mercoledì 24 agosto 2011

OH .. CHE SAN BARTOLOMEO !!! Il culto di San Bartolomeo a Vinci e Pistoia


SAN BARTOLOMEO

Tradizione e cultura della festa di un popolo ed un territorio di Vinci e sul Montalbano

24 agosto 2011




( a lato, un particolare del San Bartolomeo dal dipinto Madonna con il Bambino tra i Santi Bartolomeo e Antonio Abate, opera del 1573 di Filippo Paladini sull'altare di San Bartolomeo a Streda, oggi in San Miniato)

San Bartolomeo è festa cara nel contado vinciano ( o vinciarese), anche se molto dimenticata, probabilmente perché viene a cadere nel mese di agosto, dalla gente del posto un mese ormai dedicato alle ferie fuori zona. A San Bartolomeo sono intitolate tuttavia le chiese e parrocchie di Sovigliana e di Streda di Vinci. Sulla seconda, San Bartolomeo di Stradona, poi di Streda, ci vorremmo soffermare. Se i documenti storici fanno risalire le prime notizie della chiesa al XIII° secolo, coeva al Castello di Vinci, come del resto la vicina San Pantaleone, il toponimo indica l’esistenza di una strada, probabilmente antichissima, forse addirittura romana che attraversava il piccolo borgo. Altri toponimi limitrofi confermano l’esistenza di questa importante arteria stradale, ben prima dell’anno Mille, della quale tuttavia sembrano essere perdute le tracce. Streda si trovava quindi in un luogo nevralgico per i commerci ed il passaggio delle persone (forse anche di pellegrini) che da Pistoia e dal Montalbano si dirigevano verso San Miniato e la Valdelsa. Non è un caso che San Bartolomeo sia veneratissimo anche a Pistoia: un santo caro anche alla tradizione bizantina. Il culto locale dei Santi Bartolomeo e Pantaleone, ab antiquo in comune di Vinci seppure in ambito ecclesiastico sotto la Diocesi di Lucca, prima, e di San Miniato, poi, consente di individuare per il territorio e popoli di riferimento origini antichissime rispetto all’intero territorio comunale, con dei punti di contatto ed analogia con l’altro versante pistoiese del Montalbano. Lo stato della chiesa di San Bartolomeo in Streda è oggi molto precario, pur essendo stata nel passato una chiesa ricca di patronati. Alcuni Da Vinci addirittura hanno vissuto in questo popolo. Nuove strade che collegano Vinci a Cerreto Guidi sono sorte più distanti, lasciando San Bartolomeo a Streda, in vetta alla sua collina in aristocratica, quanto decadente, solitudine. Dell’antica stradona non sembra esserci traccia.

San Bartolomeo a Streda, oggi 24.8.2011


QUANTI BARTOLOMEI CI SONO A VINCI ?


Quanti Bartolomei ci sono però a Vinci ? Non è una domanda retorica. La storia locale individua in Bartolomeo un nome importante per le storie cittadine. Il ricordo torna quindi a quel Bartolomeo di Domenico Santini che con il suo lascito testamentario nel 1615 consentì di abbellire la costruzione del primo oratorio, detto dell’Assunta, a Vinci. Forse indusse anche l’arrivo della famosa effige dell’Annunziata che alla fine ne cambiò l’intitolazione. Con i suoi lasciti testamentari, in ogni caso, la chiesina - oggi della SS. Annunziata - ebbe finalmente il suo primo Cappellano, Leone Micheletti, ovvero il parroco di San Bartolomeo a Streda ( a cui il Santini aveva lasciato alcune sostanze) , che ogni mercoledì da Streda si recava a Vinci e chiamava al suono di una “campanina” la popolazione ai santi uffizi ( cfr. A. Mazzanti Il piccolo Santuario della Madonna in Vinci Fiorentino, 1924). L’usanza del parroco di San Bartolomeno a Streda di celebrare nel Santuario di Vinci è durata fino al XX° secolo, ovvero fino all’ultimo parroco titolare.


