sabato 13 giugno 2009

Empoli, Corpus Domini 2009
SE TUTTI I CIUCHI VOLASSERO !!!
O studiar con impegno ed esser omini
O in Empoli volare pel Corpus Domini
(Guadagnoli)

Rivola i’ ciuco empolese per la 530^ volta ! Grazie ad un comitato cittadino empolese torna una delle più vecchie e conosciute tradizioni del territorio in una veste e con una rievocazione che riescono finalmente a coniugare il senso della tradizione ad una nuova sensibilità animalista, che invece più di una volta ne aveva propugnato la fine. All’origine della manifestazione e della rivalità fra empolesi e samminiatesi pochi ricordano che tuttavia vi è un poeta, Ippolito Neri, medico empolese vissuto alla fine del 1600, che con una sagace invettiva poetica colorò di accesi toni campanilistici l’evento, affrancandolo dalla realtà storica. Il suo verso dette infatti voce allo spirito popolare e burlesco in un poemetto satirico intitolato La presa di Sanminiato nel quale rievocava in ottava rima le presunte gesta belliche del 1397 quando uno sparuto gruppo di empolesi con un gregge di pecore e capre, agghindato di lanterne, assediò nella notte la rocca di San Miniato facendo credere ai vicini avversari, con i tanti lumicini caprini che dondolavano nella valle sottostante, di essere in presenza di un esercito invincibile. E siccome era stato detto dagli assediati che sarebbero volati gli asini prima che San Miniato fosse stata espugnata , per burla gli empolesi s’inventarono proprio il volo del ciuco dalla torre campanaria del duomo, per tradizione, nel giorno del Corpus Domini. In realtà la tradizione del volo del ciuco, per alcuni storici, è ancora più antica del 1397 e probabilmente ha poco a che fare con la rivalità con San Miniato, cantata dal poeta empolese. Tutto ciò non toglie che la festa popolare sia sempre stata molto partecipata e vissuta dal popolo, che accorreva da ogni dove, magari per trarre dal volo dell’asinello degli auspici. Si rammentano ancora i segni divinatori da cui trarre il proprio futuro. Considerato che l’animale non era di cartapesta e silicone come oggi, ma purtroppo vivo e vegeto …

Se ilaro, vivo, e di saetta a paro,
dall’alta cima in mezzo a’ suoi discende,
il popol si rallegra e si consola
ed appresta a mangiar l’avida gola

Se per l’aria si contorce e scuote
O purga il ventre od infelice spira,
pallide di ciascun si fan le gote
e de’ futuri mali ognun sospira

(dal Lunario Empolese del 1842)

Si tralascia ogni commento, anche satirico, soprattutto per lo spurgamento sulle vesti degli ignari cittadini ( oggi si ottiene lo stesso risultato, sia in pubbliche che private rivalità, anche senza il ciuco volato) .
Per chi ne vuole sapere di più si segnala tuttavia il testo (molto bello) di Rossana Ragionieri e Mauro Ristori “Quando a Empoli volava l’asino. Le origini e la festa popolare, Debatte Editore, 2008.
Dama di Bacco, Cultura e Tradizioni Popolari

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