’ottava di un personaggio come Carlo Monni. Non potevano mancare riferimenti a fatti come il “raddrizzamento della Concordia”, narrato improvvisando in ottava rima, oppure il suggerimento di un contrasto tra un precario ed un politico già pensionato, per tornare alla cronaca di tutti i giorni. I poeti si sono  cimentati anche sui candidati delle prossime primarie del PD vinciano, nonché sui prodotti locali, l’olio di oliva e i vini del Montalbano, protagonisti della cena contadina. Senza dubbio il sorteggio più insolito è stato quello della “polizza” che suggeriva nell’ordine: Pieraccioni assieme a Renzi e Brunetta ed infine, draghi e Skateboard. 
  Anche di fronte all’iniziale smarrimento, i poeti sono riusciti ad inventarsi l’ottava “strabiliante”, senza soddisfare tuttavia il proponente, o meglio un gruppetto di bambini, i quali con grande simpatia facevano notare al poeta che loro non intendevano il Draghi, personaggio con la maiuscola, bensì i “draghi” terrestri. Il suggerimento più bello per riportare l’antica festa nella dimensione dell’incanto e dell’innocenza dei bambini, nel tempo  diventati i protagonisti del giorno dell’Epifania, con la promozione ottocentesca della Befana da brutta strega a buona nonna, dispensatrice di doni. Una nota è tuttavia d’obbligo al cronista: quegli stessi ”draghi” erano il tema preferito dei disegni di un “certo” Leonardo fanciullo. Un bel segno perché la tradizione avanzi nel naturale confronto tra generazioni che ancora una volta riescono ad incontrasi nella poesia.
Alla fine della serata, dal sacco della Befana, si rinvenivano a sorpresa anche delle "Befane vianciaresi", di vecchio stile. Le proponiamo con l'ironia e la goliardia che contraddistingue la tradizione paesana, nell'assoluto anonimato, peraltro richiesto anche da uno degli autori (o autori?) in autografo.
(Gangalandi)



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