La misteriosa, quanto famosa, immagine degli incappucciati di Streda



Streda, Vinci 24.8.2011


òSAN BARTOLOMEO A PISTOIA, LA FESTA DEI BAMBINI


La Corona di San Bartolomeo, il dolce della festa


San Bartolomeo è una sorta di secondo patrono della città di Pistoia , venerato come protettore dei bambini. Nel giorno a Lui dedicato, la piazza e le vie adiacenti alla chiesa di San Bartolomeo in Pantano, ospitano decine di bancarelle di dolciumi e di giocattoli per la gioia dei più piccoli. I dolciumi tradizionalmente legati alla festa sono le corone, che consistono in palline (pippi) fatte di un impasto dolce, quello del berlingozzo (dolce tipico di Lamporecchio e del Montalbano), tenute insieme da uno spago e tutt’oggi indossate dai bambini nella giornata della festa. In questa occasione, i sacerdoti impartiscono la cosiddetta benedizione di San Bartolomeo che promette di proteggere il bambino per tutto l’anno a seguire, rinnovando l’invito per l’anno successivo. In verità, anche i grandi non disdegnano tale benedizione. Il legame tra Pistoia e il Santo lo si ritrova nell’espressione del detto popolare “San Bartolomeo Sbucciato” con cui si suole indicare un pargolo un po’ troppo vivace (San Bartolomeo Martire si dice fosse stato scuoiato vivo) o nell’invocazione a San Bartolomeo che talvolta scappa – nostro malgrado, secondo l’uso toscano - quando ci si trova di fronte a qualche monello.
La tradizione della benedizione è antichissima. Si fa risalire al periodo in cui furono presenti in San Bartolomeo i Canonici Lateranensi (1443), che provenivano da Santa Maria in Fregionaia in Lucca. Ad essi però si deve l'usanza di ungere i bambini nel giorno di San Bartolomeo. Della Congregazione aveva fatto parte Sant'Ubaldo (protettore dei bambini) Vescovo di Gubbio, raffigurato in un affresco posto nel chiostro dell'abbazia.


La Festa di San Bartolomeo, Pistoia 24.8.2011


In verità della vita del Santo, uno dei dodici Apostoli, originario di Cana in Galilea, poco si conosce, anche i Vangeli sinottici sono molto parchi di notizie. A differenza degli scritti apocrifi del Nuovo Testamento che tramandano invece vicende, fatti e storie. Per esempio, proprio legata ai bambini, nel Vangelo Arabo dell'Infanzia, si narra che una donna aveva un proprio figlio molto malato ed in procinto di morire. Lo portò alla Vergine Maria, chiedendole aiuto. La Madonna si impietosì e pose il bimbo morente a riposare, nel letto, accanto al proprio: istantaneamente il bimbo fu risanato da Gesù e guarì. Era proprio Bartolomeo di Cana . San Bartolomeo in Pantano - Pistoia

San Bartolomeo, secondo i detti contadini


Sempre in relazione a quel Bartolomeo sbucciato, proprio perche il Santo si dice fosse stato scorticato vivo in Armenia, proviene il detto toscano per cui la forma del cacio si vuota e il pane si scortica lasciando le midolla, ovvero cacio, pane; pane San Bartolomeo !
Nell’uso contadino si suole dire che se vi è Il grano a San Pietro, le patate a San Bartolomeo. L’estate sta finendo, per cui a A San Bartolomio la rondine va con Dio. Ai fini delle previsioni meteorologiche però si segnala il detto che Come fa il dì di San Bartolomeo, così fan tre parti dell’autunno. Se confermato, visti i quaranta gradi della temperatura del dì di San Bartolomeo 2011 si prevedono molto caldi anche i mesi di settembre e di ottobre. Quest’anno quindi la vendemmia verrà anticipata di qualche settimana.Nell’uso vernacolare, seppure per alcuni considerato volgare, sopravvive ancora l’espressione, quasi invocazione, a quel San Bartolomeo patrono dei bimbi proprio quando magari ci si trova a che fare con qualche pargolo vivace : - Oh … per San Bartolomeo o’icché tu fai ???. - Probabilmente Pistoia non è molto lontana da Vinci

