Yerevan (Armenia) Memoriale del genocidio armeno del 1915. La "nuova ARMENIA" (foto pgc Dama di Bacco) |
VINCINCONTRI 2015
Teatro della Misericordia, 6 marzo 2015 ore 21,15
INCONTRO CON ANTONIA ARSLAN
autrice del romanzo "La masseria delle allodole" (2004) sul tema
UN POPOLO DIMENTICATO: CENT'ANNI FA IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI
Venerdi, 6 marzo 2015 ore 21,15, al Teatro della Misericordia, Vincincontri
propone un altro eccezionale evento con una scrittrice e saggista italiana, di origini
armene, Antonia Arslan, sul tema “Un popolo dimenticato: cent’anni fa il
genocidio degli Armeni”. Una delle pagine più tristi e dolorose del trascorso
Novecento, ancora oggetto di valutazioni e interpretazioni diverse, anche a
livello internazionale. Tra l’Armenia e l’Italia c’è tuttavia uno stretto
legame storico, rappresentato ancora oggi dalla presenza di molte istituzioni e
centri di cultura armena nel nostro stato. Il popolo armeno è stato uno dei primi ad abbracciare la fede
cristiana. Molti dei santi cattolici venerati nei nostri paesi
sono di origini armene. Basti pensare a quel San Biagio di Sebaste, il cui
culto a Vinci risale addirittura a prima del XVI° secolo oppure San Miniato,
venerato come santo dalla Chiesa cattolica e considerato il primo martire (pro
martire) della città di Firenze, che secondo
una leggenda sarebbe stato un re di origine armena di passaggio a Firenze nel
250 circa, durante la persecuzione cristiana di Decio.
Nei secoli, il popolo armeno è
stato oggetto di violente persecuzioni, non soltanto per la propria fede. La deportazione e lo sterminio del popolo
armeno avvenuto nel 1915-1916 non è stato ancora oggi riconosciuto da tutti gli
stati a livello internazionale. Il 24 aprile 2015 intanto ricorre il primo
centenario. A parlarne a Vinci è uno dei maggiori personaggi della cultura italiana che
si è fatta promotrice della conoscenza e storia del popolo armeno in
Italia. Nel 2004, Antonia Arslan scriveva per la Rizzoli il romanzo, “La
masseria delle allodole”, finalista al Premio Campiello e vincitore del Premio
Stresa per la narrativa, dal quale i fratelli Taviani traevano l’omonimo film.
Nel 2009, l'Aslan pubblicava il secondo volume “La strada di
Smirne”, sempre sull’argomento. Come
scrive Maria Monego, “La masseria delle allodole” è soprattutto un romanzo
necessario non solo perché tratta letterariamente di un evento storico – il
genocidio degli armeni nel 1915-16 ad opera dei turchi– che non ha mai avuto
giustizia, ma perché l’esigenza del narrare traspare tra le pagine, come se
l’Autrice non avesse più potuto tacere sulle vite incompiute dei suoi antenati
e le loro storie, in parte vere in parte immaginate, si fossero con forza
imposte, avessero preteso di concretizzarsi nella scrittura e di trovare così
un destino. E occhi che le guardassero con la stessa umana compassione e
compartecipazione dell’Autrice”.
L’Arslan aveva già dato voce alla sua identità
armena attraverso la traduzione delle raccolte II canto del pane e Mari di grano di un grande poeta armeno Daniel Varujan;
curando inoltre la pubblicazione di un libretto divulgativo sul genocidio
armeno (Metz Yeghèrn, Il genocidio degli Armeni di Claude Mutafian) e
una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr.
La memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni).
Non dobbiamo tuttavia neppure dimenticare l’altro aspetto dell’opera di Antonia Arslan, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova, come autrice di saggi sulla narrativa popolare e d'appendice (Dame, droga e galline. Il romanzo popolare italiano fra Ottocento e Novecento) e sulla galassia delle scrittrici italiane (Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra '800 e '900) .
La manifestazione è promossa dalla Commissione Cultura del Consiglio Pastorale del Montabano, Pro Loco e Comune di Vinci.
Khor Virap (Armenia) |
Non dobbiamo tuttavia neppure dimenticare l’altro aspetto dell’opera di Antonia Arslan, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova, come autrice di saggi sulla narrativa popolare e d'appendice (Dame, droga e galline. Il romanzo popolare italiano fra Ottocento e Novecento) e sulla galassia delle scrittrici italiane (Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra '800 e '900) .
La manifestazione è promossa dalla Commissione Cultura del Consiglio Pastorale del Montabano, Pro Loco e Comune di Vinci.
Il proposto di Vinci con il religioso della Chiesa Armena titolare del Monastero di Khor Virap, dinanzi al Monte Ararat, 24.4.2014 - pgc Dama di Bacco |
La Parrocchia di Vinci organizzava nell'aprile 2014 un pellegrinaggio in Armenia. Qui sopra l'incontro tra Mons. Renato Bellini e il religioso responsabile del Monastero di Khor Virap detta "fossa profonda" ai piedi del Monte Ararat. Qui fu tenuto prigioniero San Gregorio l'Illuminatore, che nel 301 d.c. fece sì che l'Armenia accettasse il Cristinesimo come religione di Stato. La foto è stata scattata a Khor Virap (Armenia) il 24 aprile 2014, nel giorno del 99° anniversario dello sterminio del popolo armeno.
Gangalandi
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