mercoledì 20 agosto 2014

LEONARDO E IL FASCISMO. VINCI, 20 AGOSTO 1939

Vinci, 20 agosto 1939.
Il prof. Nicodemi (primo a sinistra) accompagna il Ministro Bottai (al centro) assieme al Podestà di Vinci alla Chiesa di Santa Croce in visita al "fonte battesimale"

“Non si volta chi a stella è fiso”

LEONARDO E IL FASCISMO.  VINCI, 20 AGOSTO 1939
LA MOSTRA DEI CIMELI LEONARDIANI



Nel 1939, a Milano, si realizzavano solenni celebrazioni dedicate a Leonardo con una mostra di marchingegni leonardeschi  dal titolo “Mostra di Leonardo da Vinci e delle Invenzioni Italiane” e un’appendice a Vinci, a cura del Comune e del locale Fascio, con la “mostra dei cimeli” presso il Castello (20 agosto 1939). In quegli anni, veniva riesumato anche il primo fonte battesimale della chiesa di Santa Croce, riscoperto nel corso dei recenti lavori di restauro, che veniva visitato in pompa magna dal ministro Giuseppe Bottai, come “fonte di Leonardo”, sulla base della famosa nota del nonno paterno «Nacque un mio nipote, figliolo di ser Piero mio figliolo a dì 15 aprile in sabato a ore 3 di notte. Ebbe nome Lionardo. Battizzollo prete Piero di Bartolomeo da Vinci ….». A suggello delle varie cerimonie, il professore Giorgio Nicodemi, docente universitario meneghino e, all’epoca, Direttore delle Raccolte del Castello Sforzesco di Milano, teneva un solenne discorso dal balcone della casa del fascio (oggi sede della Stazione dei Carabinieri di Vinci). Anche la parte bassa del paese era stata già oggetto di importanti lavori e opere destinate ad immortalare l’Italia con i monumenti ai caduti della prima guerra mondiale, progettati dall’arch. Coppedè, ispirati e voluti dal sen. Alessandro Martelli; mentre nella parte alta, si doveva innalzare il Genio Italico di Leonardo. Nello stesso periodo, il Comune di Vinci e gli organizzatori milanesi progettavano dei veri e propri “pellegrinaggi” dei visitatori dalla mostra di Milano in quel di Vinci, con tanto di indicazioni turistiche. Per tale motivo, sempre il 20 agosto 1939, a Vinci, s’inaugurava  la prima Mostra dei Prodotti del Montalbano, con un mega padiglione nella Piazza Baldi Papini, oggi Piazza della Libertà. L’obiettivo principale era quello di promuovere l’immagine turistica di Vinci a livello nazionale, anche attraverso i prodotti del territorio, il Vino Chianti Montalbano e l’olio d’oliva, e dell’artigianato locale, con riguardo ai “cappelli di paglia” ed ai “ricami” .

La nota curiosa, come ricordano alcuni testimoni del tempo, è che nel corso dell’inaugurazione della mostra milanese il rappresentante del partito fascista indicava in Leonardo un precursore del fascismo in quanto, a suo avviso, il suo motto “non si volta chi a stella è fiso” era del tutto simile al mussoliniano “noi tireremo diritto”. 

Cosa ci resta di quella mostra milanese e dell’esperienza vinciana?

Le cronache nazionali del dopoguerra riportano che le “invenzioni italiane” fatte costruire per l’occasione finivano negli Stati Uniti e da lì nel Giappone. La guerra poi faceva le sue vittime.

Nel 1952, nasceva la nuova collezione del Museo Leonardiano con importanti donazioni e le “macchine” arrivavano a Vinci, per mani e vie diverse, in modo del tutto pacifico. Si realizzava comunque quel progetto ipotizzato dagli appassionati vinciani nel corso delle manifestazioni del 1939. Nel frattempo, anche il “fonte battesimale di Leonardo” veniva spostato da una parete all’altra della chiesa di Vinci. L’arch. Giulio Ulisse Arata (1881-1962)  gli creava intorno un apposito  spazio “metafisico”,  dal gusto un po’ retrò, ma suggestivo. Questo nuovo ambiente, conosciuto oggi come il “Battistero”, veniva  inaugurato  il 15 aprile 1952 addirittura dal Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, e dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Alcide De Gasperi. Era a Vinci anche il prof. Giorgio Nicodemi, che nell’agosto 1939 aveva accompagnato l’allora ministro Bottai. Mentre era ospite del maestro Virgilio Gandi, Presidente del Comitato per le Celebrazioni del V° Centenario della nascita di Leonardo, componeva tre appassionati sonetti dedicati a Leonardo, recentemente pubblicati dal Comitato/Archivio Vinci nel Cuore (p.g.c. famiglia Gandi), sotto il titolo “La Notte di Leonardo”  (“… Notte dalla tua pace ogni fervore/s’accende.  Dì s’egli visse puro e forte/e trionfò nella lotta d’ogni errore,/or ch’egli non più avvinto è da ritorte/porgi al tuo Leonardo il nostro amore/nella luce divina oltre la morte”-  cfr. Archivio dei Poeti di Vinci, 2013, pagg. 17, 18).

Nell’anno successivo, il Comune di Vinci invitava di nuovo il prof. Nicodemi, quale membro del Comitato Nazionale per le onoranze a Leonardo, a tenere un nuovo “discorso ufficiale” in occasione dell’inaugurazione della “Mostra dei Modelli di Macchine Vinciane”, donati al Museo Leonardiano dall’“International Business Machines”, a chiusura dell’Anno Vinciano (15 aprile 1953). 

Quale potrebbe essere la morale di questa piccola storia, racchiusa nella fotografia di Vinci dell’agosto 1939?

I tempi passano, ma alla fine gli “uomini” e le “cose” importanti restano, come il museo leonardiano, il battistero vinciano o la vocazione turistica del paese di Leonardo.

È quindi curiosa, un “tocco di colore” in una foto di altri tempi, quella scritta fascista, ancora fresca, pitturata da mano vinciana, in occasione delle celebrazioni per i “cimeli leonardiani” del 20 agosto del 1939, a ridosso della via della Chiesa di Santa Croce (oggi intitolata a Giorgio La Pira), che campeggia dietro le figure del Ministro Bottai e del Nicodemi, una profezia al contrario, stando agli eventi successivi : “ Noi diciamo che solo Iddio può piegare la volontà fascista, gli uomini e le cose mai”. (Gangalandi)

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