lunedì 7 aprile 2014

TEATRO E POESIA: IL GOVERNATORE DELLE ACQUE. UNA NUOVA ESPERIENZA DEL TEATRO DI VINCI, 12 APRILE 2014 ORE, 21,30 SALONE INCONTRI DELLA CASA DEL POPOLO


TEATRO & POESIA
 VINCI, CASA DEL POPOLO.
RASSEGNA RISVEGLI
12 APRILE 2014 ore 21,30

IL GOVERNATORE
 DELLE ACQUE
 di Nicola Baronti

Adattamento teatrale e regia di Fabiola Veracini.

La pittrice, SARA BELLINI.

Il musicista, FAUSTO BARONTI

I danzatori, MADDALENA PUCCI E MATTIA RIGATTI

La voce recitante: FABIOLA VERACINI
 


Sabato 12 aprile 2014, alle ore 21,30 presso la Casa Del Popolo di Vinci, nella rassegna Risvegli, viene presentato per la prima volta un testo originale in poesia. Dopo il successo dello scorso anno con lo spettacolo  “ I’ garibaldino vinciarese” ,  una produzione interamente del Teatro di Vinci dedicata alla storia del paese e dei suoi personaggi, gli attori-performers della Compagnia Teatrale Unicorno di Vinci assieme a giovani artisti locali ci riprovano con una vera e propria sfida.

Da un’ idea di Fabiola Veracini, che cura anche la regia dello spettacolo, viene teatralizzato il “Governatore delle acque”, una piccola silloge poetica scritta da Nicola Baronti, dedicata al paese e al mito di Leonardo, pubblicata nel 2010 dalla Polistampa, casa editrice fiorentina.

Un approccio originale ad un testo di poesia contemporanea, che per ironia della sorte non è stato mai presentato a Vinci, seppure parli di un "innamorato", come scrive Riccardo Cardellicchio di questa “ terra  che è la stessa di Leonardo. Ne coglie gli aspetti minimi. Perché la osserva. La scruta. Se ne riempie. Nicola Baronti è il grande sostenitore, e l’inventore, della via di Caterina, che da Anchiano porta a San Pantaleo. Via che s’immagina percorsa da Leonardo fanciullo per incontrare la madre, tenuta lontana, quasi confinata, perché non degna d’essere la sposa legittima di un notabile. È una via d’amore e di dolore. Deviando, Baronti incontra un’altra via, quella dei mulini. Può imbattersi nel Governatore delle acque, che nel XIV secolo era il grande controllore, e in numerosi rii, torrenti e fiumi e, giù nella valle, nel padule. Che caratterizzano il paesaggio. Lo rendono unico. E non può non sfociare in versi” . Scrive ancora il filosofo Giuseppe Panella “ il percorso d’acqua che i versi propongono è suggestivo e particolare per i molti riferimenti storici e letterari: nei primi tratti è tormentato, come la fanciullezza e l’adolescenza del protagonista, evocando la sua storia di abitatore di queste terre. È tuttavia anche un tragitto di terra, con acque una volta operose, come testimoniano i resti dei mulini che ancora s’intravedono nel mezzo della vegetazione a segnare, seppure nel passaggio dei tempi, l’antico connubio fra l’uomo e la natura circostante. Il viaggio poetico parte dalla sorgente di Vallebuia, i cui mulini sorgono non lontani dalla casa natale di Leonardo e prosegue lungo le rive dell’Arno e dei torrenti che confluiscono in esso, tagliano boschi e ripe, frangendo sogni e desiderio, oscillando tra volontà di vita e desiderio di morte”. “ Molto bello il verso lungo, narrativo senza alcun narrare, poiché ogni parola e allusione è riflesso d’anima, garbo di ariosa sorridente mediazione “ – scrive Giovanna Fozzer nell’introduzione – “verso lungo governato da un ritmo quieto, di misura tutta musicale, libero e armonico, parlante”. Anche Giorgio Barberi Squarotti sottolinea la novità del verso del poemetto vinciano  per una “lirica, modulata in versi piani e pacati, di ampio respiro,  che ripercorre a ritroso la “genealogia del desiderio” in un viaggio mentale nomadico e dispersivo che, al di là dell’infanzia e della storia, sulla scia della filogenesi, approda allo stupore delle origini, al regno primevo delle acque, dove l’uomo civilizzato si scopre, a sorpresa, “girino”, con “ancora in bocca | il sapore di terra bagnata e il fradicio languore di felce”».

Il “Governatore delle acque” è indubbiamente un testo poetico complesso, come evidenzia la critica letteraria. Nel progetto della giovane regista vinciana, attraverso un curato adattamento teatrale, si vuole superare il pensiero leonardiano che relegava la poesia ad una pittura cieca, seppure pittura e poesia “vanno imitando la natura quanto è possibile alle loro potenze, e per l’una e per l’altra si può dimostrare molti morali costumi”.

Attraverso i moderni linguaggi espressivi multidisciplinari e tecnologie, la parola nel teatro di Vinci si colora, prende forma,  diventa gesto e danza, nella cadenza è musica. La poesia come un vero e proprio laboratorio teatrale. La parola come un crocevia di esperienze artistiche. Protagonisti della serata sono  dei giovani talenti artistici, tutti quanti legati a Vinci. C’è chi interpreta la parola con i colori, la pittrice Sara Bellini; chi nel suono di un violino, Fausto Baronti; chi nel teatro danza, Maddalena Pucci e Mattia Rigatti, tutti guidati dalla voce recitante di Fabiola Veracini. Non mancherà l’autore del testo a fare capolino dalle quinte di un Teatro di Vinci, che si distingue per il numero di compagnie, esperienze e potenzialità artistiche. Un teatro strettamente legato al territorio e alle sue bellezze, che racconta la fortuna degli abitanti di queste terre, dove un giorno – come suggerisce il testo – “hanno deciso” di nascere.

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