La "ferita" allo storico ippocastagno (il castagno servatico) di San Pantaleo (Dama di Bacco, 21.9.2014) |
LA "FERITA" DI SAN PANTALEO E DELLA VALLE DEL VINCIO
19 settembre 2014
Sono ore di grande dolore per molte persone e famiglie di questa parte di
Toscana. Forse può apparire inopportuno
proporre soltanto l'immagine di un albero "ferito". Ci sono immagini altrettanto devastanti e senza dubbio più drammatiche. La Dama di Bacco ha deciso di non pubblicarle. Ci limitiamo a questa fotografia per il suo grande valore simbolico. Il "castagno selvatico" ovvero il
secolare ippocastano delle antiche Feste di Maggio in quel di San Pantaleo,
dove venivano a cantare le cembalaie (maggiaiole) di Stabbia, è diventato dal
2007 un simbolo "civico" per la riscoperta storica, culturale e
turistica di questa bellissima zona del nostro comune, conosciuta ormai come il "paesaggio materno di Leonardo", territorio condiviso anche con i limitrofi Cerreto
Guidi e Lamporecchio. E' stato danneggiato e amputato dal tornado di una parte della sua
bellissima chioma. La "ferita" è visibile come un grido lancinante, ma è rimasto
in piedi! Non sappiamo se riuscirà a sopravvivere, sappiamo però che quelle
radici così avvinte a questa terra, alla sua storia e tradizione hanno
resistito ad uno dei peggiori cataclismi che potesse capitargli. E' rimasto in
piedi con la passione e l'orgoglio che hanno animato generazioni di uomini di
terra, dei "pescatori" di questa terra, ricolma di vigneti e dei
nicchi fossili, che si nascondono tra le zolle, cari al ricordo di un Leonardo
fanciullo e di una madre misteriosa, Caterina. Questo è il senso e la forza per
il ri-nascimento di San Pantaleo e dell'intera valle del Vincio, duramente
colpita dai recenti eventi. E ancora una volta, l’antico albero rappresenta,
anche visivamente, quei valori fondamentali per il riscatto di un
popolo dinanzia ad una delle peggiori avversità.
La Dama di Bacco esprime la propria solidarietà a tutte le persone che sono rimaste vittime dell'immane disastro.
L'albero secolare è stato oggetto di grande attenzione da parte della popolazione del luogo (giugno-luglio, 2007). Ammalato a causa di un parassita, è stato curato inizialmente anche grazie all'intervento del Comune. E' tornato a fiorire, pur avendo ancora bisogno di cure. Rappresenta fin dal 2007, uno dei simboli del paesaggio di San Pantaleo. Già nel 2007, un piccolo comitato richiedeva il suo inserimento tra gli "alberi monumentali della Toscana".
I danni del nubifragio, Vinci 19.9.2014 |
L'ippocastano tornato a fiorire, maggio 2008 |
IL “CASTAGNO” DI SAN PANTALEO
Il “
castagno” di San Pantaleo, come viene di solito chiamato dalla gente del posto,
è in realtà un ippocastano o “castagno d’India” (Aescolus hippocastanum).
E’ una pianta secolare, alta 20 metri e con un
diametro di circa 99 cm.
Da qualche anno, nella stagione estiva, il
“castagno” di San Pantaleo si “ammala”,
a causa di un insetto, la Cameraria Ohridella, arrivato in Italia agli
inizi degli anni 90, proveniente dalla Macedonia, che colpisce esclusivamente
gli ippocastani. Tale insetto non comporta pertanto alcun rischio di tipo
sanitario né per l’uomo né per gli animali domestici, ma se non prontamente
debellato con cure adeguate potrebbe condurre a morte la bellissima pianta,
simbolo di San Pantaleo.
Per tale motivo, a primavera, la chioma dovrá essere
adeguatamente trattata, monitorando con apposite trappole lo stato della
pianta, dal mese di marzo ad agosto.
Dalla relazione tecnica dell’ARPAT, Agenzia
Regionale per la protezione ambientale della Toscana, del 9.7.2007, in seguito
all’appello dei cittadini di Vinci e San Pantaleo.
