IL CAPODANNO FIORENTINO
25 marzo
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Nei secoli scorsi non da tutte le parti Capodanno veniva festeggiato il primo gennaio.
Nelle vicine Pisa e Firenze, infatti, il primo giorno dell’anno si festeggiava il 25 marzo, ovvero la festa dell’Incarnazione o dell’Annunciazione, esattamente in corrispondenza al nono mese antecedente la nascita di Gesù.Nonostante l’entrata in vigore nel 1582 del calendario gregoriano che fissava al 1 gennaio, “ il primo dell’anno”, a Firenze si continuò a considerare il 25 marzo come il Capodanno Fiorentino. Ciò avvenne finchè il Granduca Francesco II di Lorena con decreto del 1749 sancì la fine di tale usanza.
_Nelle vicine Pisa e Firenze, infatti, il primo giorno dell’anno si festeggiava il 25 marzo, ovvero la festa dell’Incarnazione o dell’Annunciazione, esattamente in corrispondenza al nono mese antecedente la nascita di Gesù.Nonostante l’entrata in vigore nel 1582 del calendario gregoriano che fissava al 1 gennaio, “ il primo dell’anno”, a Firenze si continuò a considerare il 25 marzo come il Capodanno Fiorentino. Ciò avvenne finchè il Granduca Francesco II di Lorena con decreto del 1749 sancì la fine di tale usanza.
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LE NUNZIATE DI VINCI
Fra i due androni dell’antica piazza del Mercatale di Vinci, ovvero le due porte che conducevano ai sentieri della campagna vinciana, laddove una volta si trovava lo Spedale di Bonifazio in piazza, è possibile ancora oggi ammirare lo stemma dell’arte della lana e lì vicino il tabernacolo con l’effige della Nunziata di anonimo pittore, in passato attribuita al pittore cinquecentesco Fabrizio di Francesco Boschi. Vinci conta ben due “Nunziate”, quella che potete qui ammirare e l’altra, molto più importante, opera di Fra Paolino da Pistoia (1490 -1547), posta esattamente nella parte bassa del paese, in un edificio seicentesco oggi santuario mariano, un luogo che ai tempi di Leonardo veniva indicato anche come la Madonna di Sotto; probabile punto di arrivo dal XVI secolo della famosa processione civile e religiosa per le vie del paese, detta dei Santi Giovanni, che si svolgeva a Vinci in occasione del solstizio di inverno, il 27 dicembre, una festa purtroppo smarrita.
Dalla Guida storica della La Via di Caterina", 2009
Riceviamo da Francesco Cianchi una nota tratta da un articolo scritto dal padre e pubblicato su LA NAZIONE il 27.02.1959 in ordine alla storia e attribuzione del tabernacolo di piazza dello Spedale per la Casa di Vinci della SS. Annunziata:
Nel 1581 la casa era tenuta a livello dal fattore che amministrava nella zona i beni dell'ospedale di Bonifazio; poi tornò in piena proprietà dell'Ente che intorno al 1586 ne iniziò il retauro perchè minacciava rovina. Era fattore in questo tempo un certo Bartolomeo di Domenico Santini, già noto per essere stato il principale benefattore dell'oratorio della SS. Annunziata fuori dal castello; e fu nell'occasione di questi lavori eseguiti sotto la sua direzione, che la casa fu decorata del tabernacolo.
L'opera è del 1593. Ne fu autore il pittore fiorentino Fabrizio Boschi ( allievo del Passignano), al cui nome si trova segnato sul registro dell'ospedale, il 5 novembre di quell'anno, di mano dello spedalingo P. Leonardo Conti, un pagamento " per una tavola dentrovi la Nonziata di Firenze con cornicie dipinte intorno per fare un tabernacolo alla nostra casa di Vinci in su la piazza" e contemporaneamente, un altro pagamento ad un certo Maestro Paolo dipintore per " una cornice dorata servì per tavola mandata a Vinci".
Qualche anno dopo, il fabbricato veniva denominato nei registri dell'ospedale come la " casa di Vinci della Santissima Annunziata"
Renzo Cianchi, Un tabernacolo da salvare, La Nazione 4^ pag. 27.2.1959
Il Santuario della SS. Annunziata, Vinci
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