venerdì 29 maggio 2009

L'Uomo Vitruviano di Vinci


ESISTE UN MONUMENTO A LEONARDO
NEL SUO PAESE NATALE?

In vista della prossima inaugurazione del busto commemorativo che Empoli ha dedicato al suo cittadino più illustre, Ferruccio Busoni, qualche vinciarese si pone di nuovo l'antico interrogativo: perchè a Vinci non è stato mai costruito un monumento al suo figlio prediletto Leonardo ?

Il monumento a Leonardo nella sua città natale è un tema che ha coinvolto e appassionato generazioni di vinciaresi, seppure spesso con scarsa soddisfazione. Chissà se il traguardo raggiunto nell’empolese suolo, dopo oltre quaranta anni di discussioni, con la collocazione di un grande busto in piazza della stazione in onore a Ferruccio Busoni non rinfocoli le aspettative dei vicini di Vinci. In verità, gli sforzi compiuti dalle varie amministrazioni succedutesi nel tempo, dall’Omo Vitruviano alla Piazza dei Guidi, non sono stati sentiti e avvertiti da tutti i cittadini come degli omaggi a Leonardo, per alcuni addirittura delle strumentalizzazioni del genio e luogo vinciano per la riaffermazione dell’estro creativo dell’artista di turno. In definitiva, spesso non vengono recepiti dal sentimento popolare come veri e propri monumenti a Leonardo bensì all’artista o al progettista contemporaneo, senza entrare nel merito e qualità dell’opera d’arte. Si annota soltanto che è ormai dalla fine dell’ottocento che invece si parla di busti e ritratti in onore e ricordo di Leonardo che dovrebbero essere collocati nell’omonima piazza di Vinci, senza interventi invasivi, per il piacere del concittadino e il vezzo del turista di passaggio. Ancora oggi la polemica è assai sentita fra la gente del posto, seppure si preferisca da chi ha la competenza della gestione della cultura vinciarese probabilmente affinare l’occhio e la passione della popolazione locale per opere di maggiore respiro e prestigio, anche istituzionale, che non rientrino nella concezione tradizionale del “monumento” vero e proprio, rischiando talvolta di restare addirittura incompresi.
L'immagine di Leonardo a Milano


Le esasperate dispute accademiche ci hanno portato addirittura al dilemma su quale, in verità, sia la vera immagine di Leonardo (il celebre autoritratto di Torino per qualcuno sarebbe addirittura il ritratto dello zio Francesco; altri lo intravedono nascosto sotto le pagine del codice del volo) tuttavia è bene non esagerare, nell’uno o nell’altro senso.



Milano rende omaggio a Leonardo in Piazza della Scala

La polemica sul monumento a Leonardo in Vinci, un fuoco sotto la cenere che divampa al primo colpo di vento, è senza dubbio indice di un disagio che merita comunque di essere ascoltato perché viene dalla gente, spesso quella comune. In qualche modo riapre la questione del rapporto fra arte e cultura e in quale misura l’arte contemporanea riesca a coinvolgere il maggior numero di persone, senza creare pericolose scollature. Gli eventi artistici e culturali devono essere innanzi tutto popolari, coinvolgere e affascinare l’immaginario collettivo anche verso forme e linguaggi artistici innovativi, evitando però di rimanere nella sensibilità e nella comprensione di pochi. Dall’altro lato spaventa il conformismo di quelli che non capiscono ma si adeguano in modo acritico, senza risparmiare magari pubblici sorrisi di scherno o battute gratuite e irrispettose per l’opera contemporanea, delegando poi a chi “ha studiato” il compito di scegliere e decidere, anche per loro. Questa non è una vittoria, né tanto meno un riconoscimento per chi deve gestire il delicato settore della cultura.

