domenica 16 novembre 2014

IL NIBBIO E LEONARDO, L'INFANZIA DEL GENIO E IL SOGNO DI VOLARE

 

 IL RITORNO DEL NIBBIO REALE NEI CIELI DI TOSCANA

Il ritorno del nibbio reale nei cieli di Toscana, omaggio anche ad uno dei suoi figli più illustri, riporta alla mente l'infanzia di Leonardo a Vinci e il sogno leonardiano che l'uomo un giorno potesse volare (bellissimi sono i disegni del "Grande Nibbio" la macchina "umana" ad imitazione del volo del Nibbio). E' vero il ricordo infantile di Leonardo? E' una citazione letteraria ? Dove poteva volare il Nibbio a Vinci ai tempi di Leonardo, anche per capire dove si trovava la "culla" di Leonardo?
Questa è una domanda che si pone anche Francesco Cianchi nel suo piccolo saggio, infarcito di ricordi personali, lasciato agli amici di Vinci (Francesco Cianchi, La "mia" Caterina non è di Cerreto, Vinci nel Cuore, II, 2014), che trascriviamo per gentile concessione:  
 

Un’immagine, sbiadita dal tempo trascorso, mi ha riportato alla mente un disegno raffigurante un nibbio in volo sopra la culla di un lattante, che, per un certo periodo, ho visto attaccato, da ragazzo, alla parete dietro la scrivania di mio padre nella Biblioteca Leonardiana, che poi, improvvisamente, sparì. Chissà che fine avrà fatto! Era un disegno di Don Quirino Giani, nativo di Vinci e parroco della chiesa di Santa Lucia a Paterno dal 1907 al 1947, anno in cui morì, parrocchia nella quale si trova Anchiano, luogo dove secondo la tradizione sarebbe nato Leonardo. Don Quirino era un appassionato leonardista ed ebbe durante la vita frequenti contatti con studiosi italiani e stranieri  del suo tempo accumulando un patrimonio di notizie sugli studi leonardiani di quell’epoca.... Dunque, proprio quel disegno, mi ha fatto riflettere su una nota di Leonardo, alla quale l’appassionato leonardista si ispirò:
“ Questo scriver si distintamente del nibbio par che sia mio destino, perché nella mia prima ricordatione della mia infantia e’ mi parea che essendo io in culla, che un nibbio venissi a me e mi aprissi la bocca colla sua coda e molte volte mi percotessi con tal coda dentro alle labbra “. (Milano, B.A., Codice Atlantico, F. 186v. ) .......................... Essendo nato a Vinci ed avendoci trascorso tanti anni della vita, mi ricordo di aver visto, spesse volte da giovane, rapaci diurni volteggiare alti nel cielo con ampi cerchi concentrici e gettarsi poi sulla preda con una  velocissima picchiata. Questi avvistamenti, però, non li ho mai fatti in paese, ma in aperta campagna e ciò collima con quanto si scrive sulle abitudini di questi animali. Gli habitat del nibbio sono “ zone collinose e selvagge, vallate boscose, ma anche pianure e zone coltivate interrotte da boschetti ” ( vedi Enciclopedia degli uccelli d’Europa, Rizzoli, 1971). Tutto ciò si adatta ampliamente e specificamente con San Pantaleo e Campo Zeppi, dove la Caterina risiedeva e non col borgo murato di Vinci dove la famiglia di Leonardo possedeva l’abitazione e se qualcuno obiettasse che unito a detta abitazione c’era un orto di circa 3 staiora, cioè quasi 1500 metri quadrati, ciò non dimostrerebbe che il fatto possa essere accaduto lì, poiché, come specificato di sopra, detti animali rifuggono i centri abitati.
(Francesco Cianchi, "La mia Caterina non è di Cerreto", Vinci 2014) 


 
IL Nibbio bruno

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