Don Primo Mazzolari con la gente di Bozzolo |
ì
NON A DESTRA
NON A SINISTRA
NON AL CENTRO
MA IN ALTO!
L'attualità politica di Don Primo Mazzolari
NUOVO “VINCINCONTRI”
CON VIRGINIO COLMEGNA
Vinci, Palazzina
Uzielli 21 febbraio 2014 h. 21,15
Il
21 febbraio 2014 alle ore 21,15 presso la Palazzina Uzielli è il nuovo
appuntamento con Vincincontri, ultradecennale
ciclo di incontri con i personaggi del mondo contemporaneo organizzato
dalla Commissione Cultura Vicariato del Montalbano Occidentale, con il
patrocinio del comune di Vinci. Con un titolo che è tutto un
programma, “Non a destra non a sinistra non al centro, ma in alto”, è dedicato a due personaggi di grande
attualità in questo momento storico italiano per una visione “alta” del senso
e dei valori della politica, che trae origine e linfa da esperienze pastorali
importanti, spesso controverse e dimenticate, come quella di don Primo
Mazzolari (1890- 1959), presbitero scrittore e partigiano.
A parlarne è un protagonista del nostro tempo, don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità di Milano, direttore per tanti anni della Caritas Ambrosiana per volontà del Cardinale Martini, con laurea magistrale honoris causa in Scienze Pedagogiche conferitagli nel 2011 dalla Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca per il suo impegno sociale. “Non a destra non a sinistra non al centro, ma in alto”: è il titolo dell’incontro con il quale si tenta di sintetizzare il senso e l’attualità del ministero di Don Primo Mazzolari, una delle figure più significative del Cattolicesimo italiano nella prima metà del Novecento. Il suo pensiero anticipa infatti alcune delle istanze del Concilio Vaticano II, sul tema della "Chiesa dei poveri", della libertà religiosa, del pluralismo, del "dialogo coi lontani". Qual è il senso del curioso titolo? Sul piano politico gli atteggiamenti e la predicazione di Don Mazzolari esprimono da subito una decisa opposizione all'ideologia fascista (nel 1931 subisce un vero e proprio attentato alla persona) e comunque ad ogni forma di ingiustizia e di violenza, da qualsiasi parte provenga, ponendo al centro della sua opera la “rivoluzione cristiana”. Durante la seconda guerra mondiale, nasconde numerosi ebrei e antifascisti; come, dopo di essa, anche alcune persone coinvolte nel fascismo ingiustamente perseguitate. Nel suo “dialogo con i lontani”, già da giovane parroco sperimenta nel suo paese con forte connotazione socialista originali iniziative pastorali, riflettendo, annotando idee e, soprattutto, cercando forme nuove per accostare tutti coloro che si sono allontanati dalla Chiesa. Nel dopoguerra, il suo interesse è rivolto anche ai “lontani” comunisti. La sua critica del comunismo è dura, seppure celebre è il suo motto del 1949 (l'anno della scomunica vaticana verso i comunisti): «Combatto il comunismo, amo i comunisti». Don Primo però non lesina ammonizioni anche ai primi parlamentari cattolici della Repubblica Italiana con l’invito alla coerenza e all’impegno: “Deputati e senatori vi hanno fatto i poveri” è il titolo di un suo famoso articolo. Stringe rapporti con le voci più libere e critiche del cattolicesimo italiano del tempo, dominato dal conformismo e dalla rigidezza nei confronti del mondo contemporaneo. È amico del fondatore di Nomadelfia don Zeno Saltini, del poeta padre David Maria Turoldo, del sindaco fiorentino Giorgio La Pira, dello scrittore Luigi Santucci e di molti altri. Il carattere innovativo e coraggioso di alcune sue pubblicazioni provocano un duro intervento del Vaticano. Nel 1950, Mazzolari apre il dialogo sulla proposta del movimento dei Partigiani della Pace (a prevalenza comunista) di mettere al bando la bomba atomica e approda tra i primi teologi all'accettazione dell'obiezione di coscienza con un durissimo atto di accusa contro tutte le guerre («La guerra non è soltanto una calamità, è un peccato», «Cristianamente e logicamente la guerra non si regge»). Non sempre compreso e amato dai superiori, a tale proposito, sono significative le parole di Paolo VI : «Lui aveva il passo troppo lungo e noi si stentava a tenergli dietro. Così ha sofferto lui e abbiamo sofferto anche noi. Questo è il destino dei profeti». Un profeta del dialogo e della pace tra gli uomini e i popoli, con una visione “alta” della politica, senza compromessi e mezze misure, dalla parte delle persone ingiustamente perseguitate, degli ultimi e dei poveri del mondo. Una storia senza dubbio da ricordare anche ai politici di oggi, grazie a Vincincontri 2014.
Fonte:
Commissione Cultura Vicariato Montalbano Occidentale
Per
informazioni: Parrocchia di Vinci tel. 0571 56033
|
Nessun commento:
Posta un commento