MONS. GIANCARLO M. BREGANTINI A VINCINCONTRI 2012
Vinci, Palazzina Uzielli, mercoledì 14 marzo 2012 h. 21,15
Vinci, Palazzina Uzielli, mercoledì 14 marzo 2012 h. 21,15
Arriva Mons. Giancarlo M. Bregantini, recuperando l'incontro mancato del dicembre scorso, a Vincincontri 2012, manifestazione organizzata dal Consiglio Pastorale del Montalbano Occidentale - Comissione Cultura con il patrocinio del Comune di Vinci.
Una grande personalità della società italiana, Mons. Giancarlo Bregantini, originario del Trentino, è attualmente vescovo di Campobasso-Bojano e Responsabile della Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro, una voce autorevole della Chiesa italiana, ma anche un vescovo che ha saputo coniugare la sua esperienza pastorale all'impegno civile nella lotta alle mafie. Il tema della serata è ispirato al suo ultimo libro " Non possiamo tacere. Le parole e la bellezza per vincere la mafia" , pubblicato per Piemme Edizioni del 2011.
Il libro, scritto con la giornalista Chiara Santomiero, è il racconto-testimonianza di un uomo del Nord, che anni fa decise di essere religioso, poi prete operaio, poi cappellano delle carceri e infine vescovo al Sud, in Calabria. Conosciuto come il "vescovo anti-ndrangheta", Bregantini è diventato negli anni un simbolo della lotta alla mafia nella chiesa e nel mondo laico.
Il libro, scritto con la giornalista Chiara Santomiero, è il racconto-testimonianza di un uomo del Nord, che anni fa decise di essere religioso, poi prete operaio, poi cappellano delle carceri e infine vescovo al Sud, in Calabria. Conosciuto come il "vescovo anti-ndrangheta", Bregantini è diventato negli anni un simbolo della lotta alla mafia nella chiesa e nel mondo laico.
Il libro è il racconto dei giorni in cui, diventato vescovo della diocesi di Locri-Gerace, fu accolto da una finta bomba sotto il palco in "segno di benvenuto", e alle forze dell'ordine che gli intimavano di accettare la scorta oppose un secco rifiuto. Bregantini, con alcuni fedeli della diocesi, si recò tra l'altro a Duisburg, dopo la strage del Ferragosto 2007, per sostenere la comunità immigrata calabrese in Germania; fu tra i promotori del movimento "Ammazzateci tutti" dopo l'omicidio del politico Francesco Fortugno; dal pulpito lanciò la scomunica contro le cosche che avevano avvelenato l'acqua delle falde che irrigavano le serre di diverse migliaia di piantine di lamponi appartenenti a una delle cooperative più attive della Locride.
Scrive Bregantini: "Dobbiamo credere che se il bene avanza la mafia arretra. Dobbiamo vivere i valori del bello. Dobbiamo seminare parole capaci di estirpare l'omertà, la menzogna e la paura, per far attecchire un modo diverso di guardare le cose, anche per chi è cresciuto nella cultura mafiosa senza conoscerne un'altra. Descrivere, come fanno molti recenti film e libri, la negatività della mafia, i rituali perversi, i giochi di potere, la violenza e la spietatezza è solo il punto di partenza per fronteggiarla. Occorre fare un passo ulteriore. Quel passo è credere nella forza del bene e seminarlo". Il libro di Bregantini, edito dalla Piemme, è stato presentato il 27 ottobre 2011, a Torino, nel corso di un dibattito con don Luigi Ciotti e Giancarlo Caselli.
Scrive Bregantini: "Dobbiamo credere che se il bene avanza la mafia arretra. Dobbiamo vivere i valori del bello. Dobbiamo seminare parole capaci di estirpare l'omertà, la menzogna e la paura, per far attecchire un modo diverso di guardare le cose, anche per chi è cresciuto nella cultura mafiosa senza conoscerne un'altra. Descrivere, come fanno molti recenti film e libri, la negatività della mafia, i rituali perversi, i giochi di potere, la violenza e la spietatezza è solo il punto di partenza per fronteggiarla. Occorre fare un passo ulteriore. Quel passo è credere nella forza del bene e seminarlo". Il libro di Bregantini, edito dalla Piemme, è stato presentato il 27 ottobre 2011, a Torino, nel corso di un dibattito con don Luigi Ciotti e Giancarlo Caselli.
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