venerdì 29 maggio 2009

L'Uomo Vitruviano di Vinci


ESISTE UN MONUMENTO A LEONARDO
NEL SUO PAESE NATALE?

In vista della prossima inaugurazione del busto commemorativo che Empoli ha dedicato al suo cittadino più illustre, Ferruccio Busoni, qualche vinciarese si pone di nuovo l'antico interrogativo: perchè a Vinci non è stato mai costruito un monumento al suo figlio prediletto Leonardo ?

Il monumento a Leonardo nella sua città natale è un tema che ha coinvolto e appassionato generazioni di vinciaresi, seppure spesso con scarsa soddisfazione. Chissà se il traguardo raggiunto nell’empolese suolo, dopo oltre quaranta anni di discussioni, con la collocazione di un grande busto in piazza della stazione in onore a Ferruccio Busoni non rinfocoli le aspettative dei vicini di Vinci. In verità, gli sforzi compiuti dalle varie amministrazioni succedutesi nel tempo, dall’Omo Vitruviano alla Piazza dei Guidi, non sono stati sentiti e avvertiti da tutti i cittadini come degli omaggi a Leonardo, per alcuni addirittura delle strumentalizzazioni del genio e luogo vinciano per la riaffermazione dell’estro creativo dell’artista di turno. In definitiva, spesso non vengono recepiti dal sentimento popolare come veri e propri monumenti a Leonardo bensì all’artista o al progettista contemporaneo, senza entrare nel merito e qualità dell’opera d’arte. Si annota soltanto che è ormai dalla fine dell’ottocento che invece si parla di busti e ritratti in onore e ricordo di Leonardo che dovrebbero essere collocati nell’omonima piazza di Vinci, senza interventi invasivi, per il piacere del concittadino e il vezzo del turista di passaggio. Ancora oggi la polemica è assai sentita fra la gente del posto, seppure si preferisca da chi ha la competenza della gestione della cultura vinciarese probabilmente affinare l’occhio e la passione della popolazione locale per opere di maggiore respiro e prestigio, anche istituzionale, che non rientrino nella concezione tradizionale del “monumento” vero e proprio, rischiando talvolta di restare addirittura incompresi.
L'immagine di Leonardo a Milano


Le esasperate dispute accademiche ci hanno portato addirittura al dilemma su quale, in verità, sia la vera immagine di Leonardo (il celebre autoritratto di Torino per qualcuno sarebbe addirittura il ritratto dello zio Francesco; altri lo intravedono nascosto sotto le pagine del codice del volo) tuttavia è bene non esagerare, nell’uno o nell’altro senso.



Milano rende omaggio a Leonardo in Piazza della Scala

La polemica sul monumento a Leonardo in Vinci, un fuoco sotto la cenere che divampa al primo colpo di vento, è senza dubbio indice di un disagio che merita comunque di essere ascoltato perché viene dalla gente, spesso quella comune. In qualche modo riapre la questione del rapporto fra arte e cultura e in quale misura l’arte contemporanea riesca a coinvolgere il maggior numero di persone, senza creare pericolose scollature. Gli eventi artistici e culturali devono essere innanzi tutto popolari, coinvolgere e affascinare l’immaginario collettivo anche verso forme e linguaggi artistici innovativi, evitando però di rimanere nella sensibilità e nella comprensione di pochi. Dall’altro lato spaventa il conformismo di quelli che non capiscono ma si adeguano in modo acritico, senza risparmiare magari pubblici sorrisi di scherno o battute gratuite e irrispettose per l’opera contemporanea, delegando poi a chi “ha studiato” il compito di scegliere e decidere, anche per loro. Questa non è una vittoria, né tanto meno un riconoscimento per chi deve gestire il delicato settore della cultura.

Roma rende omaggio a Leonardo a Fiumicino, intitolandogli l'aereoporto internazionale

L’arte deve essere innanzi tutto comunicazione e pertanto ben vengano le polemiche e le critiche, soprattutto se costruttive, perché vuol dire che coinvolgono forti sensibilità individuali e una volontà popolare di condividere l’evento culturale. L’importante è che Vinci e Leonardo, già celebri e conosciuti in tutto il mondo, non diventino loro malgrado esclusivamente degli strumenti per favorire la carriera o la notorietà dell’uno o dell’altro personaggio, artista o accademico che sia. Per tale tale motivo, ad avviso di chi scrive appassasionato di cultura e tradizioni popolari, l’immagine e il valore originario di un borgo antico come quello di Vinci devono prevalere su ogni altra scelta, motivazione, interesse personale o contingente, in qualunque caso.

Firenze rende omaggio a Leonardo fra i grandi degli Uffizi
Ciò non toglie che forse sia arrivato anche il momento di dare a Leonardo il suo meritato monumento, magari da collocarsi nell’omonima piazza di Vinci, come molta gente chiede da anni, senza alcun sommesso timore di una "concessione" per un gusto che qualcuno potrebbe definire banale o, usando il gergo mediatico, eccessivamente nazional popolare. Se non l’hanno fatto i predecessori, possiamo sempre rimediare con sobrietà, stile e rispetto per il contesto storico e architettonico; senza interventi invasivi che possono sconvolgere, se non distruggere come talvolta è avvenuto anche in altri paesi, il senso della tradizione e della bellezza dei tempi che passano. L'importante è lasciare a tutti la libertà di un confronto diretto con gli stili, le opere e i testimoni delle varie epoche, non imponendo scelte elitarie o la visione ideale, peggio se anche ideologica, di sperimentazioni artistiche o scelte irreversibili per luoghi antichi in danno delle future generazioni, che quindi non ne avranno più il ricordo. Per tutti, passati e presenti, ci deve essere la massima libertà di espressione e la piazza o il monumento che ognuno merita, possibilmente in spazi creati secondo il gusto e lo stile del proprio tempo, soprattutto laddove il contemporaneo non sempre possa o comunque riesca a valorizzare, né tanto meno sostituire, la suggestione delle antiche pietre levigate dal tempo.
A chi si occupa o si occuperà nei prossimi anni della gestione della cultura locale vanno pertanto i migliori auguri e gli auspici per un buon lavoro, nella consapevolezza della difficoltà di agire in un contesto storico e architettonico delicato come quello di Vinci e, in genere, del mai tanto amato Montalbano, in un confronto costante con il mito del genio vinciano. Alla fine, passate le discussioni, sarà la storia degli uomini e dell'arte a decidere chi avrà avuto il merito di rimanere come il migliore testimone dei propri anni; di solito questo è un giudice assai severo che non porta rispetto neppure per gli attuali rappresentanti della cultura, magari condannando all'oblio e ai depositi dei musei chi ha ottenuto riconoscimenti in vita e, viceversa, fama all'incompreso dalle istituzioni e operatori del proprio tempo. Soltanto ai posteri sarà quindi possibile conoscere l'ardua sentenza.
Amboise ( Francia), dove Leonardo morì il 2 maggio 1519
rende omaggio al suo ospite prediletto, con busto e statua

Gangalandi, 2009

Nessun commento: