Lo scambio dei doni
LA FIACCOLA DI SAN PANTALEONE
ALL'APPARITA E SAN PANTALEO DI VINCI
Domenica, 22 luglio 2012
Gemellaggio tra Montauro e Apparita-San Pantaleo di Vinci
Gemellaggio in nome del santo di Nicodemia per la piccola e
storica parrocchia di San Pantaleone nelle frazioni di Apparita e San Pantaleo
di Vinci. Domenica di preghiera e di festa in occasione del santo patrono
durante la quale la comunità ha per la prima volta accolto fedeli provenienti
da un’altra diocesi uniti dal culto per il medico e martire del III secolo.
I festeggiamenti sono iniziati con l’accoglienza del
“fiaccola di San Pantaleone”, comitato sorto nel lontano 1988 a Montoro
Inferiore in provincia di Avellino e poi accresciuto dai fedeli di Montauro in
provincia di Catanzaro, che da 25 anni visita una parrocchia dedicata al Santo,
in Italia e nel mondo. Il Vicario
generale della Diocesi di San Miniato, mons. Morelli ha accolto insieme al
parroco Padre Antonio e ai parrocchiani del borgo vinciano la comitiva che ha
seguito la funzione liturgica nella chiesa dell’Apparita e ha poi portato in
processione la fiaccola nella piccola frazione.
La messa, animata dal coro della parrocchie di Lazzeretto e
Apparita, si è conclusa con un cordiale scambio di doni. La chiesa sanminiatese
è stata omaggiata di alcune pubblicazioni e di una riproduzione del quadro di
San Pantaleo. La Diocesi ha voluto invece ricordare il gemellaggio con una
targa. L’avvocato Nicola Baronti in rappresentanza del “comitato San Pantaleo” della
parrocchia che da diversi anni si occupa di un attento recupero e
valorizzazione culturale del borgo in cui visse la madre di Leonardo, Caterina,
ha donato il libro sulla via di Caterina e alcune litografie relative a Vinci. Al
termine dello scambio di doni i fiaccolatori calabresi si sono recati a Vinci
per una visita turistica e hanno poi preso parte al pranzo di beneficenza
organizzato nel locale circolo in collaborazione con la parrocchia.
La storia della
“fiaccola di San Pantaleone”
La fiaccola, come è noto, è simbolo olimpico, ma è
soprattutto espressione di ciò che arde, contiene la fiamma, simbolo religioso
che rimanda alla divinità e al suo operare. Nell’agiografia del santo
Pantaleone – e nelle rappresentazioni pittoriche della sua passio – il taumaturgo appare legato a un albero di ulivo
torturato, tra le altre cose, con delle torce di fuoco.
Date queste premesse, nel 1988 alcuni fedeli di Montauro, in provincia
di Catanzaro, nella cui chiesa sono conservati il sangue e un frammento osseo
del medico, decisero di unirsi ai devoti di San Pantaleone della chiesa di
Montoro Inferiore, in provincia di Avellino.
Il primo pellegrinaggio con la
fiaccola nei luoghi dedicati al santo di Nicodemia fu realizzato nel Monastero
dell’Incarnazione a Madrid dove le monache pregano attorno al sangue del santo
che la mattina del 26 luglio si coagula miracolosamente. Nelle uniche due volte
in cui il miracolo non si è realizzato la Spagna ha vissuto la tragedia delle
guerre mondiali.
Dopo Madrid il gruppo dei fiaccolatori calabresi si è recato
in svariati luoghi italiani dedicati a San Pantaleo e in tutta Europa facendo
tappa in Grecia, Francia, Svizzera e finanche in Turchia, visitando la città
natale del taumaturga.
Per la XXV^ edizione della Fiaccolata di San Pantaleone è stata scelto quindi San Pantaleo di Vinci, l'antica cappella dedicata a San Pantaleone Martire.
Fonte: A. Di Bartolo - Parrocchia Apparita San Pantaleo
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