DA LEONARDO A GIUSEPPE GIUSTI A PROPOSITO DEGLI IMITATORI

Il collegamento con Vinci e Leonardo può essere quindi abbastanza semplice.
Anche il Vinciano ha lasciato nei suoi appunti molti motti e detti tratti dalla tradizione toscana e dall’esperienza. Benedetto Croce sintetizzava l’importanza del proverbio come una forma di “sapienza del popolo” perché “ si sono formati con l’esempio e con il contributo del circostante modo di riflessione, di pensiero e di sapere”. E se il proverbio, per le sue caratteristiche, presenta una circolarità e diffusione generalizzata nella gente, altrettanto non si può dire dei “copiatori” o “imitatori” che invece traggono ragione di esistere dall’invenzione o ingegno altrui, magari dando della cosa o del ritrovato un giudizio di scontata sufficienza.

“ Superiorità degli scopritori del vero sui commentatori delle opere altrui”
E’ da essere giudicati, e non altrimenti stimati li omini inventori e ‘interpreti tra la natura e gli uomini,a comparizione de’ recitatori e trombetti delle altrui opere, quant’è dall’obbietto fori dello specchio alla similitudine d’esso obietto apparente nello specchio, che l’uno per sé è qualche cosa, e l’altro è niente. Gente poco obbligate alla natura, perché sol d’accidental vestiti, e sanza il quale potrei accompagnarli fra li armamenti delle bestie”
Leonardo ( Codice Atlantico 117, r) da “ Scritti scelti” a cura di E. Solmi, Firenze, 1979
e il secondo di rimando, pur augurando a cotali soggetti lo stesso destino del suo predecessore , rivolgendosi ad un collega “letterato pettegolo e copista”
O chiarissimo ciuco,
O cranio parasito
All’erudita greppia incarognito;
Tu del cervello eunuco
All’anime bennate
Palesi la virtù colle pedate.
Somigli uno scaffale
Di libri a un tempo idropico e digiuno,
Grave di tutti, inteso di nessuno;
O meglio un arsenale.
Ove il sapere in preda alle tignole,
Non serba altro di sé che le parole.
Poiché sfacciatamente
Copri de’ panni altrui l’anima nuda;
Scimmia di forti ingegni e Zoilo e Giuda;
Smetti, o zucca impotente,
Di prenderti altra briga;
Strascica l’estro sulla falsariga.
E così concludono con i proverbi toscani :
da Leonardo :
La memoria de’ fatti bene appresso l’ingratitudine è fragile
La ‘nvidia offende colla fitta infamia, cioè con detrarre, la qual cosa spaventa la virtù
Dalla Raccolta dei proverbi toscani del Giusti :
Il ladro crede che tutti sian compagni a lui
Dalla Dama di Bacco :
Il lupo perde il pelo ma non il vizio
ovvero cambiano i tempi ma restano le stesse miserie umane !
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