Roma rende omaggio a Leonardo a Fiumicino, intitolandogli l'aereoporto internazionale

L’arte deve essere innanzi tutto comunicazione e pertanto ben vengano le polemiche e le critiche, soprattutto se costruttive, perché vuol dire che coinvolgono forti sensibilità individuali e una volontà popolare di condividere l’evento culturale. L’importante è che Vinci e Leonardo, già celebri e conosciuti in tutto il mondo, non diventino loro malgrado esclusivamente degli strumenti per favorire la carriera o la notorietà dell’uno o dell’altro personaggio, artista o accademico che sia. Per tale tale motivo, ad avviso di chi scrive appassasionato di cultura e tradizioni popolari, l’immagine e il valore originario di un borgo antico come quello di Vinci devono prevalere su ogni altra scelta, motivazione, interesse personale o contingente, in qualunque caso.

Firenze rende omaggio a Leonardo fra i grandi degli Uffizi
Ciò non toglie che forse sia arrivato anche il momento di dare a Leonardo il suo meritato monumento, magari da collocarsi nell’omonima piazza di Vinci, come molta gente chiede da anni, senza alcun sommesso timore di una "concessione" per un gusto che qualcuno potrebbe definire banale o, usando il gergo mediatico, eccessivamente nazional popolare. Se non l’hanno fatto i predecessori, possiamo sempre rimediare con sobrietà, stile e rispetto per il contesto storico e architettonico; senza interventi invasivi che possono sconvolgere, se non distruggere come talvolta è avvenuto anche in altri paesi, il senso della tradizione e della bellezza dei tempi che passano. L'importante è lasciare a tutti la libertà di un confronto diretto con gli stili, le opere e i testimoni delle varie epoche, non imponendo scelte elitarie o la visione ideale, peggio se anche ideologica, di sperimentazioni artistiche o scelte irreversibili per luoghi antichi in danno delle future generazioni, che quindi non ne avranno più il ricordo. Per tutti, passati e presenti, ci deve essere la massima libertà di espressione e la piazza o il monumento che ognuno merita, possibilmente in spazi creati secondo il gusto e lo stile del proprio tempo, soprattutto laddove il contemporaneo non sempre possa o comunque riesca a valorizzare, né tanto meno sostituire, la suggestione delle antiche pietre levigate dal tempo.
A chi si occupa o si occuperà nei prossimi anni della gestione della cultura locale vanno pertanto i migliori auguri e gli auspici per un buon lavoro, nella consapevolezza della difficoltà di agire in un contesto storico e architettonico delicato come quello di Vinci e, in genere, del mai tanto amato Montalbano, in un confronto costante con il mito del genio vinciano. Alla fine, passate le discussioni, sarà la storia degli uomini e dell'arte a decidere chi avrà avuto il merito di rimanere come il migliore testimone dei propri anni; di solito questo è un giudice assai severo che non porta rispetto neppure per gli attuali rappresentanti della cultura, magari condannando all'oblio e ai depositi dei musei chi ha ottenuto riconoscimenti in vita e, viceversa, fama all'incompreso dalle istituzioni e operatori del proprio tempo. Soltanto ai posteri sarà quindi possibile conoscere l'ardua sentenza.
Amboise ( Francia), dove Leonardo morì il 2 maggio 1519
rende omaggio al suo ospite prediletto, con busto e statua

