venerdì 27 maggio 2011

ANCHE LEONARDO E' STATO UN BAMBINO, RICORDI DALL'ALBUM DELLA VIA DI CATERINA

Vinci, 2009 - La Via di Caterina, Bucanuvole

QUANDO LEONARDO ERA PICCINO, ERA UN PO' BUCANUVOLE ?

(estratto dalle note di regia e testo teatrale)

Rifocillati nelle membra, sicuramente nell’udito, ascoltato Gangalandi, noto chiacchierone e pettegolo paesano, i camminatori proseguono per un’altra piccola altura. Ad un certo punto, una deviazione sulla destra indica una capezzana che scende giù nella valle. Davanti si apre un paesaggio immenso: il Montalbano con la valle del Vincio. A ben guardare, seppure da diversa angolazione, è lo stesso paesaggio che Leonardo raffigurò nel 1473 in un famoso disegno ancora conservato agli Uffizi di Firenze. In fondo valle, il torrente che vi scorre è il rio di Balenaia, che di lì a poco, confluendo con altri rii darà vita al Vincio. Le vigne assai rigogliose e il torrente sono accompagnate dai salici, che i contadini locali chiamano “ vinci”, i cui rami vengono utilizzati per legare le viti. Il loro colore, che cambia nelle stagioni, diventando rosso acceso nel pieno inverno, caratterizza il paesaggio. Dal Vincio e dai vinci deriva il nome del paese e della omonima famiglia. Per tale motivo, questa valle viene definita un po’ la culla naturale del Genio. Sopra di essa vigila, ancora oggi con ampi voli, il Nibbio che rappresenta il primo ricordo infantile di Leonardo. Su una piccola altura si erge il borgo pietroso di San Pantaleo con il secolare castagno selvatico, davanti Campo Zeppi con le case della Caterina.
Qui s’incontra uno stranissimo personaggio, un bambino mai cresciuto che lanciandosi per la capezzana in una corsa sfrenata invita tutti quanti a volare sulle ali della fantasia.
Il testo evoca altri personaggi reali dell’epoca, il Podestà e la Guarda dei Danni Dati, ovvero il “braccio armato”della legge, colui che sovrintendeva al tutela dei raccolti e delle varie colture
.

I' BUCANUVOLE

Ragazzo cresciutello, spiritoso quanto basta, ma ingegnoso.
Rappresenta la fantasia, come via di fuga di chi è costretto a vivere di poche cose.
Il riferimento storico è duplice: la norma del tempo per cui anche i fanciulli di sette anni erano sottoposti alle sanzioni del podestà e la figura del Campaio, ovvero come veniva soprannominata dalla gente la Guardia dei Danni Dati che doveva sorvegliare sulle colture, le vigne e i raccolti. E’ un monito anche per i bencamminatori che stanno inoltrandosi nelle vigne a non far raccolta senza autorizzazione….

Dai scappa, che ci pigliano, ci pigliano… ( corre in mezzo alle persone)
…. il Campaio !!!… Il Campaioo! Il Campaiooo …… è qui di dietro che sbuffa, non senti che alito, non senti che sogghigno, non senti vibra sotto il tuo passo. Se acchiappa ci massacra…. (si nasconde fra le persone)
ho portato via una ciocca d’uva oicché vvoi che sia, una raccolta sanza padrone… ma ‘un si pole, perché qui soggiogano anche i piccini. Il Podestà comanda anche sui fanciulli, dando l’ando a quel compare del Campaio che guarda i campi , le vigne e i frutti. Ha l’occhio di lince ma il corpo d’elefante. Senti … senti come sbuffa….. non portare via niente, non toccare uva o marrone - straniero stai attento, fa vedere le mani - se il Campaio ti acchiappa in difetto, ti massacra….. a me ha fatto l’orecchio di ciuco a portarmi anda e drio, su per il viottolo, insù fino al castello del Podestà.
Sia bene inteso, io, i podestà li ho conosciuti tutti!

Se in paese manca qualcosa sono subito imputato.
Chi ha preso il pollo ????… la faina….noooo !!! … la donnola …. Noooo !!!……la volpe noooo !!!….. allora o chi l’ha preso ?….. ma un lo sapete ? il Bucanuvole !!!!
( Il prosieguo alla prossima edizione della Via di Caterina)
Il Bucanuvole, interpretato dall'attore Andrea VAGNOLI, è apparso nell'affresco dei personaggi vinciaresi della "Via di Caterina, sulle orme di Leonardo fanciullo" soltanto nel 2008, riscuotendo da subito un grande successo fra i più piccoli.

Le foto dell'album sono state gentilmente concesse da Camilla Boldrini e Corrado Granata.

In molti, stanno richiedendo quando verrà fatta la prossima edizione della Via di Caterina. Speriamo presto. Tutto dipende dal contributo e dalla collaborazione di molte persone e, soprattutto, delle istituzioni. Per questi motivi, infatti, è saltata l'edizione del 2010.

