mercoledì 23 dicembre 2009

AUGURI DI UN SERENO NATALE A TUTTI GLI AMICI DELLA DAMA DI BACCO

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BUON NATALE
A TUTTI GLI AMICI
DELLA DAMA DI BACCO
Vinci, 25.12.2009
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Il pino di Ceoli, Vinci 2009

L'INCANTO DEL NATALE

Fra le molte cose che l’uomo si trascina dalla preistoria una è l’incanto del Natale; una parola detta secondo una scansione e accompagnata dal gesto rituale che avrà contraddistinto una celebrazione primordiale, che si è poi coniugata giù per le varie civiltà, portando fino a noi, in modo oscuro e irriconoscibile, il segno di un rozzo quanto sublime tentativo di creare una sintonia fra la mente ed il tempo.
Proprio il tempo, nel momento del solstizio, pare segnare una misteriosa pausa, un respiro cosmico: qualcosa nell’ordine universale s’inverte, per cui, entrando in sintonia con questo moto, l’uomo pensò di trovare una cifra delle cose e quindi forse anche la propria salvezza. In questo punto nodale della vita il Cristianesimo pose la nascita del Salvatore.
Il Natale è quindi uno dei momenti più misteriosi del ciclo tradizionale dell’anno.
Già nel calendario romano era particolarmente solenne, finché non si è avuta una sovrapposizione della festa religiosa sulla festa pagana. La festa religiosa ha quindi uno stretto legame con un fenomeno naturale o, meglio, con un fenomeno astronomico: l’andamento discendente delle ore d’illuminazione del sole è finito con il solstizio di inverno, e riprende l’aumento della luce nel corso delle giornate, anche se lento e graduale. E’ come se il sole rinascesse e ricominciasse il suo giro, la forza delle tenebre non è riuscita a prevalere sulla sua luce, cosa che rimanda alle paure arcaiche della morte del sole delle quali abbiamo testimonianza nei miti e nei fuochi notturni che la tradizione popolare pone in particolari festività. E non è un caso, che il Natale si pone in antitesi con il periodo del solstizio d’estate, anch’esso celebrato con grande solennità al 24 giugno per San Giovanni, che pur seguendo di poco il solstizio di fatto lo segna. Anche la notte di San Giovanni ha connotati profani: è la notte dei sortilegi e degli spiriti, il momento in cui le tenebre ricominciano a vincere.
Nella notte di Natale però tutto si capovolge. La notte è finalmente dominata dalle manifestazioni di forze benefiche, come gli angeli che cantano nel cielo.
Il Natale ha anche una corrispondenza con il ciclo della vegetazione.
Si celebra la discesa intima e nascosta del Verbo nel mondo e questo trova analogia con il seme del grano che, sceso da poco nel grembo della terra, comincia a schiudersi lentamente e a prendere possesso del nuovo mondo in una vicenda segreta, come il Cristo storico, sceso nel seno della Vergine, nasce nel buio della grotta, svelandosi sotto gli umili e ai soli veri sapienti. Anche Cristo, già atteso nell’Avvento, come il seme della terra cresce nelle successive feste dell’anno, fino alla pienezza dell’Ascensione e della Pentecoste.
Non a caso il cuore dell’uomo viene, nella simbologia tradizionale, raffigurato come una grotta, il riparo dello Spirito nel confuso caos della Materia, e non a caso si ripete la nascita di Cristo nella grotta, simbolo che S. Francesco diffuse con la pratica del presepio.
E’ proprio il presepio un’altra forma misteriosa di celebrazione che nella sua semplicità nasconde segreti filamenti che lo collegano alla natura e ai cicli astronomici. Nel momento in cui tolemaicamente il sole inverte il suo cammino, ecco che la natura ha un attimo di sospensione e di meraviglia: tutto si ferma per un istante come disorientato di fronte a qualcosa che muore e davanti a qualcosa di portentoso che nasce….. una sorte d’estasi cosmica che pare la chiave d’interpretazione degli umili atteggiamenti dei personaggi del presepio, che la tradizione raffigura costantemente fissi nel loro unico gesto.

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Albero del Natale 2009, Vinci 18 dicembre 2o09

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