Gangalandi, 2009

venerdì 22 maggio 2009


UNA NINNA NANNA PER VINCI
Si chiama Tosca l'ultima nata del paese di Leonardo

Tosca si chiama l’ultima nata di Vinci, soltanto tre ore or sono. Un nome antico e di tradizione per la piccola nata, figlia di Federica e David. Ma quanti sono i nuovi nati di Vinci ? Tanti o pochi ? Un mese fa si è pensato di piantare un albero per ogni nato del comune e di realizzare addirittura un grande giardino, seppure dal nome un po’ tetro dell’OltreDomani (?). Come Dama di Bacco riteniamo più opportuno festeggiare i nuovi vinciaresi con un ricordo della tradizione delle madri contadine.
Due anni or sono, fu presentata in San Pantaleo, in occasione del Concerto per Caterina, una vecchissima ninna nanna raccolta oralmente dalle nonne della campagna di Vinci, già pubblicata in una versione simile in un volume di canti popolari, commissionato dalla Regione Toscana ( vedi la versione cosiddetta dell’Ambrogiana), integrata e revisionata per l’occasione vinciana dalla madre di Tosca al fine anche di consentirne un uso didattico e scolastico.
Secondo alcuni studiosi le parole di questa ninna nanna paesana sono ricordate addirittura nei pensieri di Leonardo. In verità riteniamo che sia più una suggestione nata dal luogo in cui tale versione si è tramandata fino ai nostri giorni, piuttosto di un canto che addirittura Leonardo ci avrebbe voluto tramandare. La melodia peraltro sembra più sette/ottocentesca che rinascimentale, seppure il testo, soprattutto il verso finale, ricordi la vicenda umana di Leonardo, in giro per il mondo, e della madre Caterina “Anche se giri ogni terra lontana / Solo una mamma al mondo puoi trovare” . Anche il famoso e indimenticato flautista Severino Gazzelloni era alla ricerca di questa misteriosa ninna nanna che si sarebbe potuta estrapolare dalle note e dai pensieri lasciati dal Vinciano, fino a proporne una sua versione in uno storico concerto a Sant’Ansano di Vinci. J.P.L. Rampal , primo flautista di Francia, secondo le indiscrezioni lasciateci da Gazzelloni, avrebbe preparato la sua versione per una esecuzione in contemporanea dei due grandi artisti, in un ideale abbraccio fra Italia e Francia, le patrie di Leonardo. Il progetto purtroppo non si è mai realizzato.
Riservati tutti i diritti in ordine alla nuova revisione di Una ninna nanna per Vinci a cura di Federica Baronti, pubblichiamo volentieri il testo della tradizione toscana, conosciuto anche come la “ Ninna nanna delle pecorina”, in segno di benvenuto a Tosca e a tutti i nuovi vinciaresi !

UNA NINNA NANNA PER VINCI

Oh pecorina dal candido vello
Ti toserò ma senza farti male
Il mio bambino vuole un bel mantello
E ti compenserò con pane e sale

Rit: e gira la e gira la la rota
E tu sei i’ fiore della vita mia
Quando ti tengo tra le braccia caro
Da me si parte la malinconia.

Oh falcettino che nel cielo stai
Fammi di stelle un grosso mazzolino
Io le ricoprirò con bianco velo
Lo metto a capo a i’ letto aimmè bambino. Rit

Oh bimbo che riposi nella zana
Chissà mai quanto dovrai camminare
Anche se giri ogni terra lontana
Solo una mamma al mondo puoi trovare(2 volte) Rit



Sogni d’oro a Tosca e a tutti i nuovi nati di Vinci

.... ma non dormiamo troppo (il monito è naturalmente per i più grandi), che non s’abbia a tramandare anche lo storico vizio censurato dallo sconforto dell’antico Podestà di Vinci per cui “Vinci è paese contra alla cuchagna, dove molto si dorme e poco si guadagna ( Vinci, 1564) ! ”

Gangalandi

LA ZANA DI VINCI

Nella ninna nanna della tradizione toscana e vinciarese si riporta un termine antico, ovvero la zana, la culla usata un tempo dai contadini e costituita da una cesta posta su due supporti di legno convessi, per farla dondolare; il termine deriva in verità dalle ceste di uso comune, di solito di forma ovale, poco profonde, fatte di sottili stecche di legno intrecciate. Suggestiva tuttavia una citazione di memoria pascoliana " E dorme nella zana di vetrici/la bimba, e gli altri dormono" dove si ricorda che queste "culle" contadine spesso erano fatte di "vetrici", ovvero di salice. Anche i "vinchi" o "vinci", i rami dei salici purpurei che abbondano nelle nostre campagne, da cui deriva il nome del paese e della nobile famiglia, venivano quindi utilizzati non solo per legare le viti ma per realizzare tramite intrecci e nodi dei piccoli oggetti di uso quotidiano nella famiglia contadina. Per cui il ricordo più bello che Leonardo ha lasciato ai suoi discendenti forse non sono le discussioni accademiche sulla casa dove sia nato oppure dove sia stato effettivamente battezzato, ma la suggestione dei luoghi natali, dagli sfumati colori pastello, con i cangianti salici e i torrenti, come quello di Balenaia, nato poco sopra Anchiano e che a San Pantaleo diventa Vincio, il nostro fiume Giordano, nella cui bellezza vengono naturalmente battezzati tutti i bambini di Vinci. Se Leonardo ha quindi voluto lasciare un segno della sua presenza ha lasciato indelebile il ricordo di questa piccola valle come di una zana, una tosca culla per Vinci e il suo Genio.
Nicola Baronti da " Salvatico è quello che si salva", 2009


