domenica 11 aprile 2010

ANCORA UNA RIFLESSIONE SUL TABERNACOLO DI PIAZZA DEL MERCATALE A VINCI

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RIFLESSIONI SUL TABERNACOLO
DELL’ANNUNZIATA DI VINCI
Un ricordo di Silvia Zampieri
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Riceviamo con piacere la segnalazione di Lidia Cinelli, restauratrice e operatore culturale di Vinci, a cui peraltro si deve il restauro e la conservazione di tante opere e luoghi della Toscana, come ad esempio il suggestivo Oratorio del SS. Rosario di Castelvecchio di Pescia, oppure la salvaguardia di affreschi in San Maria a Ripa e nella Collegiata di Empoli e nel centro storico di Fucecchio.

" Ho letto l'articolo sul tabernacolo di Fabrizio Boschi; vorrei ricordare che il restauro della tavola è stato fatto da una mia cara collega Silvia Zampieri di Sansepolcro , circa 17 anni fa, grazie all'intervento di Alessandro e Agnese Vezzosi. In quella occasione fu restaurata anche una tela raffigurante, se non sbaglio, la natività della Vergine che si trova nella parete di destra della Chiesa di Santa Croce .
Purtroppo Silvia ci ha lasciato da circa quattro anni e sono contenta che il suo lavoro nel nostro territorio sia ancora apprezzato e che il degrado non abbia provocato la perdita totale della pittura .
Fabrizio Boschi dipinse inoltre una bellissima Ultima Cena in affresco per l'ospedale fiorentino; forse per evitare un viaggio a Vinci, che ai tempi era alquanto scomodo, preferì fare una pittura su tavola anziché un affresco, come di consuetudine si usava fare per i tabernacoli all'aperto ".



Ringraziamo ancora per la doverosa segnalazione. Il progetto che sta seguendo la Dama di Bacco riguarda infatti quelli che definiamo i confini vinciani, ovvero la riscoperta della storia di Vinci, con i suoi usi, costumi e tradizioni ingiustamente rimasta in questi anni all’ombra del Genio di Leonardo, che comunque è e resterà figlio di questa terra. La Dama di Bacco è dedicata ai vinciaresi, ai testimoni del tempo di Leonardo, ma anche ai loro figli, nipoti e pronipoti che con il lavoro quotidiano, la passione e cura hanno saputo conservare il paesaggio e gli scorci dell’anima vinciana fino ai nostri giorni.
Per tale motivo, Silvia Zampieri, deve restare giustamente nel ricordo del paese di Vinci per la sua opera, passione ed esempio.
Dispiace constatare purtroppo che il Tabernacolo della Piazza di Vinci sia stato di nuovo un po’ abbandonato negli anni, non illuminato, senza neppure una targa che ne ricordi la storia, le attribuzioni, i restauratori e le committenze, pur essendo sotto gli occhi di tutti, nel centro storico e politico del paese. E questa volta non riteniamo che siano di ostacolo le solite questioni economiche, in quanto ci vorrebbe ben poco per dare maggiore decoro all’opera e un degno ricordo a coloro che si sono adoperati per la salvaguardia e la conservazione delle cose che abbiamo di più care.
La memoria – come si dice da noi – è sempre troppo corta o, peggio, non vorremmo che gli interessi delle persone e delle associazioni del volontariato culturale di oggi siano ben altri.
Vinci non è solo Leonardo.
Grazie a Silvia e a tutti coloro che ci aiutano a vedere le cose belle della nostra terra, perché non siano dimenticate.
Gangalandi



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