martedì 23 dicembre 2008

COMITATO SAN PANTALEO
in collaborazione con

PARROCCHIA DI SAN PANTALEO DELL'APPARITA

con il patrocinio del

COMUNE DI VINCI

Natale a San Pantaleo
Tradizione e cultura della festa sul Montalbano
II EDIZIONE – 2008


LA MADONNA DEI VINCI
presentazione dell’opera dell’artista

Monica Niccolai dedicata alle madri

di San Pantaleo e del mondo

CHIESA DELL’APPARITA – VINCI
28 dicembre 2008 H. 17


LA CATERINA DI LEONARDO
Note a margine della “Madonna dei Vinci” di Monica Niccolai


La Madonna dei Vinci è la raffigurazione di una grande maternità collocata in San Pantaleo, nel paesaggio materno di Leonardo da Vinci, opera della giovane artista Monica Niccolai. L'opera restituisce un sofferto abbraccio che ha le fattezze quasi di un segreto svelato. In una campagna che da San Pantaleo ci lascia intravedere la medievale torre di Vinci, l'artista ha dato forma ad una composizione eterea e al contempo non mediata, quasi risultato di uno scatto fotografico. L'infante, che evoca il piccolo Leonardo, sembra perdere il proprio sguardo nel nicchio che stringe tra le mani, mentre gli occhi della madre sono volti fuori dal quadro di rappresentazione, quasi a suggerirci l'imminente separazione dal figlio.
Il quadro della giovane pittrice vuole essere un omaggio alla memoria di Caterina ed, in generale, alla madri di San Pantaleo e del mondo, al mistero di questa donna così attuale nella tragicità della sua vicenda umana e di una maternità non facile, con una sorta di riscatto finale quando lei, umile donna, decide di terminare i suoi ultimi anni a Milano da quel figlio, Leonardo, che le veniva strappato ancora piccolo dalla famiglia Da Vinci.
Una donna dalle origini ancora misteriose, accasata presso l’Accattabriga, dopo la nascita di Leonardo nel 1452, vissuta come una contadina sulle pendici di Campo Zeppi in San Pantaleo, per quasi quaranta anni quando poi, rimasta vedova, morto di spingarda l’altro figlio maschio, Francesco, decideva di lasciare quella dimora di San Pantaleo, dove rimanevano tuttavia due figlie vedove, con la rispettiva prole. Non è una storia da poco, se si considera che si sta parlando della famiglia parallela di Leonardo da Vinci, di quella di cui i suoi biografi e storici ufficiali, fino a poco tempo fa, non parlavano o ignoravano, tracciando esclusivamente le vicende e le sorti della più nobile famiglia paterna Da Vinci. E se vero, come diceva Leonardo, che mentre le “femmine patrizzano e i maschi matrizzano” probabilmente da quella storia è dipesa parte della sua crescita come uomo, la sensibilità e l’animo d’artista.
La Maternità dei Vinci di Monica Niccolai quindi vuol rappresentare ai testimoni di oggi il contesto naturale in cui è nato e cresciuto il genio di Leonardo. Dietro ai volti e agli sguardi di questa bellissima maternità, ispirata chiaramente alle opere e madonne di Leonardo, s’intravede San Pantaleo, inteso come paesaggio materno e culla del Genio, il luogo dove ancora oggi vola alto il Nibbio legato ai ricordi infantili di Leonardo.
San Pantaleo nella valle del Vincio, ricca dei vinci, i salici purpurei che i contadini utilizzano per legare le viti e che Leonardo prendeva a misura ed esempio per i suoi “nodi” vinciani, simbolo della propria accademia.
San Pantaleo terra dei nicchi, ovvero delle conchiglie fossili, che ancora abbondano fra le prodi e oggetto di celebri passi della letteratura vinciana. I nicchi con i quali le madri contadine, secondo la tradizione popolare, realizzavano vezzi per adornarsi, come si ricorda nel passo finale della silloge poetica, parallela al percorso enoteatrale, intitolato la “Via di Caterina, sulle orme di Leonardo fanciullo” e messo in scena dal Comitato San Pantaleo in collaborazione con la Condotta Slow Food Vinci e Montalbano nel settembre ultimo scorso, quanto il protagonista, un “bencamminatore”, torna a San Pantaleo, ai luoghi della sua infanzia, nel tempo di vendemmia, e come un pescatore di terra raccoglie un nicchio, a ricordo della madre.



NICOLA BARONTI




MONICA NICCOLAI nasce a Pistoia, trent’anni or sono, vive e lavora a Lamporecchio. Spazia sulla storia dell'arte e su tutto quello che può aiutarla a proiettarsi sulle tele. Il suo percorso artistico mette in luce una ricerca eminentemente rivolta ad un passato non ancora svelato, come a volerne descrivere aspetti invisibili alla memoria. L'artista sembra voler dare ai suoi soggetti la possibilità di trasmetterci messaggi non ancora detti, perduti e forse tornati al presente per un nuovo inizio. Nelle sue opere più recenti l'antico disvelato assume le forme di vecchie foto bicromatiche dove spesso il paesaggio naturale si fonde col soggetto in una indistinta essenzialità che sembra voler risolvere la distanza temporale in una ulteriore sintesi tra i piani di rappresentazione. Ha partecipato a vari concorsi ottenendo premi e riconoscimenti. I suoi quadri sono in collezioni private in Italia e all'estero.

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