mercoledì 20 maggio 2009

La prima conta del Mariotti, Vinci 1979
Diffidate dalle imitazioni !!!
LA DAMA DI BACCO E' SOLO DI VINCI
" un sorriso nell'arte"

La Dama di Bacco intesa come ”torneo di dama con marchingegno leonardesco e nettare di uva” è nata a Vinci, in occasione della fiera annuale del 1979, su invenzione dell’artista fiorentino Mario Mariotti e del concittadino Alessandro Vezzosi. Il torneo, inizialmente fra i campioni delle fattorie di Vinci, si è svolto per una decina di anni animato dal contorno di molti artisti fiorentini che si ritrovavano per l'occasione a Vinci, per poi trasferirsi a Firenze presso il Palazzo dei Vini e con varie esibizioni importanti, fra cui quella all’Università di Firenze. Un torneo speciale venne infine organizzato dagli amici di Mariotti, appena scomparso, nel 1999 a Firenze in occasione delle manifestazioni d’Oltrano, il cui manifesto è peraltro opera dello stesso autore. Infine, nel 2007, a dieci anni esatti della scomparsa del suo creatore, la Dama di Bacco risorge a Vinci in una veste del tutto aggiornata, con un torneo fra i campioni delle città del vino e di Leonardo e una contestaule dama vivente su una damiera di 64 metri quadrati, realizzata con il contributo di quasi sessanta artisti del Montalbano (pittori, ceramisti, scrittori, registi, musicisti, commercianti, intarsiatori, professori e ragazzi di ogni età), in una grande opera collettiva in omaggio a Mariotti e al Vino di Leonardo. Madrina di eccezione della rinata edizione è stata la sig. Donatella Cinelli Colombini, mentre come Maestro della Dama si cimentava il campione italiano di dama, Rivaldo Casucci.
Il primo vincitore della Dama di Bacco, Vinci 1979
La Dama di Bacco non è quindi una semplice partita con bicchieri di vino ma un vero e proprio gioco d’artista. Il marchingegno leonardesco, che Mariotti dice di aver realizzato sulla base di un disegno leonardesco rinvenuto per caso in un negozio di via Toscanella, si può quindi definire un’opera d’arte ludico-concettuale, che vive e si realizza proprio nel momento del gioco, attraverso il “sorriso nell’arte”.

Il manifesto della Fiera di Vinci, 1979
A Vinci si ricordano ancora i “mitici” personaggi della Dama di Bacco. Dal Mariotti che partecipava attivamente al torneo, a Branchina primo campione vincitore, alle Fattorie Cecconi e Masi del Piastrino, fattorie vincitrici del torneo della Fiera di Luglio del 1979, che festeggiavano inneggiando al vino del Piastrino
Ho il cuore rosso di colore rubino,
sei tanto buono vino del Piastrino

Se amate l’armonia e il buon vino
Bevete questo che è del Piastrino!
Il Masi e il Cecconi, rappresentanti della fattorie vincitrici, Vinci 1979

Infine dall’ultima edizione del 2007, con uno nuovo statuto formalizzato e registrato, alla quale partecipavano i campioni delle città di Cerreto Guidi, Carmignano, Montespertoli e Vinci, si ricordano Veleno e Birillo, rappresentanti di queste ultime due città finaliste. Il torneo fu vinto dalla città di Montespertoli che si portò a casa la tessera di un’artista del Montalbano ( in realtà di cittadinanza tedesca, ospite in quel periodo sul nostro territorio … qualcuno dice che si sia data una sola!!!)

