sabato 24 novembre 2012

DI CHE PARTITO SEI? GUELFO O GHIBELLINO ? UNA NOTA STORICA SULLA TRADIZIONE DI VINCI

 I merli guelfi del castello di Vinci (Foto Dama di Bacco)

COME SEI A VINCI : GUELFO O GHIBELLINO?

Una piccola nota, interessante per la storia del paese, anche ai tempi di Leonardo, quando la vita scorreva sul crinale del Montalbano e lungo le antiche strade che dal monte scendevano a valle, dal valico di San Baronto o dalla torre di Sant’Alluccio riscoprendo il ruolo e l’ importanza di vecchi borghi e toponimi sulle diramazioni, come Porciano, Orbignano, La Piastrina, San Pantaleo, San Bartolomeo a Stradona, da una parte; oppure Faltognano, Anchiano, Sant’Ansano dall’altra.
Incuriosisce, quindi,  la segnatura dall’Archivio Renzo Cianchi, pubblicata da Nicola Baronti su La Via di Caterina, Fucecchio, 2009  che riporta alla luce una serie di interessanti collegamenti tra i signori di Anchiano, gli Adimari, e il territorio di San Pantaleo; collegamenti che si ritrovano nel tempo, intrecciandosi addirittura con le storie e le proprietà di molti personaggi della biografia leonardiana, dai padrini alle madrine ( alcuni dei quali avevano terre sia ad Anchiano che a San Pantaleo), che con lo stesso personaggio ( la madre viveva in quel popolo).
La nota peraltro è importante anche per le successive vicende del borgo, considerato che tali lotte tra guelfi e ghibellini furono oggetto di accesi scontri politici e faziose polemiche laddove la guelfa Fiorenza predisponeva per la comunità vinciana alla fine del Trecento il primo statuto stabilendo una sorta di morte civile per tutti quei ghibellini, compresi i discendenti, che avevano partecipato alle congiure.
Non stupisce, quindi, che nel registro di tutti i danni che i ghibellini, vincitori a Montaperti, fecero contro i guelfi esuli, dal 5 settembre 1260, primo giorno dopo la battaglia, al giorno 11 novembre 1266, si trova citato San Pantaleo dove distrussero una casa. A carta 35v. del libro “Romanica Gotheburgensia/ Ed. k. Michaelson/II/Liber/Extimationum (Il Libro degli Estimi/ Anno MCCCLXIX/ Goteborg/ 1956, a cura di Olaf Bratto, Renzo Cianchi trascrive:    1260, …. Domini Bonacorsi Bellincionis de Adimariis … unam domum prop. S. Pantalei ad Vinci ipsius, j dicte ecclesie ij dni Tegrini iij et iiij eiusdem dni Bonacorsi, 1.40”.

Tornando ai rapporti tra i  Signori di Anchiano, gli Adimari e San Pantaleo, dove si estendeva il loro dominio privato, da una pergamena dell’Archivio di Casa Strozzi dell’anno 1337, pubblicata in estratto dall’Accademico fiorentino, abate Domenico Maria Manni, nell’opera “Osservazioni Istoriche sopra i sigilli antichi de’ secoli bassi, Tomo 15°, in Firenze, nella Stamperia dell’Arte, 1774”, nell’illustrazione del sigillo del Comune di Vinci, si rileva che Dom.na Tessa, vedova di Tegrino, chiamato Ghino, figlio di Bindo di Anchiano, e figlia di Arnolfo de’ Buondelmonti, dimorante in Firenze, nel popolo di San Felice in Piazza, vendeva beni posti a Vinci, in luogo detto Campo Zeppi, popolo di San Pantaleo. All’epoca, il prestigio e influenza degli Adimari stava finendo, almeno in quel di Anchiano, tuttavia poco più di un secolo dopo, un altro illustre personaggio nato in quel di Anchiano, il grande Leonardo, probabilmente gravitava  in quel Campo Zeppi, dove viveva la madre dal nome di Caterina, accasata all’Accattabrighe.

Le ultime ricerche e scoperte archivistiche confermano tuttavia che gli Adimari mantennero per molto tempo ancora stretti collegamenti con il popolo di San Pantaleo, ma questa è un'altra storia, speriamo di prossima pubblicazione !


 Lo stemma dell'attuale provincia di Firenze conserva le due anime, a sinistra ghibellina ed a destra guelfa, in ragione anche dell'inversione dei colori bianco e rosso tra il giglio e il campo,.


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