TEATRO & POESIA
VINCI, CASA DEL POPOLO.
RASSEGNA RISVEGLI
12 APRILE 2014 ore 21,30
IL GOVERNATORE
DELLE ACQUE
di Nicola Baronti
Adattamento teatrale e regia di Fabiola Veracini.
La pittrice, SARA BELLINI.
Il musicista, FAUSTO BARONTI
I danzatori, MADDALENA PUCCI E MATTIA RIGATTI
La voce recitante: FABIOLA VERACINI
Sabato 12 aprile 2014,
alle ore 21,30 presso la Casa Del Popolo di Vinci, nella rassegna Risvegli,
viene presentato per la prima volta un testo originale in poesia. Dopo il
successo dello scorso anno con lo spettacolo
“ I’ garibaldino vinciarese” ,
una produzione interamente del Teatro di Vinci dedicata alla storia del
paese e dei suoi personaggi, gli attori-performers della Compagnia Teatrale
Unicorno di Vinci assieme a giovani artisti locali ci riprovano con una vera e
propria sfida.
Da un’ idea di Fabiola
Veracini, che cura anche la regia dello spettacolo, viene teatralizzato il “Governatore
delle acque”, una piccola silloge poetica scritta da Nicola Baronti, dedicata
al paese e al mito di Leonardo, pubblicata nel 2010 dalla Polistampa, casa
editrice fiorentina.
Un approccio originale ad un
testo di poesia contemporanea, che per ironia della sorte non è stato mai
presentato a Vinci, seppure parli di un "innamorato", come scrive
Riccardo Cardellicchio di questa “ terra che è la stessa di Leonardo. Ne coglie gli
aspetti minimi. Perché la osserva. La scruta. Se ne riempie. Nicola Baronti è
il grande sostenitore, e l’inventore, della via di Caterina, che da Anchiano
porta a San Pantaleo. Via che s’immagina percorsa da Leonardo fanciullo per
incontrare la madre, tenuta lontana, quasi confinata, perché non degna d’essere
la sposa legittima di un notabile. È una via d’amore e di dolore. Deviando,
Baronti incontra un’altra via, quella dei mulini. Può imbattersi nel Governatore
delle acque, che nel XIV secolo era il grande controllore, e in numerosi rii,
torrenti e fiumi e, giù nella valle, nel padule. Che caratterizzano il
paesaggio. Lo rendono unico. E non può non sfociare in versi” . Scrive ancora
il filosofo Giuseppe Panella “ il percorso d’acqua che i versi propongono è
suggestivo e particolare per i molti riferimenti storici e letterari: nei primi
tratti è tormentato, come la fanciullezza e l’adolescenza del protagonista,
evocando la sua storia di abitatore di queste terre. È tuttavia anche un
tragitto di terra, con acque una volta operose, come testimoniano i resti dei
mulini che ancora s’intravedono nel mezzo della vegetazione a segnare, seppure
nel passaggio dei tempi, l’antico connubio fra l’uomo e la natura circostante.
Il viaggio poetico parte dalla sorgente di Vallebuia, i cui mulini sorgono non
lontani dalla casa natale di Leonardo e prosegue lungo le rive dell’Arno e dei
torrenti che confluiscono in esso, tagliano boschi e ripe, frangendo sogni e
desiderio, oscillando tra volontà di vita e desiderio di morte”. “ Molto bello
il verso lungo, narrativo senza alcun narrare, poiché ogni parola e allusione è
riflesso d’anima, garbo di ariosa sorridente mediazione “ – scrive Giovanna
Fozzer nell’introduzione – “verso lungo governato da un ritmo quieto, di misura
tutta musicale, libero e armonico, parlante”. Anche Giorgio Barberi Squarotti
sottolinea la novità del verso del poemetto vinciano per una “lirica, modulata in versi piani e
pacati, di ampio respiro, che ripercorre
a ritroso la “genealogia del desiderio” in un viaggio mentale nomadico e
dispersivo che, al di là dell’infanzia e della storia, sulla scia della
filogenesi, approda allo stupore delle origini, al regno primevo delle acque,
dove l’uomo civilizzato si scopre, a sorpresa, “girino”, con “ancora in bocca |
il sapore di terra bagnata e il fradicio languore di felce”».
Il “Governatore delle
acque” è indubbiamente un testo poetico complesso, come evidenzia la critica
letteraria. Nel progetto della giovane regista vinciana, attraverso un curato
adattamento teatrale, si vuole superare il pensiero leonardiano che relegava la
poesia ad una pittura cieca, seppure pittura e poesia “vanno imitando la natura
quanto è possibile alle loro potenze, e per l’una e per l’altra si può
dimostrare molti morali costumi”.
Attraverso i moderni
linguaggi espressivi multidisciplinari e tecnologie, la parola nel
teatro di Vinci si colora, prende forma, diventa gesto e danza, nella cadenza è musica.
La poesia come un vero e proprio laboratorio teatrale. La parola come un
crocevia di esperienze artistiche. Protagonisti della serata sono dei giovani talenti artistici, tutti quanti
legati a Vinci. C’è chi interpreta la parola con i colori, la pittrice Sara
Bellini; chi nel suono di un violino, Fausto Baronti; chi nel teatro danza,
Maddalena Pucci e Mattia Rigatti, tutti guidati dalla voce recitante di Fabiola
Veracini. Non mancherà l’autore del testo a fare capolino dalle quinte di un Teatro
di Vinci, che si distingue per il numero di compagnie, esperienze e
potenzialità artistiche. Un teatro strettamente legato al territorio e alle sue
bellezze, che racconta la fortuna degli abitanti di queste terre, dove un
giorno – come suggerisce il testo – “hanno deciso” di nascere.
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