Tuttavia ancora si aspetta la rivincita fra le varie città … la Dama di Vinci è infatti tornata nel museo e come spesso accade nei piccoli paesi è diventata, suo malgrado, oggetto di contese e dispute fra associazioni paesane e di ripicca fra i personaggi locali, cosa che non si addice al valore e prestigio di un’opera d’arte, una vicenda peraltro irrispettosa nei confronti di coloro che si sono adoperati in questi anni per la sua realizzazione, nel bene o nel male. Per intanto sono cominciate a sorgere tante imitazioni in paesi limitrofi o nelle varie sagre, che si possono chiamare DAMA DI VINO o torneo di ENODAMA, ma ricordatevi, cari signori, la DAMA DI BACCO è una sola e certamente non bastano una damiera e dei bicchieri e soprattutto non è una sagra. In ogni caso occorre quello spirito gustoso e divertito del marchingegno vinciano e quel sorriso nell’arte che solo Vinci sa rendere unico.
Diffidate quindi delle imitazioni !!!


Le eliminatorie di Vinci per la Dama di Bacco, Vinci 2007
La speranza è che la Dama di Bacco di Vinci possa quindi tornare ai suoi antichi splendori, magari a distanza di 30 anni esatti dalla prima edizione. Chi è interessato può intanto andare a consultare le teche RAI dove ancora vengono conservati i filmati originali delle prime edizioni, almeno fino al 1983, e dell’edizione fiorentina del 1999. In questo blog esiste infine il servizio di Antenna 5 sull’edizione del 2007. Tutto ciò per scoraggiare i contraffattori e ricordarsi che la Dama di Bacco è nata a Vinci e, nonostante le bizze vinciaresi, rimane a Vinci !!!
Attualmente la Dama di Bacco, ovvero il marchingegno leonardesco, si trova esposto presso il Museo Ideale e sarà quindi visibile anche in occasione della prossima mostra dedicata ai 500 anni della Gioconda che aprirà i battenti a Vinci il prossimo 13 giugno 2009, nell’ambito del Genio Fiorentino.
Si ringraziano per la concessione delle storiche foto le famiglie di Vezzosi Alessando e di Masi Rosetta, nonchè per la divertita collaborazione il sig. Vieri, poeta del vino del Piastrino.
Per chi ne vuole sapere di più basta consultare le voci del blog.
Un saluto a tutti i partecipanti e amici della Dama di Bacco del 2007
Gangalandi

domenica 17 maggio 2009

La Donna di Leonardo di A.Bueno - Catalogo della Mostra, Omaggio a Leonardo
Comune e Pro Loco Vinci 1972
LE DONNE DI VINCI
Dalla Caterina alla Monna Lisa
Presentazione della Mostra - Evento 2009
Vinci, Museo Ideale 14.06-30.09.09

