sabato 12 settembre 2009

LA CHIESA E IL DI' DI SANTA CROCE A VINCI, 14 SETTEMBRE

La Cappella del Crocifisso in S Croce, Vinci
(dopo i recenti restauri)

SOLENNI FESTEGGIAMENTI
IN ONORE DELLA SANTA CROCE
Vinci, 14 settembre 2009


Veduta della Chiesa di Santa Croce

La festa dell'Esaltazione della Santa Croce a Vinci ricorda l'intitolazione dell'antica "cappella di Vincio", dentro le mura del castello, menzionata in molti documenti dal 1132, secondo alcuni studiosi già intitolata a Sant'Andrea, a cui nel XIII secolo veniva aggiunta la dedicazione alla Santa Croce, l'unica presente nell'ambito della diocesi di Pistoia. Un'ipotesi, ma resta tale, seppure suggestiva e comunque degna di approfondimenti, vorrebbe che la Santa Croce di Vinci si ponesse proprio in contrapposizione simbolica al dirimpettaio (scusate il termine) Santo Volto, crocifisso simbolo del vescovo di Lucca. All'epoca dei Conti Guidi, in virtù anche di un accordo politico con il vescovo di Pistoia, Vinci rappresentava infatti l'ultimo baluardo dinanzi alle mire egemoniche del potente vescovo lucchese la cui diocesi arrivava alle porte del paese, comprendendovi Streda e San Pantaleo. Il dì di Santa Croce tuttavia non si ritrova nella rubrica dei giorni festivi e feriali dello statuto comunale del 1418, laddove invece vengono specificati i santi dei popoli che componevano il comune, ivi compresi San Lorenzo, San Pantaleone, Santa Lucia. Finalmente con lo statuto comunale del 1564 viene fatta un po' di chiarezza e d'ordine anche fra i santi patroni, specificando in San Giovanni Evangelista il santo del comune, in Sant'Andrea il protettore e patrono del popolo di Vinci e, finalmente, fra i giorni festivi, viene ricordato anche "per il titolo della cappella del comune, allì quattrodici (di settembre) la exaltazione della croce". Non vengono tuttavia aggiunti o accoppiati altri giorni di vacanza del potere giudiziario, in segno di festività, come nelle occasioni importanti ( per esempio per Sant'Andrea addirittura quattro giorni innanzi e quattro dopo), probabilmente anche perchè lo statutario, almeno dal XVI secolo, fissava dopo le calende di settembre l'inizio della vendemmia e quindi il popolo di Vinci si doveva occupare di altre cose e faccende, meno spirituali. Si prevedeva al 10 dicembre infine la "sagra della Chiesa di Vinci" ovvero un'altra festa smarrita del paese.



Vinci, il popolo di Sant'Andrea
Don Emilio Fulignati, penultimo parroco di Vinci, aveva voluto riscoprire il senso profondo della festa di Santa Croce, ponendo ai quattro lati cardinali della parrocchia delle croci devozionali in ricordo di tale antica dedicazione. L'attuale parroco, don Renato Bellini, ha riposto al centro delle feste patronali proprio il dì dell'Esaltazione della Santa Croce, con la solenne processione in notturna nel giorno del 14 settembre 2009 ( a Lucca, per il Sacro Volto e il cosiddetto mottettone finale, la solenne processione civile e religiosa viene effettuata alla vigilia, ovvero nella tarda serata del giorno 13 settembre).
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La cappella del Crocifisso in Santa Croce di Vinci

Una nota finale religiosa, ma anche turistica: la cappella del Crocifisso ovvero della Santa Croce esiste ancora, a lato della chiesa di Sant'Andrea, seppure non sia segnalata dalle guide turistiche del paese. Merita tuttavia una visita. In essa, dentro alcune nicchie, sono conservati l'antico crocifisso della chiesa, forse addirittura dei tempi di Leonardo, e alcune statue in cartapesta del 1600. Peraltro, dal giugno scorso, grazie al contributo economico di molte famiglie vinciaresi, la piccola cappella è tornata a risplendere, con la pulitura del marmo, dei drappeggi e l'imbiancatura. L'altare, dono della famiglia Salvi nel 1891, con la sua policromia bianco-rosacea, la sua architettura, i suoi simbolici bassorilievi si presenta così di nuovo solenne e gradevole, recuperando al patrimonio culturale del paese un bene di indubbio pregio artistico, ma soprattutto di grande significato per il nome e le origini della comunità di Vinci e del popolo di Sant'Andrea.
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Vendemmia settembrina a Vinci
A Vinci, per la festa di Santa Croce, è ormai tempo di vendemmia, come si ricorda anche negli statuti comunali. All'epoca di Leonardo era il podestà, sentito il Consiglio della Podesteria, a stabilire il giorno d'inizio e comunque mai prima delle calende di settembre. I proverbi "agricoli" legati alla festa sono tuttavia connessi alla rima di croce con noce per cui "per Santa Croce, pane e noci" oppure " per Santa Croce la pertica sul noce ". Nello stesso giorno si festeggia anche San Cipriano, caro ai tartufai. In effetti, nelle vicine campagne samminiatesi di solito proprio in questo periodo inizia la raccolta del famoso tubero, per cui " A San Cipriano il tartufaio dietro il cane".
Gangalandi

1 commento:

vincenzoparolini ha detto...

qual'è la forza che spinge un uomo a varcare l'oceano, per raggiungere altri uomini e festeggiare con loro un giorno tanto importante? Columbus Day, l'amore di un italiano per gli italoamericani, figli, nipoti e pronipoti, di chi un giorno decise di partire, con un sogno dentro il cuore e la speranza di una vita migliore.
erano lì, sulla quinta strada, con il tricolore in mano, a festeggiare il columbus day, c'ero anch'io, in mezzo alla via, dentro il cuore avevo l'orgoglio di essere italiano tra gli italoamericani e dagli occhi lacrime vere hanno rigato tiepide le gote, per il calore di quelle genti e per l'amore della nostra Italia. vincenzo parolini