domenica 14 agosto 2011

BUON FERRAGOSTO, VINCI 2011

Immacolata Concezione (Assunzione ?), Vinci


FERRAGOSTO CON VINCI NEL CUORE

LA FESTA DELL'ASSUNTA, 15 AGOSTO


Molti probabilmente hanno dimenticato, o non sanno, che l'antica intitolazione del Santuario Mariano di Vinci era proprio all'Assunzione della Beata Vergine Maria. Con l'arrivo nel Seicento dell'imponente e bellissimo quadro dell'Annunciazione, oggi posto sull'altare maggiore, le due intitolazioni hanno prima coesistito per circa un secolo, per poi dal XVIII secolo restare esclusivamente quella dell'Annunciazione.

Il vecchio tabernacolo, o meglio la cappella, da alcuni individuata nella Vergine di Borgo, ricordata anche negli Statuti del 1564, era quindi dedicata all'Assunzione della Vergine, come ricordano antichi documenti. Delle vestigia del culto poco è restato, se non le tracce di un affresco di una Immacolata Concezione, assunta in cielo, probabilmente del XVIII° secolo quando l'oratorio, troppo piccolo per contenere la nuova effige dell'Annunziata, venne ulteriormente ampliato con la definitiva consacrazione del tempio, dell'altare e del cuore di Vinci alla Vergine Maria.

Fino a qualche decennio fa, a Vinci, le feste mariane si svolgevano ancora in questo periodo, poi spostate all'ultima domenica di agosto, infine fatte coincidere con quella della S. Croce, a metà settembre. In verità, anche l'otto settembre, dedicato alla Natività della Vergine, era una festività molto importante per il Consiglio della Podesteria di Vinci, come si ricordava in un precedente post. Da qualche anno, infine la festa del Santuario è fissata per il 25 marzo, il giorno dell'Annunciazione, ovvero nove mesi prima del Natale.

Alcuni studiosi ed appassionati di storia locale stanno completando le ricerche ed approfondendo gli studi sull'origine e le vicende di questo santuario mariano, particolarmente caro agli abitanti di Vinci. Nei primi mesi del prossimo anno, si spera quindi nella pubblicazione degli atti e dei documenti, in coincidenza con i quattrocento anni dalla benedizione dell' oratorio seicentesco.

Per intanto, la Parrocchia si sta preparando ad un evento, altrettanto importante, ovvero il centenario dell'attuale campanile, inaugurato esattamente il 1.10.1911. Su tale evento ci torneremo molto presto.



Il campanile appena inaugurato, Vinci 1911

IL CAMPANILE DELLA SS.ANNUNZIATA, CENTO ANNI DI STORIA

Il campanile cento anni dopo, Vinci 2011

MA CHE SIGNIFICA IL TERMINE FERRAGOSTO ?

Il termine deriva dal latino "feriae augusti" ovvero il "riposo d'agosto". Anticamente il ferragosto cadeva il primo giorno del mese; poi venne spostato al 15, in coincidenza con la festa religiosa dell'Assunta. Una volta era il giorno dedicato alle scampagnate con la famiglia e l'Assunta veniva chiamata anche la Madonna della camminata, almeno prima che il boom economico degli anni Sessanta non imponesse il culto delle ferie lunghe, magari tutto il mese, al mare o ai monti.

Per Ferragosto le giornate si sono già accorciate. L'estate volge al termine. Sono attesi i primi temporali. Come dicevano i contadini: " la Madonna di mezz'agosto rinfresca il bosco"; "per la Madonna la pioggia è ancora buona", "se piove per Santa Maria, via via". In ogni caso, già si inizia a programmare la vendemmia, la raccolta delle olive - " per santa Maria l'olio è per la via" - ; in ogni caso come recitava il vecchio detto tratto dai proverbi toscani del Giusti, " se vuoi la buona rapa, per Santa Maria sia nata" .