Sabato 16 maggio 2009, presso il Museo Ideale Leonardo da Vinci, si è svolta la presentazione della mostra – evento “JOCONDE. DALLA MONNA LISA ALLA GIOCONDA NUDA” che verrà inaugurata il prossimo 13 giugno 2009 e che si preannuncia come l’evento principale del Genio Fiorentino 2009 nonché dell’estate vinciana.
La presentazione è stata preceduta dall’intervento a cura di Francesco Cianchi sulle ultime novità in ordine alle origini della Caterina- schiava, madre di Leonardo, tese a delegittimare in modo definitivo la leggenda che la madre di Leonardo fosse stata una cerretana. Con arguto spirito toscanaccio, Francesco ha spiegato come venne costruita ad arte questa vera e propria “zingarata” da alcuni intellettuali di Cerreto a danno e spregio dei vinciaresi, nell’ambito di un acceso campanilismo fra i due paesi. Altro che “scalinata di Caterina” in quel di Cerreto; altro che Lionardo come il nome del santo patrono di Cerreto Guidi, santo peraltro patrono dei carcerati e dei diseredati, come la madre. Leonardo fu senz’altro concepito in quel di Firenze, dove si trovava Ser Piero a lavorare, il quale non aveva certo i mezzi né tanto meno era dotato di strumenti o
qualità tali da essere contemporaneamente in due posti per giustificare un concepimento tutto cerretano. Ce ne dispiace per il popolo di Cerreto!
L’attenzione del numeroso pubblico e dei giornalisti ( stranamente non era presente alcuna rappresentanza dell’amministrazione comunale né delle associazioni turistiche di Vinci) si concentrava giustamente sulle anticipazioni della prossima mostra-evento. Come sottolineato da Alessandro Vezzosi dal 13 giugno al 30 settembre avrà luogo nel Museo Ideale di Vinci (e in altri spazi) la mostra che presenterà migliaia di immagini fra opere, reperti, documenti e multimedialità, compresi dipinti del XVI secolo esposti per la prima volta, fra cui una “Gioconda nuda” attribuita in antico a Leonardo, con l’obiettivo di fare il punto sulle origini, la fortuna e i “misteri” della Gioconda. L’esposizione si articolerà in due principali settori, con varie sezioni: uno storico a partire dai problemi di datazione, identità e committenza della Gioconda del Louvre e delle sue versioni; uno contemporaneo, con i Leonardismi dall’arte ai mass media, da Duchamp (la famosa Gioconda con i baffi) a Internet… e riapertura dell’Archivio Leonardismi del Museo Ideale con i suoi 15000 pezzi; un omaggio particolare sarà dedicato infine alle Giocondologie e alle Giocondoclastie di Jean Margat . Il convegno multimediale si svolgerà in tre fasi, con partecipazioni internazionali, tese ad un confronto della documentazione storico-critica già raccolta; ad aggiornamenti in sintesi delle ricerche e delle interpretazioni dei diversi studiosi ed infine alla discussione e confronto conclusivo, sia in forma sia scientifica che di “processo” teatrale.
L’invito a tutti è quindi di venire a Vinci dal 14 giugno per visitare la mostra-evento dell’anno 2009 e magari partire dal Museo Ideale, che si trova dinanzi all’androne Ciofi, per una passeggiata sulla via di Caterina verso il Labirinto dei Vinci e il Nodo Infinito della Gioconda con le sue 1500 rose, nella sezione a cielo aperto del Museo Ideale in località Grappina, e di seguito proseguire per la Capezzana di Bucanuvole verso San Pantaleo, il castagno selvatico, Campo Zeppi nelle terre di Caterina, immersi nel paesaggio materno di Leonardo (per visionare il percorso cliccare sulla Via di Caterina oppure scaricare da YouTube i filmati già pubblicati dai tanti bencamminatori).
Gangalandi, 18.9.2009

martedì 12 maggio 2009


LE FIORITURE DI VINCI
Per chi ama la fotografia questo è il momento più colorato per la campagna di Vinci. E' stato un famoso fotografo veneto, Paolo Busato, qualche anno fa, a sottolineare e immortale in bellissimi scatti le " Fioriture di Vinci", facendone una delle cartoline più tipiche della Toscana, ancora in commercio in tutta quanta la regione. Magari, noi vinciaresi, con gli occhi pieni e avvezzi a tali colori, non ce ne accorgiamo e spesso addirittura non ci riconosciamo in quei bellissimi scorci che fanno bella mostra in tanti negozi di souvenir. Questo vuol essere quindi un invito a tutti gli appassionati della fotografia a venire a Vinci per dare sfogo alla loro fantasia; un ricordo di coloro che si sono adoperati per valorizzarne e promuoverne l'immagine in tutto il mondo, come il poeta statunitense di cui riportiamo alcuni versi dedicati proprio alle fioriture ed, infine, un monito per noi vinciaresi che non sempre riusciamo ad apprezzare le peculiari bellezze della nostra terra.
.
Il primo alito di primavera
Nato da Monte Albano
Sussurra tra i campi verdeggianti.
E i morbidi colli di San Pantaleo.
Ulivi si chinano verso papaveri in fiore.
E assieme danzano, scarlatti ed argenteii.
Primavera è qui. Primavera in Toscana.

