lunedì 21 aprile 2014

LA TORRE DI SANT'ALLUCCIO: UNA PROPOSTA PER UNA CAMMINATA TRA LA NATURA E LA STORIA DEL MONTALBANO.

LA TORRE DI SANT'ALLUCCIO
Un percorso tra natura e storia sul Montalbano 

La  Torre di Sant’Alluccio ricorda il luogo dove il Santo ospedaliere di Pescia, festeggiato nel calendario il primo ottobre, vi avrebbe costruito intorno al secolo XI° un romitorio per pellegrini. La torre è ormai diroccata e l’intero complesso in pessime condizioni. Il tempo e l’abbandono degli uomini li hanno distrutti come l’antica Torre di Montefiori o Cisterna di Montefiori, che si trovava a circa tre chilometri, abbattuta si dice dai tedeschi in ritirata nel corso della seconda guerra mondiale. Si narra che Sant’Alluccio fosse invogliato a venire da queste parti per l’importanza di un antico convento benedettino, esistente alle pendici del Montalbano già nell’anno Mille, laddove oggi si trova la località di Sant’Amato che prende il nome da quest’antica istituzione (ovvero il Convento di San Tommaso), che dipendeva addirittura dalla Badia di Sant’Antimo in Val d’Orcia. Si ricorda tuttavia anche un’antica leggenda che addirittura anticipa di qualche secolo l’origine del luogo (intorno al secolo VIII°). Si dice che  Alluciem (da cui Sant’Alluccio), assieme  ad altri due  compagni Justis (Giusto) e Barontes (Baronto), lasciassero il monastero di Cluny, da  cui aveva preso il nome l'ordine a cui appartenevano. I tre monaci si trasferirono su questi monti in  tre luoghi diversi. Ognuno di loro edificò una cappella e un  romitorio. Questi luoghi San Baronto, San Giusto al Pinone e  Sant'Alluccio, presero e tutt'oggi hanno il nome dei tre frati francesi. La leggenda vuole che i tre frati si passassero da un luogo all'altro la mestola per murare i tre edifici, riuscendo nell’arco di una notte nella loro impresa.
Al tempo dei suddetti romitori, il crinale del Montalbano era molto più vissuto di oggi, più ospitale e meno silvestre di quello che si potrebbe pensare. Vi passavano infatti tutte le principali vie di comunicazione del medioevo, ancora oggi individuabili seguendo visivamente il percorso delle antiche torri dislocate sul monte.Sant’Alluccio ha inoltre un importante legame con il popolo di Faltognano, fin dalla fine dell’Ottocento, quando per volontà del parroco don Giuseppe Coppini e dei signori Comparini-Bardzky di Faltognano venne istituita proprio nella chiesa dello storico Leccio la “Festa annuale di Sant’Alluccio” (1882).

1 commento:

Unknown ha detto...

Salve. Grazie dell'articolo. Sono un ricercatore che si interessa di sant'Allucio, o Alluccio secondo la grafia medioevale rimasta intatta nel territorio tizzanese. Mi incuriosiscono le leggende intorno al Santo. Quella di Alluciem e compagni la trovo citatissima, mi sapete dire se ha una fonte bibliografica?
Un'altra leggenda la trovo su un libretto devozionale (D.G.C, Vita di S. Allucio, Tipografia e libreria de’ Paolini, Monza 1882), e il vostro articolo mi fa pensare che l'autore sotto acronimo possa essere il don Giuseppe Coppini della "Festa annuale di Sant'Alluccio". Dove avete trovato questa notizia?
Grato di una risposta, vi saluto e vi faccio i miei complimenti.
Alberto Tampellini, Pieve a Nievole