La "cura". Gli operai del Comune impegnati nel trattamento antiparassitario (primavera 2008) |
La campagna di stampa per la salvezza del secolare albero, agosto 2007 ( articolo di Paolo Santini) |
Il manifesto del Comitato San Pantaleo, attuale più che mai, per la conservazione e tutela del paesaggio materno di Leonardo. |
PETIZIONE POPOLARE
Al Sindaco di Vinci, Diocesi di San Miniato, Lega Ambiente – Sezione Empolese, Parrocchia di San Pantaleo
all’Apparita. A tutte le libere
Associazione di promozione ed iniziativa culturale,
ambientaliste e di tutela
del patrimonio artistico e paesaggistico del Montalbano e di Vinci
SALVATE
IL “CASTAGNO” DI SAN PANTALEO
In occasione del percorso
enoteatrale “ Da Babbo a Mamma”, organizzato dall’Associazione Terra
Felix ed inaugurato il 24 giugno scorso, che si concludeva in quel di San
Pantaleo, a circa 3 km dal capoluogo, alcuni residenti hanno promosso una
raccolta di firme affinché il secolare e grande “castagno” posto dinanzi alla
chiesetta rurale, che caratterizza l’immagine dell’intero piccolo borgo
“ecclesiastico”, attualmente ammalato, possa essere presto curato al fine di
scongiurarlo da una triste e inesorabile sorte.
San Pantaleo è un
luogo caro alla memoria della cittá di Leonardo, in quanto in quel popolo visse la madre naturale,
Caterina, “donna” dell’Accattabrighe, e i loro figli, fratelli del Genio, la
Piera, nata l’anno successivo, Maria, Lisabetta, Francesco e la Sandra. La
Chiesa di San Pantaleone, posta nella Diocesi di San Miniato, é ricordata
addirittura negli atti di cessione dei terreni da parte dei Conti Guidi al
Comune di Firenze nel 1255 e, seppure non piú aperta al culto da oltre trenta
anni, rappresenta con il suo sagrato in mattoni ed il grande prato una terrazza
naturale sull’intero Montalbano, un piccolo “diamante” incastonato nella
rigogliosa sottostante valle del Vincio, ricca di vigneti, ma anche di quei
salici purperei posti lungo il fiume, da cui deriva il nome del paese ed il
cognome della famosa famiglia.
Il secolare castagno si
è purtroppo “ammalato” e necessita
probabilmente di cure immediate. L’appello dei residenti, in poche ore, ha
trovato domenica scorsa un subitaneo riscontro con oltre cento firme da parte
dei partecipanti, molti dei quali giovani che per la prima volta, grazie alla
nuova iniziativa delle associazioni vinciaresi, visitavano il borgo di San
Pantaleo. La sottoscrizione della presente petizione è quindi aperta a tutte le
persone che hanno veramente a cuore la storia di Vinci e di Leonardo.
Salviamo quindi il Castagno di
San Pantaleo e il piccolo borgo da una ingiustificata dimenticanza degli
uomini, ricollocandolo nel posto che si merita nella vita leggendaria di
Leonardo e del suo paese.
L’appello è pertanto rivolto,
oltre che ai proprietari, agli amministratori locali e a tutte quante le associazioni
ambientalistiche competenti della cittá di Vinci, affinché attivino le migliori
sinergie e la piccola chiesetta torni a risplendere sotto l’ombra del grande
castagno.San Pantaleo, nel dí della festa di San Giovanni
Battista 2007
Seguono firme dei
cittadini
La foto dell'appello del giugno 2007 alle autorità civili e religiose, con il protocollo del Comune di Vinci, datato 5.7.2007 |
Il logo del Comitato San Pantaleo, nato anche sulla spinta della petizione popolare, con due simboli, l'abero e il campanile, la società civile e quella religiosa. |
Due partigiani, il "castagno" e la torre selvatici,
maestri del borgo pietroso e verde abbandono
pur coscienze ardite, come la parola fra amici,
o le vecchie campane che onoravano il patrono.
da " A che servono le campane?" in N. Baronti "La via di Caterina" La Versiliana Editrice, 2009
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