Anche il libro scritto da Nicola Baronti, tratto dalle note storiche dello spettacolo teatrale ed un alternativo percorso di poesia "La Via di Caterina. Guida storica con note poetiche per turisti distratti" è ormai esaurito.

"La Via di Caterina, sulle orme di Leonardo fanciullo" è comunque un progetto e percorso enoteatrale ideato e scritto nel 2006 da Diletta Lavoratorini e Nicola Baronti, in collaborazione con gli attori-autori che si sono succeduti nelle varie edizioni. L'intenzione era quella di creare un piccolo "cammeo" fra le tante proposte ed invenzioni sulla figura di Leonardo. La misura del successo dell'iniziativa è data dal numero delle imitazioni che si sono succedute, mascherate in vari e diversi modi. Anche se nessuno avrà mai il coraggio di ammetterlo!



LA POESIA DELLA MARGHERITA GUIDACCI, FIRENZE 7 GIUGNO 2011



PIANETA POESIA 2011 Biblioteca delle Oblate
Via dell'oriuolo 26 firenze – martedì 7 giugno ore 17
Presentazione del libro
POESIA COME UN ALBERO
antologia di testi poetici
di MARGHERITA GUIDACCI
a cura di Giovanna Fozzer
(edizioni Marietti 2010)
Interventi di Laura Beconcini,
Margherita Pieracci Harwell
e della curatrice

Letture a cura di Andrea Giuntini
Segnaliamo una nuova presentazione fiorentina dell'antologia curata da Giovanna Fozzer sulla poesia di Margherita Pieracci, per una massiccia presenza di vinciaresi, come si chiamano nel nostro blog gli abitanti del comune di Vinci, secondo un vecchio uso locale. Margherita Pieracci Harwell, insegnante per molti anni presso le università statunitensi, originaria di Vitolini; Laura Beconcini e Andrea Giuntini, soviglianesi e quindi vincesi, in un italiano senza dubbio più corretto, animatori culturali in varie associazioni locali, sono alcune delle espressioni più interessanti di un territorio molto vivo nell'ambito culturale, anche in quei settori che qualcuno definisce ingiustamente di nicchia, soltanto perchè scoperti da chi non vive da queste parti. Chissà che Vinci, invece, non abbia i personaggi e la passione per diventare, a poco a poco, anche contro lo scetticismo degli stessi vinciaresi, la piccola Atene del Montalbano ?


Avanti tutta ... con Vinci, il Montalbano, i vinciaresi di ieri e di oggi nel cuore! Parola di Gangalandi.

venerdì 20 maggio 2011

ATTENTI AL LUPO VINCIARESE !!!!

, VINCI, IL PAESE DEI LUPI
Una tradizione smarrita?


Nei primi anni del Seicento, Vinci era famoso, in tutto il circondario e ben oltre, per la bravura dei cacciatori di lupi, che infestavano la zona. La grande carestia del 1590-91 e la peste del 1630 comportarono un notevole calo demografico. Molti terreni furono abbandonati alle erbacce infestanti per mancanza di braccia. Ritornarono quindi i lupi e gli animali selvatici a spadroneggiare. La fama dei cacciatori vinciaresi è ricordata in un bellissimo articolo di Giovanni Cipriani, pubblicato su I Fochi della San Giovanni n.1/2011 “ Vinci. Una comunità toscana dal Cinquecento all’Ottocento”. Nell’anno 1606, il lupaio più famoso di Vinci fu addirittura chiamato dalla comunità di Montopoli Val d’Arno per cacciare i lupi che oltre ad uccidere i greggi dei dintorni, insediavano i cittadini . Per difendersi da questi animali, gli abitanti erano costretti al tramonto a chiudere le porte della città e provare una serie di accorgimenti. Forse da tale tradizione così lontana derivano i nomi di alcune località del posto, basti pensare alla Frallupaia, alle porte del paese tra San Pantaleo e Streda, ed un cognome assai diffuso come quello dei Lupi. A tale famiglia appartiene peraltro una gloria vinciarese, Clemente Lupi, nato a Vitolini nel 1840, importante paleografo e storico, professore universitario e direttore dell’Archivio di Stato di Pisa.
Ci sono ancora i lupi a Vinci ?
L’importante è mantenere la cura e l’attenzione per il Montalbano, la garanzia di una presenza costante di braccia che provvedano alle varie coltivazioni, per non incorrere nel ricorso storico seicentesco. Di altri lupi, magari a due zampe, la zona invece ancora abbonda, ma questa è una nota polemica di chi scrive.
L’espressione latina homo homini lupus (letteralmente "l'uomo è un lupo per l'uomo"), il cui precedente più antico si legge nel commediografo latino Plauto,
si è tramandata fino ai nostri giorni, lasciando tracce di sé in detti popolari, luoghi e cognomi ma anche in comportamenti e dinamiche che, ancora oggi, trovano spesso spiegazione esclusivamente nel personale tornaconto, senza alcuna prospettiva generale per la collettività. E in tal senso i vinciaresi sono stati storicamente molto parsimoniosi … a cominciare dalla famiglia più importante dei Da Vinci !