Tak Tarbo (U.S.A) ,

tratto da "Caterina's Son" - Arizona State Univesity, 2004

" Salvatico è quello che si salva" ( Leonardo)

domenica 10 maggio 2009


II. Or vedi, la speranza e ‘l desiderio del ripartirsi e ritornare nel primo caso,
fa a similitudine della farfalla al lume, e l’uomo,
che con continui desideri sempre con festa aspetta
la nuova primavera e sempre la nuova estate
( Leonardo R.,1187)

IL MONTALBANO

Quanti sguardi hanno consumato questo monte,
sigilli imperituri su tutte le albe del mondo,
quando abbracciati e confusi fra terra e cielo,
seguiamo lontano sui crinali la via degli uomini,
tortuosa come i cammini dei nostri padri,
segnata dai pini e dai cipressi a nascondere
le antiche fortificazioni come giardini del cuore,
e dintorno, alla sera, il fumo di fuochi cannibali
segnano il destino di ogni amante, sopravviventi
alla nostra coscienza, persi fra passato e futuro,
indelebili come una litania o una costellazione
di comete che si spandono verso nuovi mondi;
imperscrutabili alla moda o alle mete turistiche,
al canone moderno e sublimato di un nuovo creato.

tratto da LA VIA DI CATERINA Guida poetica per turisti distratti, 2008

Per gentile concessione dell'autore - Tutti i diritti sono riservati

venerdì 8 maggio 2009

SUCCESSI LETTERARI
PER VILLA PETRIOLO
Ben duecentoventisette autori, alcuni residenti anche in altre nazioni, hanno partecipato alla III^ edizione del Concorso Letterario Villa Petriolo di Cerreto Guidi, nato da un'idea di Silvia Maestrelli e coordinato da Diletta Lavoratorini, una delle anime della Dama di Bacco
Tanti complimenti agli organizzatori del Concorso e i migliori auguri alla Giuria per la mole di lavoro che l'attende, gratificato comunque dal numero e dal prestigio degli autori partecipanti, a riprova della serietà e onestà della manifestazione. Il 31 maggio 2009 verranno comunicati i nomi dei vincitori. La cerimonia di premiazione è fissata per il successivo 25 giugno, nella suggestiva cornice di Villa Petriolo, terrazza naturale sul Montalbano,"verso un cielo divino e incantato".
Oggi lo spazio è splendido!
Senza morsi nè speroni o briglie
Via, sul vino, a cavallo
Verso un cielo divino e incantato!
(Charles Baudelaire - Les vin des amants)

