Manifesto della Fiera di Vinci, 1979 |
IL
CONTE PIERO MASETTI E LA FIERA DI VINCI: UNA TRADIZIONE CHE COMPIE 182 ANNI. VINCI, 1832 –
VINCI, 2014
Telemaco Signorini, La Fiera di Vinci, fine Ottocento |
La
Fiera di Vinci è antichissima. Risale al 1832, quando gli abitanti del luogo
sentirono il bisogno di dare sviluppo al commercio e richiamare gente di fuori.
Lo scopo infatti era quello di fare bella mostra dei prodotti realizzati dagli
abitanti del castello di Vinci e dintorni “onde
potere esitare le loro derrate e bestiame e darle così una risorsa di
commercio”, scriveva il Gonfaloniere del tempo, Conte Piero Masetti da
Bagnano. Fu quindi concessa dal Granduca di Toscana con il “veneratissimo rescritto”
del 16 marzo 1832, pubblicato sulla Gazzetta Toscana e con bandi e manifesti.
Una curiosità: fino al 1844 la Fiera si svolse il primo lunedì, martedì e
mercoledì dopo l’Assunta, cioè dopo il Ferragosto. Un retaggio dell’antica
festa religiosa dedicata all’Assunta di Vinci, a cui era intitolato il primo
oratorio della parte bassa del paese, la cosiddetta Vergine di Borgo? Chissà?
Probabilmente per evitare una sovrapposizione di feste con altri luoghi
limitrofi si decise di spostare la nuova Fiera all’ultimo lunedì, martedì e
mercoledì di luglio. E tale collocazione temporale è rimasta fino ai nostri
giorni.
Il vitello infiocchettato, anni '30 |
La
Fiera era una “creatura” del Conte Masetti, come amava definirla, che doveva
scuotere gli stanchi animi vinciani. Per questo furono realizzate delle
apposite “animazioni”, tra cui un palio a “cavalli sciolti” e l’importazione
dalla vicina Limite sull’Arno del “Volo di Cecco Santi” ad opera di un certo
Mariano, amico del Conte (seppure nel primo Novecento veniva effettuato in
un'altra occasione). Immancabili i fuochi d’artificio, grazie anche alla storica
fabbrica di fuochi dell’Ulivelli, fondata addirittura nel 1793
Fu
realizzato un apposito piazzale, detto della Fiera, per i banchi e
la mostra del bestiame (durata fino agli anni Sessanta del secolo scorso) con
una provvista di acqua potabile di cui si occupava il “grasciere” del comune.
La
Fiera è arrivata ai nostri giorni, con alti e bassi. Per molto tempo è stata
l’occasione per promuovere il commercio, l’incontro di gente, che magari per
l’occasione tornavano al paese oppure venivano a Vinci. Di solito per la fiera
si concludevano i contratti, compresi quelli di matrimonio. Venivano sanciti i
fidanzamenti ufficiali, con la conoscenza delle rispettive famiglie dei futuri
sposi. Insomma, caratteristica della Fiera era il bisogno di incontrarsi.
Stand del vino, Fiera anni '50 |
Nel
secondo dopoguerra, alla mostra-mercato del bestiame si abbinavano
manifestazioni sportive.
Alla
Fiera di Vinci arrivava prima la "motocicletta" della "bicicletta". Ed è una vera
curiosità.
Molto sentita era infatti la gimkana motociclistica, promossa dal MotoClub Vinci dagli anni Quaranta fino a tutti gli anni Sessanta.
Soltanto nel 1958 arrivava la prima corsa ciclistica per dilettanti con il Gran Premio Gelati Sammontana che, tra alterni alti e bassi, è arrivata ai nostri giorni. Quest’anno, tuttavia, è stranamente scomparsa dal manifesto ufficiale!
Molto sentita era infatti la gimkana motociclistica, promossa dal MotoClub Vinci dagli anni Quaranta fino a tutti gli anni Sessanta.
Soltanto nel 1958 arrivava la prima corsa ciclistica per dilettanti con il Gran Premio Gelati Sammontana che, tra alterni alti e bassi, è arrivata ai nostri giorni. Quest’anno, tuttavia, è stranamente scomparsa dal manifesto ufficiale!
Il marchingegno della Dama di Bacco, 1979 |
Il nuovo Cecco Santi di Vinci, anni 2000 |
Nota storica di Nicola Baronti.
Ogni diritto è riservato
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