27 LUGLIO 1944 – 27 LUGLIO 2012
A SETTANT’ANNI DAI FATTI DI SANTA LUCIA
In memoria
I
tedeschi si erano acquartierati nella villa Banci. Il piazzale della piccola
chiesa di Santa Lucia, distante poche centinaia di metri, veniva usato come
base di smistamento dei mezzi e degli uomini
necessari per la sorveglianza del Montalbano. Ogni mattina due uomini a bordo
di una moto con una carrozzetta a lato perlustravano la zona. La mattina del 27
luglio 1944 qualcuno, non si sa chi, forse un partigiano, sparò sul mezzo. I
due soldati si spaventarono, abbandonarono la moto, si divisero con l’intenzione di tornare alla base tedesca per
strade diverse. Intanto a villa Banci si scatenava la preoccupazione e la
rabbia dei commilitoni che non vedevano rientrare il mezzo all’ora stabilita.
Venne subito organizzata una squadra di una dozzina di uomini per perlustrare
la zona alla ricerca dei due compagni. Sparavano su tutto quello che pareva
essere per loro un pericolo, anche la loro ombra, se necessario. Rastrellarono cinquanta
persone che radunarono nel piazzale della chiesetta in attesa degli eventi. Intanto
in località Trebbio al Rio, uno dei due soldati della pattuglia scampato all’attentato,
mentre cercava di rientrare alla base, notava uno strano movimento di persone.
Sparò all’impazzata. Non ci pensò due volte. La paura che fossero dei
partigiani non gli dava la possibilità di pensare due volte. Erano invece tre
civili, sfollati, altrettanto impauriti. Morirono tutte e tre per le ferite
riportate, nell’arco d’una giornata. Le
cinquanta persone rastrellate dalla pattuglia tedesca venivano addossate lungo
il muro della chiesetta di Santa Lucia, proprio sotto il grande medaglione di
Leonardo, realizzato dall’artista parroco, don Quirino Giani. Sembrava una sommaria
condanna a morte. A sera, quando sopraggiunse la notizia che i due soldati
tedeschi erano sani e salvi, qualcuno tirò un sospiro di sollievo e incominciò
a sperare di vedere il nuovo giorno. In guerra, la paura non conosce altro pensiero,
tanto meno la pietà umana. (Nicola Baronti)
La
versione del racconto veniva confermata da Baldovino Ferrali, poeta della
Palagina.
“
La poesia tedesca a S. Lucia”
In
tempo di guerra a S. Lucia
partirono
due tedeschi a Montalbano
e percorrendo
una lunga via
due
colpi gli sparò un partigiano.
Impauriti
andarono a Faltognano
lungo
il torrente giù per il Sassone
con
la pistola mitra avevan in mano
e
così fu ucciso tre persone.
Tre
uomini dopo colazione
tra
i quali il Sabatini di Vitolini
andaron
nel rio detto il Sassone
e lì
trovarono la morte poverini.
Questi
eran tre bravi cittadini
che
con la guerra fecer brutta sorte
per
la cagione di quegli assassini
a Santa Lucia trovarono
la morte
La "poesia" sui fatti di Santa Lucia veniva recitata da Patricia Cannatella Ferrali in occasione dell'evento "Cento Anni con Vinci nel Cuore", Piazza dei Guidi 12 luglio 2012-
Il racconto sui fatti di S. Lucia è stato ricostruito sulla base delle note di ricerca di Raffaello Marco Santini (2006), per gentile concessione.
Raffaello Marco Santini |
Patricia Cannatella Ferrali |
Il Comune di Vinci ricorda i "Fatti di Santa Lucia" in occasione dei festeggiamenti del 25 aprile. |
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