Gangalandi

sabato 2 maggio 2009

IL VESCOVO DI SAN MINIATO A SAN PANTALEO, Vinci 2 maggio 2009

Oggi 2 maggio 2009, 490° anniversario della morte di Leonardo, mentre a Vinci era ospite una delegazione della cittadina francese di Amboise, anche San Pantaleo di Vinci, punto di riferimento della valle del Vincio ovvero di quello che giustamente viene definito il paesaggio materno del Genio, ha avuto una storica visita. Per l’occasione, Sua Ecc. Mons. Fausto Tardelli, Vescovo di San Miniato, ha voluto visitare Campo Zeppi, la piccola chiesa ed il borgo annesso, considerati ormai i luoghi dove visse Caterina, madre di Leonardo. Accompagnato dal parroco, Padre Antonio Velotto, ad attenderlo sotto il secolare “castagno selvatico”, vi erano Alessandro Vezzosi, Direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci, e Agnese Sabato, presidente dell’Associazione Internazionale Leonardo da Vinci, fra i promotori della manifestazione “ San Pantaleo e Caterina” che si è svolta proprio a San Pantaleone Martire il 9 settembre 2007 e dalla quale sono ripartiti gli studi e le ricerche sulla biografia “vinciarese” di Leonardo con insperati risultati. Alessandro e Agnese hanno peraltro portato al Vescovo i saluti di Carlo Pedretti, cittadino onorario di Vinci e senza dubbio il più famoso studioso del genio leonardiano, altro protagonista di tale evento e fervido sostenitore dell’iniziativa di promozione e valorizzazione di San Pantaleo. Nell’occasione, Nicola Baronti per conto della Dama di Bacco e del Comitato San Pantaleo ha illustrato al Vescovo le recenti iniziative svoltesi a San Pantaleo, da Natale a San Pantaleo alla Via di Caterina. Al termine dell’incontro Sua Eccellenza ha firmato il libro d’onore della Dama di Bacco e per tale motivo è stato insignito dell’attestato di “bencamminatore”, honoris causa, neologismo creato dal famoso detto leonardiano “ Raro cade chi ben cammina”, elegante diploma che viene rilasciato a tutti i partecipanti al percorso enoteatrale La Via di Caterina.



Un aneddoto curioso: Sua Eccellenza ricordava che la sua prima gita scolastica, ai tempi delle scuole medie inferiori, era stata proprio a Vinci e di quella giornata conservava ancora il ricordo di una piccola moneta di rame, con l’effige del castello, coniata su un marchingegno leonardesco. Non è quindi mancato un pizzico di generale commozione quando dal Comitato Dama di Bacco è stato fatto omaggio al Vescovo come ricordo della sua visita il “ Sigillo di Vinci” in argento e oro, ovvero la stessa effige della monetina della sua infanzia, seppure questa volta in materiale assolutamente più pregiato, creazione degli orafi vinciaresi Antonietta e Michele Sacco.

La speranza è che la visita di Sua Eccellenza possa costituire l’occasione giusta per promuovere e completare i lavori di restauro della piccola chiesa, con il ritorno delle opere d’arte che l'abbellivano, un recupero importantissimo per l’intera comunità di San Pantaleo e il comune di Vinci. Domani, 3 maggio 2009, Sua Eccellenza celebrerà la messa solenne per la parrocchia di San Pantaleo e Apparita pressa la Chiesa dell’Apparita, con inizio alle ore 10.

Un particolare ringraziamento a Padre Antonio Velotto, parroco di San Pantaleo Apparita e Lazzeretto, e a Manuela Cipollini, valente collaboratrice, per la loro cortesia e accoglienza.
Dal " castagno selvatico di San Pantaleo"
Gangalandi

venerdì 1 maggio 2009


PREMIO NAZIONALE DI POESIA
ASTROLABIO 2008
sezione silloge inedita

PREMIO PER L'ORIGINALITA' DEL TEMA

LA VIA DI CATERINA di Nicola Baronti

Il sottotitolo della silloge di Nicola Baronti, " Note poetiche per turisti distratti con appendice per il bencamminatore" ci offre una chiave per meglio comprendere la raccolta. L'apprezzamento e l'approvazione si concentrano sul carattere specifico della silloge, concepita come un vademecum per vedere di più e con più cura, percorrendo il "terreno" con una maggiore consapevolezza. La zona visitabile indicata da Baronti è quella di Vinci e dintorni. Numerose sono le citazioni tratte dagli scritti di Leonardo ad introdurre varie liriche. Allo stesso tempo l'invito dell'autore a diventare buoni camminatori riguarda strade e luoghi privi di delimitazioni geografiche: pensieri, sogni, ricordi di un mondo più autentico e genuino. Per il documentato lavoro di ricerca adeguatamente trasferito nei versi, è stato quindi assegnato alla silloge inedita di poesie " La via di Caterina" di Nicola Baronti il Premio Speciale Astrolabio 2008 per l'originalità del tema.

Ivano Mugnaini

Pisa ( Palazzo Comunale - Salone delle Baleari), 18 aprile 2009