IL RITORNO DEL NIBBIO REALE NEI CIELI DI TOSCANA
Il ritorno del nibbio reale nei cieli di Toscana, omaggio anche ad uno dei suoi figli più illustri, riporta alla mente l'infanzia di Leonardo a Vinci e il sogno leonardiano che l'uomo un giorno potesse volare (bellissimi sono i disegni del "Grande Nibbio" la macchina "umana" ad imitazione del volo del Nibbio). E' vero il ricordo infantile di Leonardo? E' una citazione letteraria ? Dove poteva volare il Nibbio a Vinci ai tempi di Leonardo, anche per capire dove si trovava la "culla" di Leonardo?
Questa è una domanda che si pone anche Francesco Cianchi nel suo piccolo saggio, infarcito di ricordi personali, lasciato agli amici di Vinci (Francesco Cianchi, La "mia" Caterina non è di Cerreto, Vinci nel Cuore, II, 2014), che trascriviamo per gentile concessione:
Un’immagine,
sbiadita dal tempo trascorso, mi ha riportato alla mente un disegno
raffigurante un nibbio in volo sopra la culla di un lattante, che, per un certo
periodo, ho visto attaccato, da ragazzo, alla parete dietro la scrivania di mio
padre nella Biblioteca Leonardiana, che poi, improvvisamente, sparì. Chissà che
fine avrà fatto! Era un disegno di Don Quirino Giani, nativo di Vinci e parroco
della chiesa di Santa Lucia a Paterno dal 1907 al 1947, anno in cui morì, parrocchia
nella quale si trova Anchiano, luogo dove secondo la tradizione sarebbe nato Leonardo. Don Quirino era un appassionato leonardista
ed ebbe durante la vita frequenti contatti con studiosi italiani e stranieri del suo tempo accumulando un patrimonio di notizie
sugli studi leonardiani di quell’epoca.... Dunque, proprio
quel disegno, mi ha fatto riflettere su una nota di Leonardo, alla quale
l’appassionato leonardista si ispirò:
“ Questo scriver
si distintamente del nibbio par che sia mio destino, perché nella mia prima
ricordatione della mia infantia e’ mi parea che essendo io in culla, che un nibbio
venissi a me e mi aprissi la bocca colla sua coda e molte volte mi percotessi
con tal coda dentro alle labbra “. (Milano, B.A., Codice Atlantico, F. 186v. ) .......................... Essendo nato a Vinci ed avendoci trascorso tanti
anni della vita, mi ricordo di aver visto, spesse volte da giovane, rapaci
diurni volteggiare alti nel cielo con ampi cerchi concentrici e gettarsi poi
sulla preda con una velocissima picchiata.
Questi avvistamenti, però, non li ho mai fatti in paese, ma in aperta campagna
e ciò collima con quanto si scrive sulle abitudini di questi animali. Gli
habitat del nibbio sono “ zone collinose e selvagge, vallate boscose, ma anche
pianure e zone coltivate interrotte da boschetti ” ( vedi Enciclopedia degli
uccelli d’Europa, Rizzoli, 1971). Tutto ciò si adatta ampliamente e
specificamente con San Pantaleo e Campo Zeppi, dove la Caterina risiedeva e non
col borgo murato di Vinci dove la famiglia di Leonardo possedeva l’abitazione e
se qualcuno obiettasse che unito a detta abitazione c’era un orto di circa 3
staiora, cioè quasi 1500 metri quadrati,
ciò non dimostrerebbe che il fatto possa essere accaduto lì, poiché, come
specificato di sopra, detti animali rifuggono i centri abitati.
(Francesco Cianchi, "La mia Caterina non è di Cerreto", Vinci 2014)
IL Nibbio bruno |
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