Gabriele Ara (pgc Simone Vaiani)
«LA BEFANATA DEI
POETI»
UNA TRADIZIONE CHE SI RINNOVA
NELL’OTTAVA RIMA
Faltognano, 5 gennaio 2014
Grande soddisfazione
per gli organizzatori e i volontari della Casa del Popolo Circolo Arci di
Faltognano per il ritorno dei poeti in ottava rima sulle colline del Montalbano.
Tanta partecipazione e applausi del pubblico, in occasione di un giorno dedicato
alla poesia satirica e goliardica secondo la tradizione della vigilia
dell’Epifania. Potrebbe essere l’inizio di un nuovo progetto per la ricerca e
la documentazione della cultura popolare e la riscoperta di spazi per la poesia
nel territorio dell’Empolese-Valdelsa. Il tutto con inizio da Vinci, dove ormai
da qualche anno, grazie ad alcuni appassionati, si sta svolgendo un lavoro di promozione e di valorizzazione
delle tradizioni locali e, soprattutto, dell’importanza del linguaggio
poetico, nelle varie epoche storiche,
attraverso la raccolta di materiali e di rime dei tanti poeti locali, da quelli
accademici ai poeti contadini.
Fabrizio Ganugi nell'ottava finale dedicata a concorrenti delle Primarie di Vinci
Nel ricordo della
tradizione di Faltognano e del Montalbano, laddove cantavano gli ultimi poeti
improvvisatori di Vinci, sono così tornati i poeti dell’ottava rima di
oggi: Gabriele Ara, pratese ma di
origini vinciane, e il giovanissimo Fabrizio Ganugi. A sorpresa, anche un’altra
giovane poetessa in ottava veniva invitata ad improvvisare, Angelica Filippini.
Nonostante il tempo trascorso, la magia della festa e della tradizione locale funzionano
ancora molto bene. L’ottava rima dei
giovani poeti presenti, in perfetta sinergia con il pubblico, ha attualizzato
l’antica Befanata dei poeti, nobilitando il gioco di società delle veglie
dell’Epifania, nelle ultime versioni degli anni Settanta assimilato
esclusivamente alla goliardia.
Nell’occasione, la tradizione veniva ricordata
con l’affissione di appositi cartelli dedicati alle befanate di Vinci del
secolo scorso, in particolare a quella degli sposi e degli zitelli, con un
ricordo anche ai tanti poeti di Vinci, animatori di questa usanza
locale. Seguendo infine lo schema del
gioco cinquecentesco della Befanata, all’origine della tradizione popolare, con
i nomi e i fatti relativi all’anno passato suggeriti dagli ospiti, trascritti
su apposite schede, le « polizze » come un tempo venivano chiamate, sorteggiate
di volta in volta, i poeti venivano
invitati ad improvvisare ottave su nomi e venture di personaggi e fatti
dell’anno appena trascorso. Naturale anche il formarsi di una sorta di
classifica. Non v’è dubbio che il fatto che abbia maggiormente colpito
l’attenzione della gente, con tante segnalazioni, sia stato il passaggio dal
Papa vecchio al Papa nuovo, sorteggiato ed eseguito con un bellissimo contrasto
in ottava rima dai poeti. Seguono a ruota i personaggi politici nazionali,
Renzi senza dubbio quello più indicato, ma anche alcune signore della scienza che ci hanno
lasciato nell’anno passato, Margherita Huck e Rita Levi Montalcini, oppure
l’insolita proposta di uno storico incontro in “paradiso” dei cantanti con
Jannacci, Califano e Little Tony. Inevitabile il ricordo nell’ottava di un
personaggio come Carlo Monni. Non potevano mancare riferimenti a fatti come il
“raddrizzamento della Concordia”, narrato improvvisando in ottava rima, oppure
il suggerimento di un contrasto tra un precario ed un politico già pensionato,
per tornare alla cronaca di tutti i giorni. I poeti si sono cimentati anche sui candidati delle prossime
primarie del PD vinciano, nonché sui prodotti locali, l’olio di oliva e i vini
del Montalbano, protagonisti della cena contadina. Senza dubbio il sorteggio
più insolito è stato quello della “polizza” che suggeriva nell’ordine:
Pieraccioni assieme a Renzi e Brunetta ed infine, draghi e Skateboard.
Anche di fronte all’iniziale smarrimento, i
poeti sono riusciti ad inventarsi l’ottava “strabiliante”, senza soddisfare
tuttavia il proponente, o meglio un gruppetto di bambini, i quali con grande
simpatia facevano notare al poeta che loro non intendevano il Draghi,
personaggio con la maiuscola, bensì i “draghi” terrestri. Il suggerimento più
bello per riportare l’antica festa nella dimensione dell’incanto e
dell’innocenza dei bambini, nel tempo
diventati i protagonisti del giorno dell’Epifania, con la promozione
ottocentesca della Befana da brutta strega a buona nonna, dispensatrice di
doni. Una nota è tuttavia d’obbligo al cronista: quegli stessi ”draghi” erano
il tema preferito dei disegni di un “certo” Leonardo fanciullo. Un bel segno
perché la tradizione avanzi nel naturale confronto tra generazioni che ancora
una volta riescono ad incontrasi nella poesia.
Alla fine della serata, dal sacco della Befana, si rinvenivano a sorpresa anche delle "Befane vianciaresi", di vecchio stile. Le proponiamo con l'ironia e la goliardia che contraddistingue la tradizione paesana, nell'assoluto anonimato, peraltro richiesto anche da uno degli autori (o autori?) in autografo.
(Gangalandi)
Nessun commento:
Posta un commento