COSA PENSAVA LEONARDO DELLA BANCONOTA DI LIRE CINQVANTAMILA
Tra storia, curiosità, aneddoto e poesia satirica
Le banconote
da 50.000 lire furono emesse per la prima volta nel 1967. All’epoca il governo
italiano era presieduto da Aldo Moro, con ministro del Tesoro Emilio Colombo. La
banconota “leonardiana” venne stampata dalla Banca d’Italia fino al 1974, incisa
da Trento Cionini, con raffigurata nella filigrana la Sant’Anna di Leonardo. Fu
eliminata dal corso legale nel marzo 1979.
Alla loro
prima emissione i tagli delle banconote da 50.000 lire erano ancora di notevole
entità per le tasche della gente, ma rappresentavano anche il segno dei tempi e
del tenore di vita che stavano cambiando in modo impressionante. Si faceva
notare che nei primi anni Sessanta corrispondevano alla metà di uno stipendio di
un operaio.
Il capoccione
di Leonardo con lo scorcio del paese natale rappresentarono senza dubbio un
veicolo pubblicitario incredibile per Vinci, una meta agognata dai lavoratori,
retribuiti con i bigliettoni leonardiani, nonché desiderata come subliminale località
turistica, proprio nel periodo del boom economico, quando le famiglie
iniziavano finalmente a permettersi qualche straordinaria gita fuori porta o
svago domenicale. Fu così che Vinci riusciva ancora una volta a godersi di
quella che fin dall’Ottocento fu da un poeta satirico e polemico definita la “geniale
cuccagna” del paesino, immeritata secondo molte persone, perché ottenuta senza tanto
sforzo.
La grande notorietà
del paese di Leonardo non poteva passare inosservata ai comuni vicini, che non
si capacitavano come quel “gruppo di case” alla fine potessero avere tanto
vanto, considerate la capacità e la volontà dei residenti. Insomma era la
solita storica etichetta affibbiata ai vinciani, o vinciaresi che dir si voglia,
per cui Leonardo si sarebbe preso tutta l’intelligenza lasciando ai successori
quale briciola di intelletto. Per di più, i vinciani d’oggi sarebbero stati
degli ingrati nei confronti del loro grande antenato, non avendogli costruito
neppure un monumento (siamo negli anni Sessanta-Settanta). La solita storiella, per maggiori approfondimenti si rimanda all’antologia Befanate e scherzi in poesia, Sarnus, 2011, a cui bisogna aggiungere tuttavia l’odierno
aneddoto.
I poeti
locali infatti non mancarono di sottolineare l’evento della nuova banconota
leonardiana con una poesiola, di mano sicuramente empolese (par di capire di
Carlo Rovini), pubblicata infatti nell’ultimo
numero dell’Empoliere, storica rivista satirica empolese, nel settembre 1973,
che con divertita complicità e un pizzico di nostalgia riportiamo, precisando con gli autori che il pensiero finale è da attribuire esclusivamente a Leonardo :
LE CINQVANTAMILA LIRE
Anche tu, o
Leonardo,
come tanta
gente nota
sei finito
stampigliato
su codesta
banconota ….
Cosa in
cambio t’han donato
tanto Vinci
che lo Stato?
I vinciani pel
momento
t’hanno
eretto un monumento?
E lo Stato,
che ne dici,
si ricorda
degli amici?
Ci sollazza
oppure ci adùla
Che rispondi
tu ?
(Leonardo dalla banconota) : CINQV …LA!
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