domenica 28 settembre 2014

BREVI CENNI STORICI SUL TEATRO DELLA MISERICORDIA, IL TEATRO DI VINCI: UN PICCOLO SCRIGNO DI CULTURA, ARTE E TRADIZIONE VINCIANE

 
 Teatrino della Misericordia, Anni Settanta. La Fiera di Beneficenza

  BREVI CENNI STORICI SUL CINEMA TEATRO DI VINCI DETTO DELLA MISERICORDIA

Appunti per una ricerca sulla storia dell'associazionismo vinciano: dalla Croce Bianca alla Confraternita di Misericordia 
a cura di Nicola Baronti

La comunità di Vinci avvertiva la necessità di avere una sede comune per la Filodrammatica e Filarmonica fin dai primi del Novecento. Se ne faceva portavoce  una associazione di pubblica assistenza con fini umanitari, la Croce Bianca,  sorta a Vinci nel 1909 per l’iniziativa e l’opera del prof. Alessandro Martelli. Nell’adunanza del 24 ottobre 1926 il consiglio della Croce Bianca rilanciava al paese ancora una volta “l’idea della costruzione di un locale sociale e che in accordo con l’onorevole Prof. Martelli (raffigurato a destra, a braccetto con la Regina Elena, in visita ad Empoli, 1928) benemerito Presidente della Pubblica Assistenza il detto locale dovrà sorgere in unione a quello della Filodrammatica e della Filarmonica e secondo il progetto esposto nel locale sociale e sul terreno comunale espropriato da un bene della chiesa. L’onorevole Martelli acquisterà per £.3000 d’azioni a fondo perduto e probabilmente il terreno fabbricativo sarà ceduto gratuitamente dall’amministrazione comunale”.  L’episodio è curioso, significativo di come ancora oggi la realtà di un Cinema Teatro di un piccolo paese si trovi spesso a convivere con quella di un associazionismo di carattere assistenziale, fondato sul volontariato. Le ragioni non sono solo di carattere sociale, ma soprattutto economiche, legate probabilmente ai costi di gestione della struttura. L’impresa di costruire un vero e proprio Cinema Teatro di Vinci riusciva tuttavia al Comune, grazie anche all’opera dell’ingegnere Ugo Fucini. Il luogo prescelto era quello già individuato nella seduta della Croce Bianca, in prossimità del terreno dove sorgeva il vecchio cimitero del paese trasformato poi in Parco della Rimembranza, al quale lavorava probabilmente anche l’illustre architetto dell’onorevole Martelli,  Alfredo  Coppedè.

Nel 1927  il Comune deliberava la costruzione dell’immobile e di lì a poco i locali del Cinema Teatro venivano inaugurati. Nel tempo, visto anche il periodo storico, erano destinati ad uso gratuito e permanente dell’Opera Nazionale Dopolavoro Fascista. All’origine il complesso era composto da nove vani. Oltre alla sala per cinema e teatro, gestita dal dopolavoro comunale “Carlo Parenti”, vi avevano la sede varie associazioni dopolavoristiche e organizzazioni dipendenti dal Partito Nazionale Fascista (il comando della Centuria della M.V.S.N., il Comitato Comunale O.B., la ricordata Filarmonica del Dopolavoro). Nel 1940 il Comune di Vinci donava la proprietà dell’intero complesso al Fascio di Combattimento “Franco Martelli” e, per esso, al Dopolavoro Carlo Parenti al fine di “dare una tangibile e pubblica attestazione di attaccamento al Fascio che ha l’onore e il privilegio di intitolarsi al nome dell’eroica Medaglia d’oro, Franco Martelli”, morto il 15 dicembre del 1935 in Africa Orientale, durante la battaglia di Dembeguinà, nonché figliò dell’illustre onorevole Martelli.  La donazione veniva comunque subordinata all’inalienabilità del suddetto bene da parte del Fascio e all’obbligo di destinazione a Cinema Teatro della sala principale. In caso di mancata accettazione della donazione, l’immobile sarebbe stato comunque venduto all’asta. L’eventuale ricavato della vendita sarebbe stato destinato al miglioramento igienico del capoluogo (leggi approvvigionamento idrico, impianti igienici e fognature). Le ragioni della donazione, oltre che politiche, erano prettamente di carattere economico. Il Comune di Vinci infatti aveva investito notevoli somme per la costruzione dell’edificio, l’attrezzatura ed arredamento per spettacoli cinematografici e teatrali, senza riuscire tuttavia a ritrarre da esse alcun reddito, a fronte invece degli oneri non indifferenti di manutenzione ( imposte, premi di assicurazione e quant’altro); né d’altro canto si riteneva utile e corretto imporre alle associazioni cittadine canoni di locazione elevati, seppure adeguati all’importanza dei locali usufruiti.

Al termine della seconda guerra mondiale, l’intero complesso del cinema teatro dell’ex Opera Nazionale Dopolavoro Fascista (OND), veniva trasferito al Demanio come tutti i beni che appartenevano al disciolto Partito Nazionale Fascista.

Dopo alcuni tentativi del Comune di riacquisire la proprietà dell’immobile, nell’impresa ci riusciva soltanto  la Venerabile Confraternita della Misericordia di Vinci che, nel 1959,  si accordava per il trasferimento della proprietà dell’immobile con un grande sforzo finanziario, rateizzato in vari anni. Nel contempo, la sala principale del Cinema Teatro veniva messa a disposizione della collettività, oltre che per le iniziative culturali e ricreative della Misericordia vinciana.

Edo Leporatti, sotto la guida di Renzo Cianchi, si accingeva quindi a ridipingere definitivamente il vecchio “fascio”, contenuto in uno dei medaglioni dipinti sopra l’arco scenico, sostituito con il simbolo cristiano nel nuovo ente proprietario (croce latina di color rosso in campo azzurro sporgente in mezzo alle gotiche lettere F.M.). Da allora venne chiamato Teatro della Misericordia che, in virtù di una specie di storico contrappasso, si sostituiva alla concorrente Croce Bianca nell’idea originaria del progetto del prof. Alessandro Martelli, associazione definitivamente scomparsa con la seconda guerra mondiale per le evidenti collusioni con il fascismo locale.


La Fraternita della Misericorda, ormai proprietaria dell'immobile 1971
Dopo nuove e importanti stagioni teatrali e cinematografiche, a metà degli anni Ottanta, il salone centrale veniva chiuso per inagibilità.

Tina Vinci, compagna e spalla artistica di Ghigo Masino, 1977



Soltanto nel 2006,il Comune di Vinci e la Fraternita della Misericordia stipulavano una convenzione per restaurare i locali e restituirli alla disponibilità della comunità con una concessione d’uso trentennale in favore della locale amministrazione. Nel 2014 si apriva infine una nuova stagione per il Teatrino di Vinci, detto anche della Misericordia, nel segno peraltro di un altro luogo mitico del Teatro Popolare di Vinci, la Quarconia.

La nuova stagione del Teatro di Vinci
Si anticipa questa breve sintesi su richiesta  e sollecito di molte persone, anche in occasione della recente riapertura dello storico Teatro. L'autore della nota e la Dama di Bacco ringraziano per le foto Emma Cianchi e Emanuela Borgini Gandi. Un grazie anche agli amici del Teatro di Quarconia, del Teatro Popolare di Vinci: un'altra interessante storia dell'associazionismo vinciano

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