giovedì 11 agosto 2011

POESIA FRA CADUTE STELLE, 10 agosto 2011

POESIA FRA CADUTE STELLE

Nuovi suggerimenti ermetici a cura di Rodolfo Tommasi (Helicon, agosto 2011)

Si segnala, nel giorno di San Lorenzo, l’uscita della microantologia a cura di Rodolfo Tommasi, Nuovi suggerimenti ermetici (Helicon Editore, 2011) dedicata a soli quattro autori italiani, nell’intento “ di ampliare un capitolo – sicuramente nevralgico nell’ambito delle odierne istanze poetiche – dell’ampia antologia affidata a vari curatori (Helicon, 2011) Letteratura Italiana Contemporanea – Profili Letterari ". Si tratta di Angela Ambrosini; Nicola Baronti; Maria Grazia Duval e Gianfranco Vinante. Quattro autori di diverse regioni (Umbria, Toscana, Lombardia e Veneto) e di diversa formazione, con “ quattro modi di scrittura, ognuno improntato a una diversa concezione del vibrare della parola, ma ognuno accomunato e reso dinamico dall’alto grado di volontà semica e semantica di cui viene investita la decisione del dire nella sua funzione significante ed emendatrice di significati, e in cui, di conseguenza, si realizza l’imprescindibile e programmatico superamento dell’aspetto referenziale dell’atto comunicativo”, così come si legge nella bella prefazione di Rodolfo Tommasi.

Nel Dittico con epigrafe del vinciano Baronti viene ripubblicata una significativa citazione dal suo recente Ex-Libris (Helicon, giugno 2011) e due poemetti: Al suono della campanella del 2008, finora inedito, e la ripubblicazione della Pertica di Chopin del 2010, dedicata ai navicellai dell’Arno, ispirata agli scritti di Vincenzo Salvagnoli, avvocato e letterato empolese, nella versione presentata in occasione della Festa della Poesia 2011, organizzata dall'Associazione Fiera del Libro toscano in collaborazione con il Comune di San Miniato, a sostegno della sua candidatura a Città della Poesia.
La Quarconia di Vinci, 2010

A VINCI C'E' ANCORA VOGLIA DI TEATRO?

La seconda edizione del Quarconia Festival dedicato al teatro amatoriale

A Vinci c'è ancora voglia di teatro, verrebbe da dire se fossero confermate le prime indiscrezioni sul numero delle domande di partecipazione pervenute alla II^ edizione del concorso per il teatro amatoriale della Quarconia di Vinci 2011 organizzato dall'Associazione Culturale Casa del Popolo. Non sono quindi bastate le ricche proposte e le rassegne teatrali di questa primavera ed estate a saziare l'interesse e la curiosità per questa arte.

La storia della Quarconia di Vinci e delle storiche compagnie teatrali che si sono succedute nella terra di Leonardo (oggi il loro numero - a livello comunale - supera addirittura le dita della mano) hanno scalvalcato i confini regionali, come dimostrerebbe la provenienza di molte iscrizioni. Il palmares della prima edizione del concorso evidenziava già un buon livello qualitativo con testi impegnati, alcuni originali, molti appartenenti al genere della commedia. La tendenza appare confermata, potenziata con proposte interessanti, spesso frutto di esperienze e laboratori teatrali di diversa estrazione e provenienza. La formula del concorso scelta dagli organizzatori della rassegna teatrale è quindi indovinata: il confronto non deve mai far paura, neppure ai locali, anzi è uno stimolo, una forma di conoscenza ed arricchimento incredibile, vedere ascoltare e studiare il lavoro altrui, sia per gli interpreti che per il pubblico. Il successo è ancora maggiore se con la proposta teatrale si riesce a veicolare l'immagine e la tradizione del paese e della sua gente. Poco importa se alla fine non saranno le palme a festeggiare i vincitori, magari i cardi (d'argento, naturalmente), come è accaduto lo scorso anno, nello spirito del teatro di Quarconia, simboli di un territorio che alla fine dimostra di volersi ancora bene.

Il cardo d'argento 2010 - Premio alla carriera alla mitica Maria Bianconi